Recensione
BTOOOM!
7.0/10
"BTOOOM!" è un anime prodotto dallo studio Madhouse, tratto dal manga seinen conosciuto con il medesimo nome.
La storia ruota intorno al protagonista, Ryota Sakamoto, un ragazzo di ventidue anni disoccupato, che vive ancora con la madre. Il ragazzo sembra privo di amici e interessi, ma non di una soddisfacente vita online; egli trascorre infatti la maggior parte del suo tempo su internet, privilegiando come passatempo il gioco "BTOOOM!". E' talmente ossessionato da questo mondo virtuale da non svolgere nessun'altra attività durante la giornata, nemmeno la ricerca di un lavoro, e così si aggiudica l'appellativo di "NEET" (Not in Education, Employment or Training). Un giorno però si risveglia su un'isola, apparentemente disabitata, con indosso un paracadute. Non si ricorda nulla di come sia arrivato in quel luogo, né perché si trova lì. Inizia allora a cercare qualcuno per assicurarsi di non essere solo. Poco dopo incontra un altro uomo, il quale lo attacca senza pietà utilizzando delle bombe. Ryota, spaventato, riesce dapprima a nascondersi e poi a contrattaccare, mettendosi in salvo. Nel corso del combattimento scopre di essere in possesso di bombe a mano, il cui scoppio è preceduto da un intervallo di 10 secondi stabilito da un timer. Si rende conto che lo scontro in cui è stato coinvolto assomiglia notevolmente alla realtà del gioco "BTOOOM!", nel quale si è tenuti ad annientare gli altri giocatori utilizzando soltanto delle bombe. Incontra poi altri individui, con i quali combatte o stringe amicizia, e scopre diverse cose. Innanzitutto, si accorge di avere un chip verde sul dorso della mano sinistra, il quale si "auto-rimuove" dal corpo quando si va incontro alla morte; si rende anche conto che sull'isola vi sono differenti tipi di bombe, uno per ogni giocatore. Inizia a elaborare delle congetture, per arrivare poi alla conclusione che la "Tyrannos Japan", la società creatrice del gioco "BTOOOM!" abbia reso il suo lavoro videoludico una realtà, non si sa per quale scopo. Quel che è certo è che Ryota desidera lasciare l'isola vivo. Secondo le regole di cui viene a conoscenza, per andarsene deve raccogliere otto chip, e ammazzare quindi otto persone. Uccidere è però contro la sua volontà, perciò sarà costretto a cercare un metodo alternativo per fuggire.
La trama è molto promettente e originale, nonostante il fatto che di anime basati su videogiochi reali nel 2012 ne abbiamo visti tanti (basti citare "Sword Art Online" o "Accel World"). L'ambientazione è però insolita: un'isola con edifici abbandonati e una giungla tropicale popolata da singolari specie di animali. Anche l'uso di sole bombe è una trovata abbastanza particolare, a mio parere.
Quindi dei buoni presupposti, ma gestiti male per diversi motivi: la storia si sviluppa troppo velocemente, trattando numerosi aspetti in modo superficiale. Faccio subito un esempio. Ryota incontra diversi personaggi sull'isola, e della maggior parte di essi viene narrato il passato, così ne abbiamo anche un quadro psicologico; il problema è che dopo essere stati caratterizzati, i personaggi "spariscono", ossia vengono posti in secondo piano rispetto ai protagonisti, così che la conoscenza del loro passato risulta pressoché inutile. Sarebbe stato più accattivante se gli eventi e i personaggi fossero stati concatenati secondo un filo logico più solido; se la trama fosse stata sviluppata in un numero maggiore di episodi forse il risultato sarebbe stato migliore, anche perché, come ho già detto, i presupposti c'erano.
La delineazione psicologica dei personaggi è efficace, considerando che sempre più spesso negli anime si incontrano protagonisti o antagonisti stereotipati e banali. Invece in questo caso Ryota si dimostra un ragazzo originale, con i suoi pregi e i suoi difetti; infatti non è il classico "protagonista perfetto", poiché dai numerosi flashback sul suo passato abbiamo la possibilità di osservare che si è comportato in modo orribile prima di giungere sull'isola. Inoltre, la ragazza con la quale avrà un primo contatto, Himiko, non è la solita tettona stupida messa lì solo per fare fan service. Al contrario, è una ragazza dal carattere variegato e peculiare. Apprezzabile è il fatto che il comportamento dei personaggi si dimostra come una conseguenza di esperienze passate.
Le animazioni non sono un granché per essere un anime così recente, e i disegni a volte appaiono imprecisi o troppo sommari. Ma nel complesso la grafica non è male, e soprattutto le ambientazioni sono rese molto bene; è il character design ad avere qualche pecca.
Le musiche sono carine, soprattutto l'opening. Le voci dei doppiatori sono azzeccate e realistiche. L'ending non mi ha entusiasmata particolarmente, dà di Himiko un immagine discorde rispetto alla ragazza che si dimostra essere.
In conclusione il mio voto è 7. Ho apprezzato l'umanità dei vari personaggi, ma i difetti non sono trascurabili: il fan service a mio parere è esagerato, la storia un po' discontinua e alcuni elementi sono un po' fuori luogo e inseriti a casaccio. Ma non è assolutamente un'opera da buttare, anche perché ha una grande capacità di intrattenere lo spettatore e invogliarlo al proseguimento dell'anime.
Il finale è molto irritante, poiché la storia non si conclude completamente, ma lascia in sospeso molti dubbi; anzi, ne crea addirittura di nuovi. Credo quindi che una seconda serie sia necessaria per dare una degna conclusione a quest'opera.
Se state cercando un anime survival non troppo impegnativo e leggero, quest'anime è la scelta giusta. Sicuramente non vi annoierete, e magari vi farà anche riflettere su come avreste agito voi nelle situazioni che si ritrovano ad affrontare i personaggi.
La storia ruota intorno al protagonista, Ryota Sakamoto, un ragazzo di ventidue anni disoccupato, che vive ancora con la madre. Il ragazzo sembra privo di amici e interessi, ma non di una soddisfacente vita online; egli trascorre infatti la maggior parte del suo tempo su internet, privilegiando come passatempo il gioco "BTOOOM!". E' talmente ossessionato da questo mondo virtuale da non svolgere nessun'altra attività durante la giornata, nemmeno la ricerca di un lavoro, e così si aggiudica l'appellativo di "NEET" (Not in Education, Employment or Training). Un giorno però si risveglia su un'isola, apparentemente disabitata, con indosso un paracadute. Non si ricorda nulla di come sia arrivato in quel luogo, né perché si trova lì. Inizia allora a cercare qualcuno per assicurarsi di non essere solo. Poco dopo incontra un altro uomo, il quale lo attacca senza pietà utilizzando delle bombe. Ryota, spaventato, riesce dapprima a nascondersi e poi a contrattaccare, mettendosi in salvo. Nel corso del combattimento scopre di essere in possesso di bombe a mano, il cui scoppio è preceduto da un intervallo di 10 secondi stabilito da un timer. Si rende conto che lo scontro in cui è stato coinvolto assomiglia notevolmente alla realtà del gioco "BTOOOM!", nel quale si è tenuti ad annientare gli altri giocatori utilizzando soltanto delle bombe. Incontra poi altri individui, con i quali combatte o stringe amicizia, e scopre diverse cose. Innanzitutto, si accorge di avere un chip verde sul dorso della mano sinistra, il quale si "auto-rimuove" dal corpo quando si va incontro alla morte; si rende anche conto che sull'isola vi sono differenti tipi di bombe, uno per ogni giocatore. Inizia a elaborare delle congetture, per arrivare poi alla conclusione che la "Tyrannos Japan", la società creatrice del gioco "BTOOOM!" abbia reso il suo lavoro videoludico una realtà, non si sa per quale scopo. Quel che è certo è che Ryota desidera lasciare l'isola vivo. Secondo le regole di cui viene a conoscenza, per andarsene deve raccogliere otto chip, e ammazzare quindi otto persone. Uccidere è però contro la sua volontà, perciò sarà costretto a cercare un metodo alternativo per fuggire.
La trama è molto promettente e originale, nonostante il fatto che di anime basati su videogiochi reali nel 2012 ne abbiamo visti tanti (basti citare "Sword Art Online" o "Accel World"). L'ambientazione è però insolita: un'isola con edifici abbandonati e una giungla tropicale popolata da singolari specie di animali. Anche l'uso di sole bombe è una trovata abbastanza particolare, a mio parere.
Quindi dei buoni presupposti, ma gestiti male per diversi motivi: la storia si sviluppa troppo velocemente, trattando numerosi aspetti in modo superficiale. Faccio subito un esempio. Ryota incontra diversi personaggi sull'isola, e della maggior parte di essi viene narrato il passato, così ne abbiamo anche un quadro psicologico; il problema è che dopo essere stati caratterizzati, i personaggi "spariscono", ossia vengono posti in secondo piano rispetto ai protagonisti, così che la conoscenza del loro passato risulta pressoché inutile. Sarebbe stato più accattivante se gli eventi e i personaggi fossero stati concatenati secondo un filo logico più solido; se la trama fosse stata sviluppata in un numero maggiore di episodi forse il risultato sarebbe stato migliore, anche perché, come ho già detto, i presupposti c'erano.
La delineazione psicologica dei personaggi è efficace, considerando che sempre più spesso negli anime si incontrano protagonisti o antagonisti stereotipati e banali. Invece in questo caso Ryota si dimostra un ragazzo originale, con i suoi pregi e i suoi difetti; infatti non è il classico "protagonista perfetto", poiché dai numerosi flashback sul suo passato abbiamo la possibilità di osservare che si è comportato in modo orribile prima di giungere sull'isola. Inoltre, la ragazza con la quale avrà un primo contatto, Himiko, non è la solita tettona stupida messa lì solo per fare fan service. Al contrario, è una ragazza dal carattere variegato e peculiare. Apprezzabile è il fatto che il comportamento dei personaggi si dimostra come una conseguenza di esperienze passate.
Le animazioni non sono un granché per essere un anime così recente, e i disegni a volte appaiono imprecisi o troppo sommari. Ma nel complesso la grafica non è male, e soprattutto le ambientazioni sono rese molto bene; è il character design ad avere qualche pecca.
Le musiche sono carine, soprattutto l'opening. Le voci dei doppiatori sono azzeccate e realistiche. L'ending non mi ha entusiasmata particolarmente, dà di Himiko un immagine discorde rispetto alla ragazza che si dimostra essere.
In conclusione il mio voto è 7. Ho apprezzato l'umanità dei vari personaggi, ma i difetti non sono trascurabili: il fan service a mio parere è esagerato, la storia un po' discontinua e alcuni elementi sono un po' fuori luogo e inseriti a casaccio. Ma non è assolutamente un'opera da buttare, anche perché ha una grande capacità di intrattenere lo spettatore e invogliarlo al proseguimento dell'anime.
Il finale è molto irritante, poiché la storia non si conclude completamente, ma lascia in sospeso molti dubbi; anzi, ne crea addirittura di nuovi. Credo quindi che una seconda serie sia necessaria per dare una degna conclusione a quest'opera.
Se state cercando un anime survival non troppo impegnativo e leggero, quest'anime è la scelta giusta. Sicuramente non vi annoierete, e magari vi farà anche riflettere su come avreste agito voi nelle situazioni che si ritrovano ad affrontare i personaggi.