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7.0/10
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"Watashi ga Motenai no wa Dou Kangaete mo Omaera ga Warui!", in breve "WataMote", è probabilmente uno dei titoli più promettenti della stagione estiva 2013. Sinceramente ho riposto in questo anime tanta fiducia che in parte è stata ripagata, ma, d'altro canto, è stata anche sprecata. C'è da dire che il manga, che già conoscevo, non mi aveva per nulla entusiasmato e, infatti, avevo abbandonato la lettura molto precocemente. La serie anime invece ha avuto un suo fascino fin da subito, fin dalla opening che sembrava voler mostrare una commedia non convenzionale. In parte c'è riuscita.

La storia ruota intorno a Tomoko Kuroki, una giovane otaku che sta per entrare al liceo. Le medie le ha passate in modo diverso dai suoi coetanei, avendo una sola amica e isolandosi dagli altri. In questa serie vedremo le avventure della nostra protagonista alle prese per diventare popolare e, quindi, cambiare completamente atteggiamento. Mettere una pietra sul passato e creare un nuovo futuro sembra l'obiettivo della nostra Tomoko. Come possiamo ben intuire, la tragi-commedia ruoterà attorno alla sua capacità di relazione e ai suoi strambi metodi di cambiamento.

Come dicevo prima, la storia cerca di non essere una commedia convenzionale. Anzi, la situazione è molto pirandelliana. Se dovessimo far un paragone tra l'autore italiano e "WataMote", dovremmo far riferimento alla Vecchia imbellettata che riesce a suscitar un sorriso, visto il suo abbigliamento non consono all'età, ma poi ci permette di riflettere e far pensieri profondi sull'accaduto. L'anime in questione sembra una copia dell'umorismo pirandelliano: infatti, ci si può limitare a ridere per la parte di commedia, ma chi cerca di guardare oltre l'anime in sé o la risata in sé capisce perfettamente il male di vivere della protagonista. Qualcosa la blocca, e trascorreremo ben dodici episodi nel cercar di capire come poter risolvere questo limite, come andar oltre e ricostruire una nuova vita.
Posso assicurare che molte persone si sono identificate in Tomoko, non tanto perché sono dei disadattati, ma perché chi frequenta molto il mondo internettiano spesso ha difficoltà di relazioni o difficoltà nell'apprezzare sé stesso. Proprio per questo motivo i Weaboo inglesi e italiani in parte l'hanno apprezzata.

Il problema principale però sta nella ripetitività: nonostante gli episodi sembrano dar sfaccettature diverse ad argomenti simili, non si può eliminare quel senso di monotonia e di "già visto". L'unica ventata d'aria fresca sembrano darla le varie citazioni agli anime: dai più vecchi a quelli del 2013 ("Shingeki no Kyojin" ad esempio). Per il resto Tomoko sembra un film registrato che ad ogni puntata viene reinserito per sbaglio. Manca praticamente la vera componente di evoluzione psicologica che sarebbe tanto apprezzata in un anime che cerca di far fare al suo protagonista un percorso di formazione.

A livello tecnico è molto buono. Mi ha lasciato perplesso solo la scelta di far volti senza occhi per spersonalizzare i personaggi non principali - se ricordo bene è una tecnica non recentissima, ma, anzi, abbastanza vecchia.
La regia è ottima come le animazioni. L'OST non è tantissima, ma di impatto, in particolare la opening, che in alcuni episodi sembra un continuo degli eventi della protagonista.

Insomma, un prodotto discreto che andrebbe visto!