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Ore wa Teppei è senza alcun dubbio un anime sportivo particolare, ma che per la sua simpatia riesce ad appassionare anche chi di sport (e di Kendo, soprattutto) non ne sa nulla.
E' una storia semplice, che sa strappare qualche risata puntando soprattutto sulla bizzarria dei personaggi, protagonisti e non: emblematico l'esempio della nonna o del padre di Teppei che, nonostante nella seconda parte dell'anime spariscano praticamente dalla scena, non si fanno dimenticare facilmente.
Teppei è la storia di questo ragazzino scalmanato che inizia il suo "viaggio" verso la maturità da vagabondo e ladro: non vuole mai andare a scuola e, anzi, ne combina di tutti i colori a chiunque non gli vada particolarmente a genio (e, paradossalmente, anche a chi invece attira le sue simpatie!). Non conosce altro modo di rapportarsi con gli altri perché cresciuto con un padre irresponsabile e ubriacone, che ha lasciato la sua numerosa famiglia per inseguire il suo folle sogno: trovare un tesoro che sarebbe presumibilmente nascosto tra le montagne giapponesi. Scazzottate e scherzi vari si susseguono nelle prime puntate, ma ad un certo punto sembra che la vita di Teppei sia destinata cambiare radicalmente: il padre di Teppei decide di tornare a casa.
In mezzo alla civiltà per il ragazzino non è facile, ma sarà proprio grazie alla sua difficoltà ad inserirsi in una famiglia e in una società dove non è il più forte che la fa da padrone e le sue bighellonate vengono mal viste da tutti, che Teppei capirà di dover cambiare registro: si iscrive al corso di Kendo a scuola e lì, non senza ficcarsi in qualche guaio, impara l'importanza della disciplina e del lavoro di squadra.
La seconda parte del cartone è, per chi non è interessato allo sport, a tratti un po' noiosa, ma si lascia guardare facilmente comunque, grazie ai rapporti che Teppei instaura piano piano con i suoi compagni e il suo maestro.
Il punto di forza dell'anime secondo me è proprio il personaggio di Teppei. E' ben caratterizzato e sembra davvero di avere a che fare con un ragazzo cresciuto nell'isolamento più totale, e anche se le sue malefatte fanno sorridere è difficile entrare in sintonia con lui del tutto proprio per questo suo comportamento esagerato. Alla fine però (non senza un aiuto esterno) riesce a trovare una sua dimensione nel mondo e a farsi apprezzare dagli altri per quello che è, impegnandosi ad imparare e sfogando le sue inesauribili energie nello sport.
Una bella morale che fa da sfondo ad un anime tendenzialmente comico, insomma. Il Giappone ci ricorda nuovamente che il duro lavoro e la fatica ripagano, sempre; questa volta tramite il racconto di un "ragazzaccio" che grazie alla sua passione riesce a riscattare se stesso.
Consigliato!