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9.0/10
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"Più giù, più giù, più giù...": dopo aver visto questo film la voce di chi pronunciava queste parole nella scena più terrificante mi è rimasta impressa per giorni!
"Audition" è stato il primo film di Takashi Miike che ho visto, ovviamente per caso, dato il trattamento che ricevono i film orientali nella nostra TV (anche se ammetto che ultimamente ho notato minimi segnali di miglioramento): nel corso di una splendida promozione dedicata ai DVD orientali mi saltò all'occhio l'inquietante locandina e non ho potuto resistere.
Inizialmente questo film, tratto dall'omonimo romanzo di Ryu Murakami, pare una tranquilla storia romantica: un vedovo, Shigeharu Aoyama, è incoraggiato dal figlio, ormai divenuto un ragazzo maturo e responsabile, a trovare un nuovo amore per pensare un po' anche alla sua felicità. Shigeharu accetta, e così, aiutato da un amico produttore, organizza un falso provino per un film che in realtà è un'occasione perché lui possa conoscere delle ragazze. Così Shigeharu incontra la bella Asami, e se ne innamora. Tutto pare filare liscio, ma invece che l'inizio di una nuova vita per Shigeharu questo incontro si rivela essere l'inizio di un incubo.
Nonostante il basso budget di questo film, Miike ha saputo realizzare un capolavoro del genere, in cui la paura è determinata molto più dalle situazioni che dallo splatter puro, tale da poter essere tranquillamente paragonato a Stephen King.
L'inizio è lento, ma poi gli eventi precipitano, sempre più vorticosamente, talvolta con situazioni confusionarie, che però verranno almeno in parte chiarite, fino allo scioccante finale.
Definire "Audition" come un horror è riduttivo, come non è possibile etichettare con certezza il personaggio più negativo della storia, nel senso che come mi è pure capitato con la saga di Saw, si possono concedere almeno delle attenuanti al suo comportamento: il vero mostro non è solo chi uccide e/o sevizia, ma anche chi lo ha reso tale.
Ma è impossibile fare congetture in questo modo, bisogna guardarlo. Un doveroso avvertimento: se siete troppo impressionabili lasciate perdere.