Recensione
Nekomonogatari (Black)
7.0/10
Ed eccoci con la nuova saga di "Monogatari" firmata NisiOisiN! Questa volta abbiamo di fronte a noi "Nekomonogatari - Kuro" che andrebbe a collocarsi tra "Kizumonogatari" (film atteso per l'estate 2013) ed il famoso "Bakemonogatari" (già trasmesso nel 2009), anche se la sua light-novel è stata pubblicata solo successivamente alle serie precedentemente citate.
L'anime è suddiviso in quattro episodi non propriamente logici (probabilmente era stato pensato direttamente per un film, ma per comodità televisiva hanno deciso di suddividerlo in quattro parti) che cercherò di riassumere in poche parole: la storia si concentra su Tsubasa Hanekawa, compagna di classe del nostro eroe ex-vampiro Araragi Koyomi, o per meglio dire, si concentra quasi esclusivamente sulla famiglia e sulle relative problematiche di Hanekawa. Proprio a causa dei suoi "genitori" (le virgolette sono d'obbligo), la povera secchiona si ritrova vittima di continuo stress, sia fisico e sia psicologico, uno stress che comunque non traspare di fronte al suo caro amico Koyomi. La bomba però esplode quando la ragazza decide di seppellire un povero gattino trovato morto per strada, incurante del fatto che proprio quel gattino diventerà la sua valvola di sfogo, in quanto essendo in realtà uno spirito maligno, riuscirà ad impossessarsi del suo corpo. Hanekawa quindi si trasforma assumendo le sembianze dello spirito e decide di vendicarsi di tutti coloro che l'hanno fatta soffrire (e non). E Koyomi cosa fa? Lui, da vero amico (e forse anche più), non rimane di certo a guardare.
Dunque, devo dire che l'assenza di Senjōgahara (per chiari motivi) si fa sentire, è quasi assente il contrasto di battute tra i vari personaggi, che è stato uno dei pilastri portanti della serie "Bakemonogatari". Anche le sorelle di Koyomi non sono sufficienti a tenere lo spettatore tra la risata ed il serio, pur essendo di carattere diverso dal loro amato fratello. Ma anche se ne manca uno di pilastro, la serie riesce a mantenersi in piedi proprio grazie ad un suo sostituto, ovvero il pilastro del fan-service. La serie si distingue anche grazie ad una montagna di sequenze "ecchi" dovute sia alla lingerie della donna-gatto, sia alle sorelle di Koyomi, sempre provocanti con le loro parole e le loro azioni.
Per quel che riguarda le animazioni ed il character design, non ho nulla da dire: sempre ineccepibili, degni della serie "Monogatari". Per concludere, non aspettatevi scene con spazzolini et similia.