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Jenny la tennista (titolo originale Ace o nerae!, trad. lett. "Punta all'ace!") è in primo luogo un manga di Sumika Yamamoto, pubblicato in patria in due parti narrative (1972-75, 10 tankobon; 1978-80, 8 tankobon) tra di loro in continuità (pur con un evento molto forte e significativo che le separa). Per parlare del film, bisogna fare una (spero breve) premessa sulle due serie TV che lo precedono.

Il fortunato fumetto ottenne da subito un buon successo, così la Tokyo Movie Shinsha ne commissionò una trasposizione animata, affidandone la regia a Osamu Dezaki e il character design ad Akio Sugino (già colleghi in Rocky Joe tre anni prima; siamo agli albori di uno dei più felici sodalizi nel mondo degli anime). Questa prima serie, iniziata nell'ottobre del 1973 e dunque col manga ancora in corso, prese un po' le distanze dall'opera originale, dovendo sopperire alla mancanza di pagine su cui basarla. Terminò nel marzo 1974, con all'attivo ventisei episodi, che coprivano più o meno quattro tankobon del manga. Questa serie animata è stata trasmessa anche in Italia nei primi anni Ottanta, con un doppiaggio francamente imbarazzante (Piera Vidale sulla protagonista era ridicola... ed era comunque la migliore del cast!).

Mentre Sumika Yamamoto si apprestava a cominciare la seconda parte del manga, la TMS decise di realizzare una nuova serie tratta dai primi dieci tankobon. Dall'ottobre 1978 al marzo 1979 andò così in onda Shin ace o nerae! ("Il nuovo punta all'ace!"), venticinque episodi, con la regia di Minoru Okazaki e il chara design di Takao Tanna. Questa serie, più fedele alla controparte cartacea, in Italia è ancora inedita.

E arriviamo al film... Sempre nel 1979, la TMS continuò a cavalcare la cresta dell'onda, facendo uscire nelle sale giapponesi un lungometraggio di un'ora e mezza dedicato a Ace o nerae!. Alla regia torna lo stimato Osamu Dezaki, al chara design e alla direzione dell'animazione c'è di nuovo la mano raffinata di Akio Sugino (infatti, il remake della serie TV 1978, seppur con una grafica più moderna rispetto a quella del 1973, risulta esteticamente più scialbo).
Forti di un budget più elevato da spendere in un solo lungometraggio e anche della disponibilità di una sceneggiatura già solida (ancora i primi dieci tankobon della prima parte della storia), Dezaki e Sugino riescono senza dubbio a realizzare una nuova trasposizione animata tecnicamente migliore delle due incarnazioni precedenti.

Dopo questa forse troppo lunga premessa tecnica, arrivo a parlare della storia e dei personaggi (anche se non voglio andare troppo nello specifico, visto che l'evento clou è un grosso spoiler!).

La protagonista della vicenda è Hiromi Oka, una ragazza di quindici anni iscritta al Liceo Nishi, dove frequenta il club di tennis, non tanto per la passione per lo sport in sé, quanto per la grande ammirazione che nutre verso la migliore tennista della scuola, Reika Ryuuzaki. Quest'ultima è talmente talentuosa, bella e leggiadra da essere stata soprannominata "Madama Butterfly". Le cose cambiano quando a scuola arriva un nuovo allenatore, Jin Munakata, che - vedendo in Hiromi un grande potenziale - decide di sceglierla tra le cinque studentesse che parteciperanno al torneo interscolastico, preferendola ad altre ragazze più preparate. Hiromi è guardata con sospetto dalle altre studentesse, ma da quel momento, mentre cerca di riguadagnare la fiducia della sua adorata Madama Butterfly - che in particolare non ne vuole sapere di giocare con lei in un doppio - si sottoporrà agli estenuanti allenamenti di Jin per dimostrare a tutti di essere una valida tennista. Tra alti e bassi, sofferenze e momenti di sconforto, Hiromi riuscirà nel suo intento. Ma il futuro che l'attende non è tutto rosa e fiori...

Vista la durata contenuta, il film opera numerosi tagli alla storia originale, dovendo condensare dieci tankobon in appena novanta minuti. La principale conseguenza di questa necessità è che tutto finisce per ruotare esclusivamente intorno alla protagonista Hiromi e al suo rapporto con il mondo del tennis. La vedremo impegnarsi e maturare, mentre cerca a tutti i costi - ma sempre con una grande correttezza - di arrivare al suo obiettivo: diventare una tennista di grande livello. Il suo personaggio è dunque l'unico veramente caratterizzato e su cui la sceneggiatura si sofferma. Già Jin, che è comunque un personaggio fondamentale, risulta un po' più sfumato e sullo sfondo. Quanto agli altri personaggi, quelli che si notano di più - ma con tutti i limiti della scarsa presenza sulla scena - sono Reika/Madama Butterfly, Maki (migliore amica di Hiromi), Todo (campione maschile del club di tennis del Nishi) e Ranko (sorellastra di Jin).
La prima ora del film è tutta dedicata all'evento sportivo più importante dei primi numeri del manga, cioè il torneo interscolastico, in cui Hiromi giocherà un doppio con Madama Butterfly. L'ultima mezz'ora, invece, con tagli e grandi salti, arriva a narrare gli eventi degli ultimi tankobon: da un lato il grande impegno di Hiromi per essere selezionata per un importante torneo negli USA, dall'altro un evento che lascia un grande vuoto nella vicenda, ma ne segna anche una sorta di conclusione (il finale è aperto, seppur perfettamente sensato e apprezzabile).

Da un punto di vista tecnico il film va senza dubbio segnalato per l'eleganza e la raffinatezza della grafica. Scordatevi le tinte piatte, la colorazione approssimativa e i disegni estremamente abbozzati (e anche le sproporzioni) delle due vecchie serie TV. Gli incontri di tennis sono belli e realistici e mettono in particolare risalto la qualità che c'è dietro questo film, con le migliori scelte registiche che avrebbero poi reso famoso Osamu Dezaki (inquadrature angolari, le sue amate "cartoline" - fermo immagine acquerellati sui momenti chiave -, lo split-screen, cioè lo schermo diviso, non solo in due parti simmetriche, ma anche tre, quattro e anche di più) unite al bel disegno di Sugino. Vediamo nascere in questo film uno stile che ritroveremo nelle future opere del duo.

Il character design di Sugino, curatissimo, rispecchia molto fedelmente quello di Sumika Yamamoto. Ad essere sincero, preferisco la successiva evoluzione del chara di Sugino su questo genere di prodotti, probabilmente influenzato dai disegni di Riyoko Ikeda e dal lavoro fatto subito dopo il film di Ace o nerae! sulla serie TV di Lady Oscar (anche se il character design di questa serie fu sviluppato da Shingo Araki, Sugino partecipò alla sua realizzazione e realizzò anche disegni e settei personali). Quest'ultimo design "maturo" è quello che ritroviamo nelle due serie OAV del 1989-90, tratte più o meno liberamente dalla seconda parte del manga di Ace o nerae! (quella disegnata tra il 1978 e il 1980), ma anche in Caro fratello, serie TV del 1991 tratta da un manga di Riyoko Ikeda del 1975.

Invece, il character design sviluppato da Sugino per questo film enfatizza alcune caratteristiche del disegno originale della Yamamoto che trovo stonino un po' in animazione: gli occhi sono troppo tondi e troppo vicini, i nasi sono pure un po' troppo "morbidi" e arcuati (rispetto ai canoni un po' più spigolosi dello stile ikediano).
Tuttavia, resta un'ottima prova dello stile "shoujo classico" ed è un gran piacere guardarlo. In particolare, a fronte di serie animate più vecchie - comprese le due di Ace o nerae! - vediamo per la prima volta disegnati e animati come si deve i boccoli della "bella bionda" di turno. Quest'ultima è quasi un personaggio canonico degli shoujo manga anni Settanta, di cui la più celebre incarnazione è ovviamente Maria Antonietta, ma nel novero rientrano anche la nostra Reika/Madama Butterfly, Fukiko/Lady Miya (Caro fratello), Ayumi Himekawa (Il grande sogno di Maya), solo per citare le più famose. Devo dire che sul mio viso si è stampato un grandissimo sorriso quando, la prima volta che ho guardato il film di Ace o nerae!, nella scena d'apertura ho visto giocare a tennis niente meno che… la Regina di Francia! (scherzo, o forse no... l'effetto è assolutamente quello!).

Le somiglianze con la celebre serie ambientata alla corte di Francia non finiscono qui. Infatti, altra cosa che nel film di Ace o nerae! può sorprendere lo spettatore che conosce a memoria Lady Oscar sono... le musiche! Il compositore è lo stesso, Kouji Makaino, che evidentemente compose diversi brani per la colonna sonora del film e nello stesso anno le riutilizzò per la serie TV di Oscar. Risentire quei temi musicali, così fortemente ancorati nella mia percezione a determinate scene e anche a certi personaggi, devo dire che è un po' spiazzante.

Non posso esprimermi sul doppiaggio originale, perché non l'ho mai ascoltato, in compenso si possono spendere due parole su quello italiano. Come dicevo, la prima serie TV del 1973 arrivò in Italia nei primi anni Ottanta (forse l'82?) con un doppiaggio tremendo, in cui la pur brava e simpatica Piera Vidale risultava singolarmente inopportuna sulla protagonista (gli altri personaggi erano anche peggio, un completo cast male accozzato, con voci da macchietta in una serie drammatica). Nel 1990, quando Mediaset decise di mandare in onda anche le due serie OAV appena prodotte in Giappone, fu deciso di ridoppiare l'intera prima serie. Furono mantenuti i nomi inglesi dei personaggi, tra cui Hiromi diventata Jenny (origine del titolo italiano), ma il doppiaggio era decisamente gradevole, in particolare grazie alla voce scelta per la protagonista, l'indimenticabile Susanna Fassetta (purtroppo per noi, proprio poco dopo decise di lasciare il mondo del doppiaggio...).

L'edizione italiana di questo film fu commissionata dalla Italian TV Broadcasting (ITV) e il doppiaggio fu realizzato dalla Oceania Film. Credo ci siano stati a metà anni Ottanta dei passaggi televisivi; sicuramente la ITV lo pubblicò in VHS nel 1984 (erano le VHS con le copertine argentate; quella di Jenny sembrerebbe fosse destinata al video noleggio). Fu pubblicato, per la vendita, anche dalla Eden Video, nota per le sue edizioni pirata. Successivamente nel 1999 è stato pubblicato di nuovo in VHS da Yamato Video e poi edito in DVD nel 2003 da Mondo TV.

Nel film - il cui doppiaggio quindi si colloca cronologicamente a metà tra quello storico e il ridoppiaggio Mediaset - è stato deciso di ripristinare tutti i nomi originali dei personaggi, con l'eccezione di quello della protagonista (evidentemente per far presa sul titolo dell'opera, ormai identificato dal pubblico italiano come Jenny la tennista). Curiosamente, però, è stata operata una "mezza modifica": nell'adattamento TV Hiromi Oka era diventata Jenny Nolan, nel film il suo nome è diventato... Jenny Hiromi! Praticamente hanno fatto diventare il nome originale il cognome. Per il resto la cosa che più salta all'occhio, come già segnalato nell'altra recensione, è la traduzione di una frase chiave scritta su un diario: quel "punta all'ace", che dà il titolo alla serie, è diventato un semplice "devi vincere!" (nell'edizione Mediaset era invece "Punta tutto sugli ace!", quindi comunque andava ancora bene).

Susanna Fassetta fu l'unica doppiatrice del cast del film ad essere riconfermata per il ridoppiaggio Mediaset e francamente è anche l'unica che abbia davvero apprezzato. Trovo che il doppiaggio del film sia complessivamente inferiore, più che altro per la scelta del cast, che risulta meno convincente e più scollato rispetto al ridoppiaggio TV. Su Reika c'è Valeria Perilli (nel ridoppiaggio c'è Laura Lenghi), su Ranko c'è Beatrice Margiotti, qui stranamente nasale (nel ridoppiaggio TV c'è Stefania Patruno), su Jin c'è Sergio Antonica al posto di Angelo Maggi (che era splendido), per non parlare della deliziosa Stella Musy su Maki qui sostituita da una doppiatrice, per me ignota, decisamente troppo... cavernosa!

Complessivamente si tratta di un bel film sportivo, forse un po' troppo serrato nei tempi, così da lasciare poco spazio a personaggi che - anche all'occhio di chi si avvicina per la prima volta a questo prodotto - possono apparire comunque interessanti. Ma forse la pecca più grande è che, al di là di tutti gli altri comprimari sacrificati, sia proprio il rapporto Hiromi/Jin a non venire particolarmente preso in considerazione. Alla fine il film sembra essere solo esclusivamente giocato sulla coppia Hiromi/gioco del tennis, con troppo poco spazio lasciato ai sentimenti.
Consiglio comunque di vederlo, anche solo per curiosità, visto che si tratta di un prodotto ben confezionato. Se piace, direi di lanciarsi sul manga.