Recensione
Ralph Spaccatutto
9.0/10
Recensione di Shaoranlover
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Ralph Spaccatutto, il protagonista del nuovo film Disney, all'inizio della storia è tutto fuorché un protagonista: Ralph è l'antagonista di un vecchio videogioco arcade il cui compito è demolire dei palazzi a mani nude, mentre l'obiettivo del protagonista del videogame (a cui dà anche il titolo: Felix Aggiustatutto) e del giocatore è riparare i danni causati da Ralph. Si tratta di un brutto lavoro per Ralph, perché i personaggi dei giochi non seguono una sorta di protocollo durante le ore di lavoro e poi, una volta terminato il turno, conducono un'esistenza libera, non gestita dal programma: essi possono soltanto attenersi alla programmazione, quindi chi è buono è positivo nel lavoro, nei rapporti interpersonali, praticamente è un vincente in qualsiasi cosa faccia; al contrario, i cattivi sono ostracizzati a priori proprio in quanto cattivi. Ma a Ralph questo ruolo va stretto: vuole dimostrare che non è soltanto un pericolo ambulante. Perché gli altri riconoscano ciò, deve ottenere una medaglia da eroe compiendo un'azione meritoria, come quelle che Felix compie giornalmente riparando i palazzi che Ralph sempre giornalmente distrugge. Comincia così per Ralph una lunga serie di peripezie.
Esteriormente, il personaggio di Ralph si adegua perfettamente allo stereotipo del cattivo: grande, grosso, forzuto, con abiti fuori moda e a brandelli e non tanto attento all'igiene personale; interiormente, i contorni si fanno più sfumati, e se Ralph non sempre sa esprimersi a parole come vorrebbe, i fatti e le sue espressioni facciali (incredibili a livello di animazioni) parlano al suo posto: in generale si tratta di un protagonista riuscitissimo: simpatico e generoso, per lo spettatore è facile calarsi nei suoi panni di eterno outcast e seguire il suo percorso di riscatto e rinascita. L'unica minuzia che mi ha un po' infastidito è l'accento sul suo odore personale poco gradevole: posso starci in un orco come Shrek, capisco serva a renderlo più vicino ai bambini, ma ce n'era davvero bisogno in Ralph? È in ogni caso un appunto che non scredita il personaggio.
In ordine di apparizione il resto del cast principale è composto dalla nemesi di Ralph Spaccatutto, Felix Aggiustatutto: tappetto rassicurante sotto ogni aspetto (modo di esprimersi, doppiaggio, aspetto esteriore), Felix sarebbe urticante come il peggior Topolino di scuola italiana, "perfettino" della "fonchia" sempre e comunque, se soltanto il suo modo d'essere non venisse messo sotto una luce sottilmente comica/ironica e a fargli da contraltare non ci fosse il sergente Calhoun.
Calhoun, Ralph la incontra come soldatessa in Hero's Duty, dove ha il compito di guidare un manipolo di uomini equipaggiati con un armamentario ultramoderno nello sterminio degli schifosi "scarafoidi". Il sergente Calhoun è caratterialmente ed esteriormente il fortunato incontro tra Sailor Urano e Beatrix Kiddo da "Kill Bill": con la sua indole rude e guerrafondaia e "la sua programmazione drammatica", Calhoun è uno dei personaggi più azzeccati del film (per lo meno secondo me).
Ultima in ordine di apparizione ma assolutamente non di importanza è Vanelope. In maniera simile a Ralph, Vanelope è un personaggio reietto all'interno del proprio gioco, Sugar Rush, una simulazione di corse (leggi: fusione tra "Mario Kart" e "Crash Team Racing") ambientata in un mondo letteralmente fatto di zucchero. Con il suo animo peperino (anche troppo), Vanelope sa instaurare un bel rapporto con Ralph, e il modo in cui i due personaggi mal voluti da tutti si aiutano a vicenda è uno dei temi del lungometraggio.
Come si capisce da questa sommaria presentazione dei protagonisti, Ralph e i suoi colleghi possono, una volta che la sala giochi che ospita i loro cabinati chiude alla sera, spostarsi di mondo in mondo e incontrare un'infinità di personaggi differenti. Ciò determina quelle che ritengo le qualità migliori del film Ralph Spaccatutto: l'intelligente incontro di elementi classici e moderni, i numerosissimi riferimenti alla cultura videoludica e alla filmografia Disney (che invogliano a una ricerca della citazione), e la possibilità di letture multiple, dove quest'ultima ha anche il pregio di far piacere il prodotto a ragazzi e adulti (anzi mi chiedo se non possa piacere più a loro che non ai piccini, se per questi ultimi non sia maggiormente soddisfacente una vicenda lineare invece di continui colpi di scena, capovolgimenti di ruolo e i veloci scambi di battute tra Ralph e Vanelope).
C'è un però. Questa grande caccia alla citazione si accompagna a un rovescio della medaglia: se lo spettatore riesce a riconoscere tanti elementi differenti è perché li conosce già: ciò implica che se ci si appassiona a tenere a mente tutti i camei, tutti i riferimenti, tutti i rimandi ad altre storie, questo piacere (che è inoltre relativo: io l'ho apprezzato, ma ad alcuni sicuramente risulterà eccessiva e molesta la sovrapposizione di letture differenti) è bilanciato da un vaga sensazione di déjà vu: già dall'inizio, quando il gestore chiude la sala giochi per la notte e i personaggi si danno il via libera per rientrare nelle proprie case (o discariche o gruppi di sostegno morale per i cattivi) è spiccata l'impressione di stare assistendo a una nuova proiezione di "Toy Story"; in generale, il fatto che i personaggi dei videogiochi siano mostrati possedere una vita propria al di fuori di quando la console è avviata, e la minaccia che incombe, con il passare del tempo e delle mode, più o meno su ciascuno di vedere il proprio gioco scollegato ed essere costretto alla disoccupazione e all'indigenza sono chiari rimandi a "Toy Story". Ancora: l'andare e venire dei personaggi dalla piattaforma centrale di controllo e collegamento ai mondi/giochi, e la presenza della bambina da salvare (la quale immancabilmente "redime" il protagonista dalla vita vuota che lui conduceva in precedenza) sono palesi rimaneggiamenti di "Monsters & Co".
Ralph Spaccatutto è in larga misura una rilettura a tema videogame di "Toy Story" e "Monsters & Co". Ci sono chiaramente delle differenze: l'esodo in caso di scollegamento per i personaggi dei videogiochi non è, almeno per i più a livello psichico, così traumatico come per Woody, Buzz e banda in quanto i primi non instaurano un rapporto diretto, "umano" con i videogiocatori; se Boo è una bambina piccola che non sa parlare e la sua importanza agli occhi di Sulley è più che altro emotiva, Vanelope è energica, chiacchierona, "schizzata", e lei e Ralph contribuiscono a turno a permettere alla vicenda di progredire.
Dunque il nuovo film Disney è più una storia d'atmosfera che non di novità a livello narrativo o di caratterizzazione (innovazioni rispetto a storie più classiche come "Bambi" indubbiamente ce ne sono, ma restano punti di forza di produzioni antecedenti che Ralph eredita ma non sviluppa da solo): la possibilità di viaggiare tra mondi/giochi consente al lungometraggio di spaziare tra ambienti e storie assai differenti, e la sceneggiatura sfrutta a piene mani questa caratteristica; pochi altri film permetterebbero l'interazione di personaggi così esteticamente e caratterialmente differenti (Felix e la sergente dicono tutto), il succedersi di scene in universi opposti (seguire senza incertezze buona parte della visione ambientata nel mondo di Sugar Rush - un nome un programma - dopo che questo ha dato il cambio al grigiore e alla violenza di Hero's Duty sarebbe impensabile qualora l'azione non si svolgesse in una serie di universi paralleli) e il gustarsi il modo in cui gli animatori hanno adattato ai loro scopi gli immancabili cliché da videogames (ma qui si ritorna al punto del paragrafo precedente).
Immancabile a coronare e riunire i fili della storia c'è la formula Disney: non importa ciò che dicono gli altri, è quello che sei e come ti comporti a fare la differenza. E anche qui ho apprezzato la maniera in cui questo messaggio si integra con il mondo della storia: in Ralph Spaccatutto si parla spesso di codice, di programmazione che impedisce (o almeno dovrebbe) ai protagonisti di comportarsi diversamente rispetto ai dati prestabiliti: si tratta di un ostacolo credibile e forte, coerente con le premesse del film, a mio parere più delle opinioni della gente in "La Bella e la Bestia" o "La Sirenetta", e vederlo superare rinforza parecchio il messaggio di base.
Volendo potrei impiegare ore a riflettere e scrivere pagine e pagine per segnalare quelli che reputo gli aspetti migliori di Ralph Spaccatutto, ma non lo farò: preferisco astrarre ed esporre gli elementi per me più significativi, altrimenti sarei eccessivamente prolisso e comunque non esprimerei a pieno l'esperienza della proiezione. Perciò termino dicendo che, pur con qualche riserva che ha peso maggiore o minore a seconda delle inclinazioni personali (in particolare mi rendo conto che è un film piuttosto ruffiano nei miei confronti, perché sa far leva su aspetti che apprezzo: il mondo dei videogiochi, l'intertestualità virtualmente infinita), dubito che Ralph Spaccatutto possa non piacere in assoluto e pertanto consiglio la visione a tutti.
Esteriormente, il personaggio di Ralph si adegua perfettamente allo stereotipo del cattivo: grande, grosso, forzuto, con abiti fuori moda e a brandelli e non tanto attento all'igiene personale; interiormente, i contorni si fanno più sfumati, e se Ralph non sempre sa esprimersi a parole come vorrebbe, i fatti e le sue espressioni facciali (incredibili a livello di animazioni) parlano al suo posto: in generale si tratta di un protagonista riuscitissimo: simpatico e generoso, per lo spettatore è facile calarsi nei suoi panni di eterno outcast e seguire il suo percorso di riscatto e rinascita. L'unica minuzia che mi ha un po' infastidito è l'accento sul suo odore personale poco gradevole: posso starci in un orco come Shrek, capisco serva a renderlo più vicino ai bambini, ma ce n'era davvero bisogno in Ralph? È in ogni caso un appunto che non scredita il personaggio.
In ordine di apparizione il resto del cast principale è composto dalla nemesi di Ralph Spaccatutto, Felix Aggiustatutto: tappetto rassicurante sotto ogni aspetto (modo di esprimersi, doppiaggio, aspetto esteriore), Felix sarebbe urticante come il peggior Topolino di scuola italiana, "perfettino" della "fonchia" sempre e comunque, se soltanto il suo modo d'essere non venisse messo sotto una luce sottilmente comica/ironica e a fargli da contraltare non ci fosse il sergente Calhoun.
Calhoun, Ralph la incontra come soldatessa in Hero's Duty, dove ha il compito di guidare un manipolo di uomini equipaggiati con un armamentario ultramoderno nello sterminio degli schifosi "scarafoidi". Il sergente Calhoun è caratterialmente ed esteriormente il fortunato incontro tra Sailor Urano e Beatrix Kiddo da "Kill Bill": con la sua indole rude e guerrafondaia e "la sua programmazione drammatica", Calhoun è uno dei personaggi più azzeccati del film (per lo meno secondo me).
Ultima in ordine di apparizione ma assolutamente non di importanza è Vanelope. In maniera simile a Ralph, Vanelope è un personaggio reietto all'interno del proprio gioco, Sugar Rush, una simulazione di corse (leggi: fusione tra "Mario Kart" e "Crash Team Racing") ambientata in un mondo letteralmente fatto di zucchero. Con il suo animo peperino (anche troppo), Vanelope sa instaurare un bel rapporto con Ralph, e il modo in cui i due personaggi mal voluti da tutti si aiutano a vicenda è uno dei temi del lungometraggio.
Come si capisce da questa sommaria presentazione dei protagonisti, Ralph e i suoi colleghi possono, una volta che la sala giochi che ospita i loro cabinati chiude alla sera, spostarsi di mondo in mondo e incontrare un'infinità di personaggi differenti. Ciò determina quelle che ritengo le qualità migliori del film Ralph Spaccatutto: l'intelligente incontro di elementi classici e moderni, i numerosissimi riferimenti alla cultura videoludica e alla filmografia Disney (che invogliano a una ricerca della citazione), e la possibilità di letture multiple, dove quest'ultima ha anche il pregio di far piacere il prodotto a ragazzi e adulti (anzi mi chiedo se non possa piacere più a loro che non ai piccini, se per questi ultimi non sia maggiormente soddisfacente una vicenda lineare invece di continui colpi di scena, capovolgimenti di ruolo e i veloci scambi di battute tra Ralph e Vanelope).
C'è un però. Questa grande caccia alla citazione si accompagna a un rovescio della medaglia: se lo spettatore riesce a riconoscere tanti elementi differenti è perché li conosce già: ciò implica che se ci si appassiona a tenere a mente tutti i camei, tutti i riferimenti, tutti i rimandi ad altre storie, questo piacere (che è inoltre relativo: io l'ho apprezzato, ma ad alcuni sicuramente risulterà eccessiva e molesta la sovrapposizione di letture differenti) è bilanciato da un vaga sensazione di déjà vu: già dall'inizio, quando il gestore chiude la sala giochi per la notte e i personaggi si danno il via libera per rientrare nelle proprie case (o discariche o gruppi di sostegno morale per i cattivi) è spiccata l'impressione di stare assistendo a una nuova proiezione di "Toy Story"; in generale, il fatto che i personaggi dei videogiochi siano mostrati possedere una vita propria al di fuori di quando la console è avviata, e la minaccia che incombe, con il passare del tempo e delle mode, più o meno su ciascuno di vedere il proprio gioco scollegato ed essere costretto alla disoccupazione e all'indigenza sono chiari rimandi a "Toy Story". Ancora: l'andare e venire dei personaggi dalla piattaforma centrale di controllo e collegamento ai mondi/giochi, e la presenza della bambina da salvare (la quale immancabilmente "redime" il protagonista dalla vita vuota che lui conduceva in precedenza) sono palesi rimaneggiamenti di "Monsters & Co".
Ralph Spaccatutto è in larga misura una rilettura a tema videogame di "Toy Story" e "Monsters & Co". Ci sono chiaramente delle differenze: l'esodo in caso di scollegamento per i personaggi dei videogiochi non è, almeno per i più a livello psichico, così traumatico come per Woody, Buzz e banda in quanto i primi non instaurano un rapporto diretto, "umano" con i videogiocatori; se Boo è una bambina piccola che non sa parlare e la sua importanza agli occhi di Sulley è più che altro emotiva, Vanelope è energica, chiacchierona, "schizzata", e lei e Ralph contribuiscono a turno a permettere alla vicenda di progredire.
Dunque il nuovo film Disney è più una storia d'atmosfera che non di novità a livello narrativo o di caratterizzazione (innovazioni rispetto a storie più classiche come "Bambi" indubbiamente ce ne sono, ma restano punti di forza di produzioni antecedenti che Ralph eredita ma non sviluppa da solo): la possibilità di viaggiare tra mondi/giochi consente al lungometraggio di spaziare tra ambienti e storie assai differenti, e la sceneggiatura sfrutta a piene mani questa caratteristica; pochi altri film permetterebbero l'interazione di personaggi così esteticamente e caratterialmente differenti (Felix e la sergente dicono tutto), il succedersi di scene in universi opposti (seguire senza incertezze buona parte della visione ambientata nel mondo di Sugar Rush - un nome un programma - dopo che questo ha dato il cambio al grigiore e alla violenza di Hero's Duty sarebbe impensabile qualora l'azione non si svolgesse in una serie di universi paralleli) e il gustarsi il modo in cui gli animatori hanno adattato ai loro scopi gli immancabili cliché da videogames (ma qui si ritorna al punto del paragrafo precedente).
Immancabile a coronare e riunire i fili della storia c'è la formula Disney: non importa ciò che dicono gli altri, è quello che sei e come ti comporti a fare la differenza. E anche qui ho apprezzato la maniera in cui questo messaggio si integra con il mondo della storia: in Ralph Spaccatutto si parla spesso di codice, di programmazione che impedisce (o almeno dovrebbe) ai protagonisti di comportarsi diversamente rispetto ai dati prestabiliti: si tratta di un ostacolo credibile e forte, coerente con le premesse del film, a mio parere più delle opinioni della gente in "La Bella e la Bestia" o "La Sirenetta", e vederlo superare rinforza parecchio il messaggio di base.
Volendo potrei impiegare ore a riflettere e scrivere pagine e pagine per segnalare quelli che reputo gli aspetti migliori di Ralph Spaccatutto, ma non lo farò: preferisco astrarre ed esporre gli elementi per me più significativi, altrimenti sarei eccessivamente prolisso e comunque non esprimerei a pieno l'esperienza della proiezione. Perciò termino dicendo che, pur con qualche riserva che ha peso maggiore o minore a seconda delle inclinazioni personali (in particolare mi rendo conto che è un film piuttosto ruffiano nei miei confronti, perché sa far leva su aspetti che apprezzo: il mondo dei videogiochi, l'intertestualità virtualmente infinita), dubito che Ralph Spaccatutto possa non piacere in assoluto e pertanto consiglio la visione a tutti.