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Se c'è una cosa di cui noi tutti appassionati d'animazione siamo tristemente consapevoli, è lo stereotipo di "favole per bambini" a cui questo genere rimane inesorabilmente attaccato e col quale viene percepito da gran parte del pubblico generalista. Dai film Disney, talvolta oscuri nelle tematiche ma dall'immancabile lieto fine, ai cartoni fuori target adattati per i bambini da Mediaset negli anni '90, alle prese in giro che molti di noi hanno dovuto subire per una supposta incongruenza tra hobby ed età, inizialmente sembrava che nulla potesse smontare questo pregiudizio.

A prima vista "Leafie - La storia di un amore", produzione coreana datata 2011 e portata in Italia da Mediterranea, sembrerebbe rientrare nei canoni del cartone tipo. Animazioni di stampo tradizionalista, senza computer grafica e colorate a mano, e un tema tra i più classici, l'amore tra madre e figlio. Tuttavia, da un oggetto così semplice eppur così complesso, il regista Oh Sung-yoon trae una storia originale e commovente, capace di essere apprezzata dai bambini così come dagli adulti.

La prima caratteristica, l'originalità, si riscontra in diversi aspetti: innanzitutto, la storia è narrata dal punto di vista di una madre, una gallina giovane e in cerca di libertà dal pollaio entro le cui mura è sempre stata costretta. Non appena ella ottiene la libertà tanto desiderata, con essa scoprirà i pericoli che si celano nel mondo esterno, la morte in primis. Infatti, dopo la morte dell'amico germano Wanderer e della sua compagna, la gallina Leafie si ritroverà a dover covare il loro uovo, fortunatamente salvatosi. I suoi sforzi porteranno alla nascita di un piccolo anatroccolo, che sin da subito percepirà Leafie come sua madre. E qui veniamo al secondo elemento di originalità, ossia i pregiudizi e la cattiveria con cui la società degli animali si pone nei confronti di Leafie e il figlio Greenie, una famiglia "innaturale", incapace di volare e nuotare la prima, in preda a ribellioni adolescenziali il secondo. Solo dopo essere incorso in un mortale pericolo, Greenie capirà l'importanza dell'affetto della madre e tornerà da lei. Finchè non arriva il momento del distacco...

Senza anticipare il finale, dolce-amaro, penso che esso, nonostante una nota triste, sia in fondo positivo. Innanzitutto, è il compimento di una missione ed è sacrificio per gli altri, chiunque essi siano (persino se costui è il tuo peggior nemico). Leafie ha un cuore grande e ama la vita senza far differenza tra la propria o quella del prossimo. E' un personaggio che si entusiasma facilmente, talvolta comicamente iper-apprensivo, ma in fondo saggio, e dotato di una grande inventiva. Greenie simboleggia invece la speranza e l'amore filiale, valore presente nella società asiatica e di cui neppure il film manca.

In sintesi, Leafie ci propone una visione diversa e originale del mondo degli animali, comunicandoci la forza e l'importanza dell'amore tra madre e figlio, al di là della "razza", della distanza e in ultimo del tempo. Confesso di essermi commossa come poche volte durante il finale, pur non essendo una bambina piccola. E' questo il punto forte di "Leafie": un film dalle molteplici letture, che può suscitare riflessioni e sensazioni diverse in ogni spettatore, e che per una volta smonta il pregiudizio dei "cartoni animati per bambini". Da provare (con fazzoletti a portata di mano). Voto: 8