Recensione
Colorful (2010)
8.0/10
"Colorful", lungometraggio animato (126 minuti di durata) dello studio Sunrise, è stato per me uno delle sorprese del 2010. Opera di genere slice of life, con qualche elemento magico/surreale, narra le vicende di un'anima peccatrice a cui viene fornita la possibilità di tornare a "vivere" (e redimersi) a patto di abitare il corpo di un quattordicenne suicida (Makoto Kobayashi) e di sfruttare il tempo concessole per cercare di ricordare il peccato di cui si è macchiata in vita. Il tempo è ovviamente limitato e, in caso di fallimento, la punizione sarebbe la morte definitiva (di Makoto) e l'impossibilità per l'anima di raggiungere la salvezza.
L'incipit non è però altro che un pretesto e qualsiasi riferimento a questioni ultraterrene passa in secondo piano rispetto alla natura (prevalentemente) realistica della vicenda. L'anima si troverà a confrontarsi con le non molto numerose persone rilevanti nella vita di Makoto e a scoprire i motivi che hanno condotto il ragazzo a commettere il suicidio. Non immaginatevi, però, una sorta di indagine; l'anima, soprattutto in un primo momento, non si dimostrerà particolarmente interessata alla vita del ragazzo e si limiterà a comportarsi secondo le sue inclinazioni, causando un certa perplessità alla famiglia e ai compagni di scuola, abituati da Makoto a un comportamento completamente diverso. Con il procedere della trama vedremo Makoto (l'anima) maturare, acquisendo maggior consapevolezza di sé, fino a giungere al finale, scontato ma necessario, che costituirà la prova della sua crescita.
I personaggi incontrati dall'anima sono senza dubbio il punto di forza dell'opera. Tutti caratterizzati con grande realismo, tra di essi spiccano la madre di Makoto e Kuwabara Hiroka, la ragazza di cui Makoto è innamorato. Entrambe ottimamente caratterizzate nelle loro rispettive problematiche, dal tradimento operato dalla madre nei confronti del padre, con rispettivi sensi di colpa e depressione, al "particolare" rapporto di Hiroka con il proprio corpo (vendere prestazioni sessuali per comprarsi accessori e vestiti alla moda). Meno interessanti ma ugualmente ben delineati sono: Shouko Sano, "strana" compagna di classe di Makoto, Saotome, unico amico del ragazzo, il fratello, il padre stacanovista e, in ultimo, Purapura, la scontrosa guida ultraterrena dell'anima.
Ottimo è il livello dell'animazione che, grazie alla grande attenzione rivolta alle espressioni e movenze dei vari personaggi e fondali e al character design, vicino alle reali proporzioni (giapponesi) di viso e corpo, rendono "Colorful" una gioia per gli occhi senza però allontanarsi dal realismo, di personaggi e ambientazione, che lo contraddistingue.
Nulla da eccepire sul fronte sonoro che, pur non essendo eccelso quanto l'animazione, svolge dignitosamente il suo ruolo.
Consigliato quindi a tutti gli amanti degli slice of life "seri" e a chi è in grado di apprezzare un'opera per la sua normalità e semplicità (che non diventa mai superficialità). Sconsigliato, ovviamente, a chi cerca azione/scontri o un susseguirsi di colpi di scena, poiché qui non ne troverà.
Trama: 8/10; lineare e lenta ma gradevole, subordinata ai personaggi.
Personaggi: 9/10; realistici e ottimamente caratterizzati.
Animazione: 9/10; alta qualità e attenzione al dettaglio.
Sonoro: 7/10; nulla di speciale ma svolge il suo compito.
L'incipit non è però altro che un pretesto e qualsiasi riferimento a questioni ultraterrene passa in secondo piano rispetto alla natura (prevalentemente) realistica della vicenda. L'anima si troverà a confrontarsi con le non molto numerose persone rilevanti nella vita di Makoto e a scoprire i motivi che hanno condotto il ragazzo a commettere il suicidio. Non immaginatevi, però, una sorta di indagine; l'anima, soprattutto in un primo momento, non si dimostrerà particolarmente interessata alla vita del ragazzo e si limiterà a comportarsi secondo le sue inclinazioni, causando un certa perplessità alla famiglia e ai compagni di scuola, abituati da Makoto a un comportamento completamente diverso. Con il procedere della trama vedremo Makoto (l'anima) maturare, acquisendo maggior consapevolezza di sé, fino a giungere al finale, scontato ma necessario, che costituirà la prova della sua crescita.
I personaggi incontrati dall'anima sono senza dubbio il punto di forza dell'opera. Tutti caratterizzati con grande realismo, tra di essi spiccano la madre di Makoto e Kuwabara Hiroka, la ragazza di cui Makoto è innamorato. Entrambe ottimamente caratterizzate nelle loro rispettive problematiche, dal tradimento operato dalla madre nei confronti del padre, con rispettivi sensi di colpa e depressione, al "particolare" rapporto di Hiroka con il proprio corpo (vendere prestazioni sessuali per comprarsi accessori e vestiti alla moda). Meno interessanti ma ugualmente ben delineati sono: Shouko Sano, "strana" compagna di classe di Makoto, Saotome, unico amico del ragazzo, il fratello, il padre stacanovista e, in ultimo, Purapura, la scontrosa guida ultraterrena dell'anima.
Ottimo è il livello dell'animazione che, grazie alla grande attenzione rivolta alle espressioni e movenze dei vari personaggi e fondali e al character design, vicino alle reali proporzioni (giapponesi) di viso e corpo, rendono "Colorful" una gioia per gli occhi senza però allontanarsi dal realismo, di personaggi e ambientazione, che lo contraddistingue.
Nulla da eccepire sul fronte sonoro che, pur non essendo eccelso quanto l'animazione, svolge dignitosamente il suo ruolo.
Consigliato quindi a tutti gli amanti degli slice of life "seri" e a chi è in grado di apprezzare un'opera per la sua normalità e semplicità (che non diventa mai superficialità). Sconsigliato, ovviamente, a chi cerca azione/scontri o un susseguirsi di colpi di scena, poiché qui non ne troverà.
Trama: 8/10; lineare e lenta ma gradevole, subordinata ai personaggi.
Personaggi: 9/10; realistici e ottimamente caratterizzati.
Animazione: 9/10; alta qualità e attenzione al dettaglio.
Sonoro: 7/10; nulla di speciale ma svolge il suo compito.