Recensione
I sette samurai
9.0/10
Recensione di toshiro umezawa
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<b>Attenzione! Contiene spoiler!</B>
Questo è uno dei migliori lavori del maestro Kurosawa.
Forse non ci sarebbe altro da dire, ma per amor di cronaca, e per incoraggiare la visione di questo film, mi sento in dovere di recensirlo appieno.
Siamo nel periodo Sengoku, l'età nella quale Tokugawa Ieyasu unificò il Giappone. A causa della guerra, bande di predoni razziano i villaggi dei contadini, riducendoli alla fame, se non sterminandoli e rapendo le donne. Uno di questi villaggi decide di ribellarsi, e alcuni contadini si recano nella più vicina città, con l'intento di reclutare sette samurai da assoldare contro i predoni. Dopo alcuni insuccessi, i nostri riescono ad assoldare un gruppetto piuttosto eterogeneo di valenti ronin, tra i quali spiccano le figure di Kanbei Shimada, anziano capogruppo, Kyuzo, spadaccino freddo e misterioso e Kikuchyio, samurai spaccone che vuole atutti i costi mettersi in mostra, oltreché del giovane Katsushiro, giovane samurai provetto che trova in Shimada un maestro.
Arrivati al villaggio, i sette non tardano a scoprire i molti segreti dei contadini, come l'aver ucciso a tradimento samurai sbandati, ma decidono comunque di proteggere i braccati dall'attacco dei predoni. Negli scontri che seguono, perdono la vita molti degli eroi, che si battono valorosamente nel tentativo di uccidere i razziatori, tra i quali anche il simpatico Kikuchyio, cosicché alla fine non rimangono che Kanbei, Katsushiro e Scichiroji a contemplare le tombe dei loro compagni, mentre i cotandini celebrano la vittoria piantando il riso nelle risaie: ai ronin non resta altro da fare che andarsene dal villaggio, consapevoli di essere relitti di un'epoca ormai conclusa.
Reputo "I sette samurai" un film fantastico, forse il capolavoro del sensei: la splendida interpretazione, la scenografia e le musiche, le coreografie delle battaglie e le morti epiche che trovano i nostri ronin rendono un tale lavoro da vedere, anche se non si amano i film storici.
Non ultima la presenza di Toshiro Mifune, fantastico interprete di Kikuchyio, e divenuto damoso per essere un po' l'attore di riferimento per i lavori di Akira Kurosawa. A tutt'oggi, inoltre, "I sette samurai" è un film riletto, ripreso come ispirazione (vedasi i film di Sergio Leone, oppure le scene di "Star Wars").
Commento finale? Vedetelo.
Questo è uno dei migliori lavori del maestro Kurosawa.
Forse non ci sarebbe altro da dire, ma per amor di cronaca, e per incoraggiare la visione di questo film, mi sento in dovere di recensirlo appieno.
Siamo nel periodo Sengoku, l'età nella quale Tokugawa Ieyasu unificò il Giappone. A causa della guerra, bande di predoni razziano i villaggi dei contadini, riducendoli alla fame, se non sterminandoli e rapendo le donne. Uno di questi villaggi decide di ribellarsi, e alcuni contadini si recano nella più vicina città, con l'intento di reclutare sette samurai da assoldare contro i predoni. Dopo alcuni insuccessi, i nostri riescono ad assoldare un gruppetto piuttosto eterogeneo di valenti ronin, tra i quali spiccano le figure di Kanbei Shimada, anziano capogruppo, Kyuzo, spadaccino freddo e misterioso e Kikuchyio, samurai spaccone che vuole atutti i costi mettersi in mostra, oltreché del giovane Katsushiro, giovane samurai provetto che trova in Shimada un maestro.
Arrivati al villaggio, i sette non tardano a scoprire i molti segreti dei contadini, come l'aver ucciso a tradimento samurai sbandati, ma decidono comunque di proteggere i braccati dall'attacco dei predoni. Negli scontri che seguono, perdono la vita molti degli eroi, che si battono valorosamente nel tentativo di uccidere i razziatori, tra i quali anche il simpatico Kikuchyio, cosicché alla fine non rimangono che Kanbei, Katsushiro e Scichiroji a contemplare le tombe dei loro compagni, mentre i cotandini celebrano la vittoria piantando il riso nelle risaie: ai ronin non resta altro da fare che andarsene dal villaggio, consapevoli di essere relitti di un'epoca ormai conclusa.
Reputo "I sette samurai" un film fantastico, forse il capolavoro del sensei: la splendida interpretazione, la scenografia e le musiche, le coreografie delle battaglie e le morti epiche che trovano i nostri ronin rendono un tale lavoro da vedere, anche se non si amano i film storici.
Non ultima la presenza di Toshiro Mifune, fantastico interprete di Kikuchyio, e divenuto damoso per essere un po' l'attore di riferimento per i lavori di Akira Kurosawa. A tutt'oggi, inoltre, "I sette samurai" è un film riletto, ripreso come ispirazione (vedasi i film di Sergio Leone, oppure le scene di "Star Wars").
Commento finale? Vedetelo.