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"My Little Monster" si presenta al meglio: una grafica vivace e accattivante, di quelle che renderebbero godibile perfino il peggio dell'animazione giapponese.
La trama, per quanto carina, non sa proprio di nuovo: protagonista dell'anime è Shizuku, insensibile liceale unicamente interessata al proprio rendimento scolastico. La volta in cui viene invitata a portare, sotto consiglio della professoressa, allo sconosciuto vicino di banco i suoi appunti, si ritrova davanti Haru, stranissimo ragazzo espulso dal liceo perché coinvolto in una rissa a inizio anno. Non sembra cattivo, giusto un po' bizzarro: Haru, da sempre privo di qualsivoglia rapporto umano, scambia il cortese gesto di Shizuku come un plateale segno d'amicizia. Nasce quindi un intricato rapporto tra la solitaria studentessa modello e l'emarginato ragazzo-bizzarro. Sì, qualcosa di originale c'è, ma di base non sembra troppo distante da molte altre commedie scolastiche.

L'anime è incentrato proprio sulla solitudine. Una tematica interessante e trattata in modo molto convincente.
Lui è solo perché strano. Lei è sola perché insensibile. L'altra lei - amica dei protagonisti - è sola perché tanto bella da essere odiata dalle altre ragazze, e al contempo terrorizzata per l'inevitabile attrazione che provoca negli uomini. Infine, Oshima: sola perché eccessivamente timida. "My little Monster" le affronta tutte, e non ne sottovaluta nessuna.
Detto ciò, c'è da dire che il coinvolgimento nell'anime scema verso gli ultimi episodi. Tutta la trama s'incentra direttamente nel primissimo episodio, spianando la strada a una storia che sarebbe potuta essere veramente avvincente, ma che rischia spesso di cadere nel banale. Alla fin fine non crolla mai totalmente, i costanti tira e molla di Shizuku e Haru sono giustificati dall'inesperienza, e lo stravagante carattere di Haru si rivela ogni episodio più complesso e disarmante. I retroscena sulle loro vite passate sono un po' lasciate in sospeso: sappiamo cosa sia successo, soprattutto per quanto riguarda Haru, ma mi sanno un po' d'incompiuto.
I personaggi secondari sono profondi e ben caratterizzati, ciascuno di loro ha un suo perché nella trama, ma soprattutto reggono in confronto allo spessore dei due protagonisti. Non sempre si riesce a valorizzare pure chi è estraneo alla coppia centrale, ma in "My little Monster" alle volte si ha quasi l'impressione di conoscere meglio Asako - la bella e sola - di Shizuku. Haru, poi, non ne parliamo, le ha tutte: violento, buono, simpatico, divertente, sciocco, intelligente, ingenuo, possessivo, geloso…c'è una tale confusione in questo protagonista, che al confronto molti altri personaggi minori sono infinitamente più chiari!

<b>Contiene spoiler!</b>
Nonostante ciò, i suoi problemi l'anime ce li ha. Il peggio è già stato citato: verso gli ultimi episodi, perde molto del suo coinvolgimento. L'ultimissimo, poi, è una mezza delusione: non di quelle che ti annientano totalmente, ma stai lì a guardare sti due fissare il cielo, nell'ultimissima scena, e ti chiedi: "e quindi? Tutto qui?". No, perché è davvero buttato lì, come finale. Si sarebbe potuto gestire meglio, come anime: prima che quei due si mettano insieme devono dichiararsi una mezza dozzina di volte, e anche quando ormai sono sicuri di piacersi a vicenda, lei lo allontana perché vuole studiare e lui porta avanti scenate di gelosia ai limiti della sanità mentale. E se la storia s'incentra principalmente su questo, l'anime non può che perdere punti. Infatti penso che meriterebbe un sette, più che altro, ma la tematica della solitudine è talmente interessante e trattata in modo così approfondito, che l'otto glielo do lo stesso.