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"Walther P38", conosciuto anche con il nome di "Nome in codice Tarantola", è, secondo la mia opinione, uno degli special meglio congegnati e in generale più riusciti sul personaggio di Lupin III.

La sequenza di apertura è molto d'effetto e permette già di assaporare quell'atmosfera cupa e greve che si respirerà durante tutto il film. Senza scendere troppo nei dettagli rischiando di rovinare la visione, la sceneggiatura si discosta dei canoni classici che si sono visti altre volte: nessuna richiesta da parte di Fujiko, nessun tesoro da recuperare, solo il desiderio di Lupin di chiudere definitivamente i conti con il suo passato. L'unica traccia è una pistola, anzi la pistola, la mitica Walther P38, simbolo stesso di Lupin III. Infatti in questo special è lui il vero protagonista, mentre i suoi compagni e Zenigata hanno principalmente il ruolo di linea comica e in generale compaiono meno del solito.
Tra i personaggi presenti una menzione particolare va fatta alla "Lupin girl" di turno, personaggio molto interessante e ben caratterizzato, animato da un semplice quanto irraggiungibile desiderio, la ricerca della libertà.

La fotografia è mantenuta quasi sempre su toni molto scuri, e le rare volte che ci vengono mostrati degli spazi più ampi e luminosi questi hanno il solo scopo di causare un netto contrasto con la fotografia vista finora, in similitudine con l'idea stessa della libertà contrapposta alla prigionia.

La colonna sonora, composta da Yūji Ōno, è molto ben realizzata e d'effetto. In particolare, il brano "Don't Forget My Eyes", presente più volte nel film sotto forma di musica da carillon, è eseguito nel finale con l'uso di una fisarmonica, che rievoca i Lupin del passato e crea una cornice a dir poco spettacolare, per uno dei più bei finali mai visti in uno special su Lupin.
Voto: 9