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8.0/10
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Guardando le novità primaverili sono rimasta subito colpita dal titolo di questa serie, " I fiori del male", ispirato alla famosa raccolta di poesie di Charles Boudelaire, non ho potuto fare a meno di andarlo a scovare e di guardarmelo!
Non nego che mi aspettavo una certa pesantezza psicologica, o almeno ero certa che non si trattasse di una delle tante serie da guardare solo per un chara design innovativo, comunque sono rimasta spiazzata già dalle prime puntate, tanto che verso le quarta avevo intenzione di smettere! Faccio presente che guardo anime principalmente la sera prima di andare a dormire e vi giuro che mi ci volevano ore prima di addormentarmi tanta era l'ansia che mi trasmetteva!

I temi trattati sono più che altro intenerenti alla coltura giapponese, ma è possibile collocarli globalmente anche in altri contesti, sempre che di disagio sociale si parla.
I profondi dilemmi del protagonista, i suoi conflitti interiori, la paura di mostrare sé stesso e di essere accettato da una società chiusa sono così forti ed espressi con una tale angoscia da rimanerci sotto. Un racconto dominato dalla paura, dall'ansia di non riuscire ad esprimersi o ancora meglio da aver paura di farlo!
Sono molte le riflessioni che questa storia ci porta a fare durante il suo percorso narrativo, l'emarginazione e l'inadeguatezza di alcuni individui, costretti a reprimere il proprio io a causa di una coltura falsa ed ipocrita che si basa solo sull'apparenza. Un po' un problema che viene sentito ovunque dalla fascia giovanile, chi più chi meno. Certo in alcuni paesi come il Giappone, l'essere etichettati in un certo modo influisce in modo decisivo sulla vita stessa di un individuo, mentre in altri luoghi questo fenomeno è localizzato in zone dove vige una mentalità chiusa e ristretta.

Avvincenti e interessanti sono le profonde riflessioni e mutamenti psicologici dei protagonisti, a partire dall' introverso Kasuga, un ragazzino che potrebbe essere definito quasi insignificante, il suo amore per la lettura e il suo amore platonico per la sua compagna di classe sono tutto il suo universo, che viene brutalmente sconvolto da Nakumura. Inquietante ragazza dai capelli rossi .Nakamura, si fa largo nella vita del protagonista iniziando così quella che diventerà per il ragazzo una vera e propria tortura psicologica da cui non riesce a trovare via d'uscita. Un contratto quello stipulato con la ragazza dal quale non riesce a sottrarsi, terrorizzato dalle conseguenze, ma quali sono i motivi che portano Nakamura a comportarsi in questo modo? Il suo odio per i compagni, per quel piccolo paese e per la sua smisurata voglia di trovare qualcuno come lei e di no sentirsi più sola, qualcuno con cui poter andare oltre quelle colline. E poi c'è Saeki la musa, l'angelo puro e intoccabile di Kasuga.

Una particolarità di Aku no hana che ha fatto discutere molto è stata la scelta del rotoscopio per la realizzazione delle animazioni, opera del regista Hiroshi Nagahama, una innovazione secondo me molto azzeccata data la predisposizione realistica del manga! Il regista stesso ha voluto azzardare questa tecnica da molti criticata per poter differenziarsi da quelle che sono le ormai comuni animazioni, creando qualcosa che avesse maggior impatto sugli spettatori. Non pensiate che il rotoscopio sia una tecnica da nulla, i disegnatori impiegano il doppio del tempo rispetto alla normale animazione, quindi non si puo' di certo dire che sia stata una scelta economica!
La colonna sonora, anche questa molto particolare in perfetta linea con lo stampo drammatico dell'anime, l'ending è a dir poco inquietante!

Tanta ma tanta angoscia, un anime che riesce davvero a toccare l'intimo di chi lo guarda, finalmente una produzione che si sceglie non come passatempo ma come viaggio introspettivo, anche se il tutto viene condito abbondantemente come già detto con tanta ma tanta angoscia!
Consiglio di concedersi un attimo di riflessione prima di decidere di far partire il primo episodio, ma se ne si è convinti non potrete fare a meno che apprezzarlo, almeno un 8 ci sta tutto!