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5.0/10
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"Gingitsune" è una serie animata di 12 episodi che potremmo classificare come slice of life con elementi di sovrannaturale.
Saeki Makoto è una liceale e abita nel santuario shintoista, di cui la sua famiglia si occupa da generazioni. Sua madre ne era la legittima erede, ma morì quando Makoto aveva quattro anni, lasciandole il proprio ruolo e con esso la capacità di vedere gli "shinshi", spiriti di animali al servizio della divinità. Fu così che la piccola Makoto conobbe Gintaro, un grosso volpone antropomorfo dall'aspetto burbero, che da secoli ricopre l'incarico di shinshi presso il santuario della sua famiglia. Da allora Gintaro ha sempre fatto parte della vita di Makoto, che si rivolge a lui per avere consigli, parlare delle proprie preoccupazioni o ricevere aiuto. Nonostante il carattere un po' scontroso, Gintaro ascolta e aiuta la ragazza, talvolta facendo uso dei propri poteri divinatori, e di tanto in tanto le insegna qualcosa sugli shinshi e la parte spirituale del mondo, che è invisibile agli occhi dei normali esseri umani.
Questa è la trama di base, ma ad essere onesti credo siano doverose delle precisazioni: innanzitutto, nonostante le premesse, in questo anime il tema del sovrannaturale non è molto sfruttato. Vediamo molti shinshi, ma la loro funzione è prevalentemente quella di dialogare con la protagonista. Il fascino dei poteri spirituali e degli incantesimi è praticamente assente e l'aiuto magico di Gin (così la ragazza ha soprannominato Gintaro) si limita a tre o quattro occasioni.
E' vero però che il confronto tra creature spirituali ed esseri umani può risultare interessante anche solo attraverso il dialogo, se si paragonano i rispettivi modi di esistere. Per esempio molti manga e anime di questo genere sfruttano la tematica della diversa durata della vita. Infatti che si parli di youkai o shinshi si tratta comunque di creature che vivono per secoli, talvolta addirittura millenni, e quindi hanno una percezione del tempo completamente differente dalla nostra.
In altri anime le storie contenti rapporti di amicizia o amore tra questi esseri e gli umani, sono spesso ricche di riflessioni sulla vita e intrise di tristezza ed emozioni profonde.
Anche Gingitsune in un'occasione gioca sul dolore emotivo provocato da questa diversità e Makoto deve accettare il fatto che la sua vita ha la durata di un attimo agli occhi del suo amico Gin. Sarebbe stato un ottimo argomento su cui lavorare a lungo, invece il problema viene risolto con una rapidità che ha dell'incredibile (2 minuti di video).
Posso capire che gli autori preferiscano uno slice of life tranquillo e spensierato, ma con un atteggiamento così superficiale anche il fascino del confronto tra esseri diversi è stato ridotto al minimo. In questo modo la tematica del sovrannaturale è stata praticamente sprecata e allo spettatore non sono rimaste che le briciole di quello che poteva essere il piatto forte.
Mettendo da parte l'aspetto sovrannaturale, la seconda base su cui poggia la serie è la vita quotidiana di Makoto. Sin dall'inizio la vediamo alle prese con le compagne di classe, tra litigi, incomprensioni e nuove amicizie, ma non posso dire che sia una visione entusiasmante.
La prima impressione di Makoto è di una ragazzina infantile e con poco carattere, che non riesce ad essere decisa e imporsi quando necessario, anzi si fa trascinare dal ritmo degli altri. Nel primo episodio dà il peggio di sé dipendendo completamente da Gin e poi dandogli la colpa per le proprie mancanze. Fortunatamente in seguito non è più così insopportabile, ma rimane l'impressione che sia "troppo bambina" per la sua età e che un briciolo di decisione in più non guasterebbe. Credo che un grosso miglioramento avvenga nel secondo episodio, con l'arrivo di due nuove amiche con personalità più marcate.
In ogni caso a livello di trama non cambia molto: vediamo il trio di amiche alle prese con piccoli problemi quotidiani tra scuola e famiglia e talvolta l'attenzione si sposta anche sui loro conoscenti.
Non ci sono sviluppi significativi nella trama generale, se non la presentazione di nuovi personaggi. Non si può nemmeno dire che questi abbiano un'evoluzione caratteriale degna di nota, a parte un paio di casi in cui comunque è stato detto poco.
Considerato che l'aspetto sovrannaturale è stato sfruttato pochissimo e quello della vita della protagonista non ha portato a sviluppi considerevoli - se non all'arricchimento del cast - direi che l'unica cosa che rimane da analizzare sono le trame dei singoli episodi. Nel complesso direi che le storie si sviluppano con calma e una certa lentezza. In alcune vediamo Makoto e Gintarou alle prese con altri shinshi, in altre l'attenzione è più incentrata sulla vita della ragazza con le sue amiche, ma in alcune occasioni si spende tantissimo tempo su personaggi meno che secondari.: sono rimasta abbastanza sorpresa quando hanno dedicato metà episodio al collaboratore del padre di una delle amiche di Makoto. Personalmente mi è piaciuto più di altri, ma davvero avevamo il tempo di approfondire quella che finora era stata quasi una comparsa? Metà episodio su una serie di 12 non mi pare poco.
In generale ogni puntata racconta una storia che si conclude entro la fine dello stesso episodio, ma non mancano i riferimenti ad eventi passati o programmati per il futuro.
Per quanto riguarda la qualità delle storie narrate credo che molto dipenda dalle aspettative dello spettatore. Alcuni episodi sono più movimentati, ma spesso ho avuto l'impressione che si facesse tanto chiasso per nulla: battibecchi, battutine, chiacchiere inutili... l'attenzione viene continuamente posta su particolari poco importanti e quando si arriva alla fine dell'episodio non è ancora chiaro se i protagonisti siano riusciti a risolvere il problema del giorno oppure no. In altri casi invece, dopo tanto parlare, il problema viene risolto senza che lo spettatore veda nulla e la nuova situazione ci viene semplicemente riferita a voce da uno dei personaggi.
Altri episodi invece hanno una trama così misera da poter essere tranquillamente scambiati per episodi filler.
A parte un paio di eccezioni, la mia impressione è di un insieme di racconti di vita quotidiana, per lo più piatti e inconcludenti.
L'attenzione viene posta sulle piccole cose di tutti i giorni, e questo in sé non sarebbe male, ma credo che per rendere piacevole un anime di questo tipo sia necessario avere almeno dei personaggi interessanti, con una psicologia e un background ben studiati, in modo che lo spettatore sviluppi una certa curiosità nei loro confronti.
Purtroppo nel cast principale gli unici con un passato profondo e un buon potenziale di sviluppo sono Satoru e Haru, rispettivamente l'erede di un altro santuario e il suo shinshi. E' triste constatare che surclassano anche il duo Makoto-Gintaro, che in quanto protagonisti dovrebbero risultare di maggior interesse. Come già detto Makoto non ha un carattere che mi ha ispirato simpatia e anche dopo il disastroso primo episodio, non sono riuscita a trovarle nessun pregio degno di nota. Direi che come caratterizzazione non ha nulla di speciale e in un altro anime sarebbe stata il classico personaggio secondario che fa da supporto a uno più carismatico, ma decisamente non mi pare adatta al ruolo di protagonista. Gintaro se non altro può sfruttare la sua natura e l'impatto visivo offerto dal suo aspetto, ma a parte questo anche lui lascia molto a desiderare. Caratterialmente è il classico burbero, che nonostante l'atteggiamento da duro tiene alla protagonista e questo come punto di partenza non è male, ma manca un approfondimento del suo carattere e della sua storia. Nel primo episodio c'è un breve flashback sul suo passato, un breve racconto che come trama è un cliché, ma poi non viene aggiunto altro. A livello di dialoghi le battute di Gintaro sono una raccolta di classici già sentiti da personaggi come lui, manca un tocco personale che lo renda unico.
Per quanto riguarda il resto del cast, ho visto del potenziale in Funabashi, una delle compagne di scuola di Makoto, ma essendo un personaggio secondario in 12 episodi non è riuscita a sfruttarlo appieno.
In definitiva credo che il lavoro svolto sui personaggi sia insufficiente e per una serie che passa la maggior parte del tempo a narrare ogni piccolezza delle loro vite credo sia un grosso difetto.
Detto questo mi ritrovo a parlare di quelli che sono gli unici due pregi che posso elencare per questo anime. Il primo sono le atmosfere: non reggono assolutamente il paragone con quelle di altri titoli dello stesso genere come "Natsume yuujinchou " (in Italia "Natsume degli spiriti"), ma i discorsi degli shinshi e le visite ai templi e ai santuari, condite con delle gradevoli musiche di sottofondo, possono risultare piacevoli.
L'altro pregio sta proprio nelle spiegazioni sulle tradizioni giapponesi legate ai templi e ai santuari, che possono risultare interessanti per gli appassionati di cultura giapponese.
Per concludere non posso proprio dire che questa serie mi sia piaciuta, ma rivedendola una seconda volta l'ho leggermente rivalutata, quindi credo che molto dipenda dalle aspettative con cui ci si appresta a seguire quest'opera.
Se avete poca familiarità con storie riguardanti creature spirituali ed esseri umani e se volete saperne di più sulla cultura giapponese, specie per quel che riguarda le religioni, avvicinatevi pure a questo titolo. E' piuttosto infantile, ma qualcosa offre.
Se al contrario avete esperienza con il sovrannaturale giapponese e magari avete in mente titoli come il già citato "Natsume yuujinchou ", lasciate perdere: qua non troverete nulla di più di quel che avete già visto, se non un insieme di informazioni che probabilmente potreste apprendere più velocemente con un documentario.