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In queste ultime due stagioni abbiamo potuto notare un piccolo cambiamento nel mondo degli anime: già con "Kill la Kill" lo studio Trigger ha dato spazio a un mondo nonsense e in particolar modo all'esagerazione, argomento principale nei disegni della casa produttrice. "Mekakucity Actors" è stato un altro di questi esperimenti.
"Una città vuota". In "Mekakucity Actors" l'ambientazione risulta spoglia, vuota di ogni cosa e ogni luogo riconduce a un non so che di fantascientifico. Quindi bisogna scordarsi dei paesaggi che anime come "Sword Art Online" o "Wolf Children" ci mostravano. Qui tutto è vuoto, anche la popolazione è vuota, disegnata appunto in bianco. Questo permette allo spettatore di concentrarsi esclusivamente sul narrare della trama. Anche le animazioni dei protagonisti risultano innaturali, ma è una caratteristica unica dell'anime.
"Ti racconto una storia, anzi tante!". Con questa frase si può riassumere la tecnica narrativa di "Mekakucity Actors", ovvero un conosciutissimo multi point of view molto accelerato. In pratica in ogni episodio si avrà un incipit completamente scoordinato dal finale del precedente episodio che si andrà a collegare pian piano con il passare dei minuti. È quindi difficile adattarsi a questo tipo di narrativa guardando una puntata a settimana, ma è comunque apprezzabile. La trama non la accenno neanche, perché secondo me bisogna godersi questa storia senza sapere nulla e cercando di capire da soli.