Recensione
[K] anime project
5.0/10
"[K]" è l'ennesima occasione sprecata in questo 2012. Pubblicizzato e pompato all'inverosimile prima dell'uscita, anche grazie ad un cast di doppiatori giapponesi di grandissimo spicco, ha tradito le aspettative di molti, me compresa.
Non è facile neanche raccontare la trama di "[K]" in modo convincente, perché non c'è molto da dire. In un Giappone simile a quello attuale, ma apparentemente in un futuro non troppo lontano, esistono sette "re". Ognuno di loro ha poteri particolari ed è identificato da un colore preciso, tranne uno, il "re senza colore". Tale re uccide senza motivo uno degli uomini di Mikoto, il "re rosso", che comincia a cercarlo con Homra, l'insieme dei suoi sottoposti, per vendicarsi. A contrapporsi a Homra vi è il "re blu" con i suoi sottoposti, Scepter4. In mezzo a questa sfida si colloca Shiro, un ragazzino identico al "re senza colore", che vive pacificamente col suo gatto frequentando una tecnologica scuola situata su un'isola. Shiro dovrà fuggire da Homra, che vuole ucciderlo, e dall'unico sottoposto del precedente re senza colore, Kuro.
Il problema di "[K]" è che tutto è solo accennato. Nulla di preciso viene detto su cosa siano i "re", da dove derivino i loro poteri e quali limiti abbiano. In un risibile flashback ci vengono date briciole di trama su come questi poteri si siano creati, ma nulla di certo. I rapporti fra i vari personaggi sono anche essi solo accennati. Il re rosso e il re blu paiono essere amici-nemici, ma non viene mai neanche accennato come siano arrivati a tale rapporto. Il re rosso pare avere grossi problemi coi suoi poteri, ma il perché non viene mai spiegato. Anche i rapporti fra i vari membri di Homra e di Scepter4 sono solamente accennati, in molte sotto trame lanciate in faccia allo spettatore per morire subito dopo.
Il ritmo della trama è eccessivamente lento per i primi sette/otto episodi, poi accelera con rivelazioni brusche e di scarso mordente che non riescono a convincere appieno.
Accennato è anche lo sviluppo dei vari personaggi. Le loro azioni, a parte forse un rarissimo caso, risultano difficili da comprendere, perché il background che le ha indotte resta fumoso. Persino il protagonista non gode di un approfondimento psicologico sensato: non matura nonostante la sua vita venga sconvolta.
[K] è un anime che abbonda nel fanservice, sia per gli uomini che per le donne: vi sono poche donne, ma gli sceneggiatori non lesinano certo nel mostrarci le loro curve. Allo stesso modo, i protagonisti sono tutti per lo più bei ragazzi, e non mancano velatissime inquadrature che strizzano l'occhio allo shonen-ai. Il fanservice, se ben dosato, non è necessariamente un male, ma qui tutto viene annegato in esso, a discapito di elementi ben più importanti come una trama coerente e uno sviluppo psicologico sensato dei personaggi.
Dal punto di vista tecnico invece non posso lamentarmi: le animazioni sono abbastanza curate e viene adottato uno schema cromatico sicuramente interessante, anche se così particolare che non a tutti potrà piacere. La colonna sonora pure è ottima, con brani orecchiabili e che riescono a volte a risollevare leggermente la scarsità di contenuti. Il doppiaggio Giapponese vanta nomi di altissimo livello, che eseguono il loro lavoro in modo egregio.
In definitiva, "[K]" è l'ennesima scatola decorata ma vuota al suo interno, tutto fumo e niente arrosto. Essendo parte di un progetto più ampio non mi aspettavo una spiegazione esauriente di tutto l'apparentemente complesso universo in cui la trama è ambientata, ma così si dà davvero troppo poco allo spettatore. Alla fine della visione di "[K]" non resta nulla di particolare, tutto scade nella noia.
Voto finale 5, solo grazie al comparto tecnico. Per il resto è solo noioso.
Non è facile neanche raccontare la trama di "[K]" in modo convincente, perché non c'è molto da dire. In un Giappone simile a quello attuale, ma apparentemente in un futuro non troppo lontano, esistono sette "re". Ognuno di loro ha poteri particolari ed è identificato da un colore preciso, tranne uno, il "re senza colore". Tale re uccide senza motivo uno degli uomini di Mikoto, il "re rosso", che comincia a cercarlo con Homra, l'insieme dei suoi sottoposti, per vendicarsi. A contrapporsi a Homra vi è il "re blu" con i suoi sottoposti, Scepter4. In mezzo a questa sfida si colloca Shiro, un ragazzino identico al "re senza colore", che vive pacificamente col suo gatto frequentando una tecnologica scuola situata su un'isola. Shiro dovrà fuggire da Homra, che vuole ucciderlo, e dall'unico sottoposto del precedente re senza colore, Kuro.
Il problema di "[K]" è che tutto è solo accennato. Nulla di preciso viene detto su cosa siano i "re", da dove derivino i loro poteri e quali limiti abbiano. In un risibile flashback ci vengono date briciole di trama su come questi poteri si siano creati, ma nulla di certo. I rapporti fra i vari personaggi sono anche essi solo accennati. Il re rosso e il re blu paiono essere amici-nemici, ma non viene mai neanche accennato come siano arrivati a tale rapporto. Il re rosso pare avere grossi problemi coi suoi poteri, ma il perché non viene mai spiegato. Anche i rapporti fra i vari membri di Homra e di Scepter4 sono solamente accennati, in molte sotto trame lanciate in faccia allo spettatore per morire subito dopo.
Il ritmo della trama è eccessivamente lento per i primi sette/otto episodi, poi accelera con rivelazioni brusche e di scarso mordente che non riescono a convincere appieno.
Accennato è anche lo sviluppo dei vari personaggi. Le loro azioni, a parte forse un rarissimo caso, risultano difficili da comprendere, perché il background che le ha indotte resta fumoso. Persino il protagonista non gode di un approfondimento psicologico sensato: non matura nonostante la sua vita venga sconvolta.
[K] è un anime che abbonda nel fanservice, sia per gli uomini che per le donne: vi sono poche donne, ma gli sceneggiatori non lesinano certo nel mostrarci le loro curve. Allo stesso modo, i protagonisti sono tutti per lo più bei ragazzi, e non mancano velatissime inquadrature che strizzano l'occhio allo shonen-ai. Il fanservice, se ben dosato, non è necessariamente un male, ma qui tutto viene annegato in esso, a discapito di elementi ben più importanti come una trama coerente e uno sviluppo psicologico sensato dei personaggi.
Dal punto di vista tecnico invece non posso lamentarmi: le animazioni sono abbastanza curate e viene adottato uno schema cromatico sicuramente interessante, anche se così particolare che non a tutti potrà piacere. La colonna sonora pure è ottima, con brani orecchiabili e che riescono a volte a risollevare leggermente la scarsità di contenuti. Il doppiaggio Giapponese vanta nomi di altissimo livello, che eseguono il loro lavoro in modo egregio.
In definitiva, "[K]" è l'ennesima scatola decorata ma vuota al suo interno, tutto fumo e niente arrosto. Essendo parte di un progetto più ampio non mi aspettavo una spiegazione esauriente di tutto l'apparentemente complesso universo in cui la trama è ambientata, ma così si dà davvero troppo poco allo spettatore. Alla fine della visione di "[K]" non resta nulla di particolare, tutto scade nella noia.
Voto finale 5, solo grazie al comparto tecnico. Per il resto è solo noioso.