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"Senki Zesshou Symphogear G" è, incredibilmente (almeno per me), un buon prodotto, neanche troppo condito di fanservice (ce n'è, ma almeno non invade la trama ed è limitato quasi interamente alle trasformazioni), con una buona trama, un'ottima mitologia e un'ottima resa grafica, che rende il tutto "da divorare", soprattutto se si tiene conto che questa serie ha un ritmo adrenalinico basato sui cliffhanger impressionante, roba che non uscirete di casa finché non la finirete.

Volendo riassumere la trama, si tratta di una variante del genere majokko: le "Intonate" col loro canto possono sincronizzarsi con i frammenti di reliquia, generando delle symphogear, con cui combattere soprattutto contro i temibili Noise, armi ancestrali costruite dopo la distruzione della torre di Babele e in grado di carbonizzare (nel senso di "rendere carbone") gli umani con cui entrano in contatto.
Nella seconda stagione le nostre tre protagoniste dovranno vedersela con un'organizzazione criminale nota come Fine, che intende dominare il mondo e per farlo intende usare i Noise, che controlla tramite il bastone di Salomone, e tre symphogear nuove di zecca.

La trama procede senza sosta e si dipana in alcune sottotrame, permettendo, di fatto, di approfondire tutti i personaggi, compresi gli avversari che ben presto si riveleranno meno malvagi di quello che si poteva credere, tanto che finiremo per parteggiare anche per loro. L'unico vero cattivo e pazzo apparirà subito e sarà anche il personaggio più brutto della stagione: se la serie non raggiunge il 10, un punto lo deve a lui, che è troppo banale, stereotipato, bidimensionale e inutile.
Carenti restano ancora un po' le motivazioni dei personaggi, che spesso cambiano idea un po' troppo rapidamente e repentinamente, convincendosi profondamente di cose che fino all'episodio prima credevano profondamente sbagliate (RIP la stabilità di Maria, che in tredici episodi cambierà idea almeno una decina di volte, come manco una bipolare in sindrome pre...). Il tutto è un po' fastidioso, ma pace.

La mitologia della serie avanza di poco, ma si consolida, cosa importante, visto che la scorsa non spiegava molte cose, cose che io interpretavo come buchi di trama (Kanade canta una swan song e muore, e c'è gente che ne canta tre e poi saltella felice? Parliamone), ma che qui vengono almeno spiegate un po' di più.
Restano comunque incoerenze interne, di base. Un esempio: se la swan song di Chris può fronteggiare per un po' il cannone gungnir, che, a sua volta, può distruggere la Luna... non si potevano usare una-due swan song per riportare la Luna nella sua posizione originale? E soprattutto... se quello è il potere di una swan song, com'è che il mondo non è ancora esploso?

I combattimenti sono ben fatti: le tre nuove ragazze hai dei moveset non ripetitivi e che permettono scontri interessanti, che inoltre raramente cadono nel banale, cosa assolutamente apprezzabile. Il punto debole restano i Noise e i militari, che non capisci mai che ci stiano a fare, tra tutti, ma quantomeno ci permettono di fungere da carne da cannone per vedere in azione le tecniche delle ragazze.
Come nella precedente ho trovato esagerato il finale, anche se è molto ben girato e molto meno fastidioso del primo, che se guadagnava in pathos era decisamente surreale (avanti, parliamone! Chris si prende in faccia il gungnir dopo essersi fatta la swan song, cade dallo spazio tipo, almeno a giudicare dalle inquadrature, ed è ancora viva?!).

Altra cosa bizzarra, le canzoni: l'anime ne è zeppo, ma... non mi convincono. Non ti entrano nel cervello come quelle de "Le principesse sirene", non sono coinvolgenti come anche solo le sigle di "Ranma 1/2" e non sono lontanamente paragonabili a quelle di "Nana". Per una serie dove la chiave è la musica, la musica che supera le parole e ci unisce, trovo sia piuttosto grave.

Mozione speciale, per concludere, a Fine e Kanade, che hanno giusto una battuta a testa, ma che si ricorda bene.