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"One Piece Film: Z" - finito da poco di guardare su Italia 2 - è un film cinematografico della famosa serie gallina dalle uova d'oro di Shonen Jump e Toei Animation realizzata da Eiichiro Oda. La trama è abbastanza tipica di questo tipo di lungometraggi tratti dagli anime; un vecchio amico/nemico del gruppo X (la marina in questo caso) è tornato più incazzato che mai a vendicarsi e a spaccare tutto e tutti per i torti del passato.

Zephyr detto "Z" è un ex-ammiraglio della marina, che, sentendosi tradito dalle politiche errate di chi dovrebbe mantenere la giustizia, ha deciso di fondare una Neo-Marina e rimpiazzare quella già esistente, così da spazzare via tutti i pirati; ovviamente la ciurma di Cappello di Paglia invece di filare dritto verso quel benedetto tesoro di One Piece che ci sta oramai appiattendo i testicoli da oltre quindici anni, se ne sta in un'isola a cazzeggiare e si troverà ovviamente coinvolta con Z e la sua ciurma.

Devo dire di aver trovato interessante e abbastanza convincente il fim per una bella metà; l'antagonista mi è piaciuto sia graficamente che caratterialmente, la sua pericolosità si fa sentire, e il potere di uno dei due sottoposti (quello di far ringiovanire di dodici anni a colpo) è piuttosto curioso. Anche la storia di Z parafrasata da Garp, seppur tipica, non è affatto malaccio. Il problema è che a metà della durata, dopo alcuni momenti fermi in parte noiosi, il film sembra smarrire la via per un intreccio, e la storia si riduce a una semplice sequela di combattimenti spediti tra soldati random (una cosa che odio terribilmente) e con i due sottoposti di Z, che si risolvono in modo fin troppo placido per i miei gusti, il che dà l'idea di scontri che hanno il solo scopo di protrarsi come sfilate di tecniche... insomma, un bel fanservice.

A tal proposito, trovo che questo film abbia marciato un bel po' anche col fanservice ecchi sulle forme di Nami e Nico Robin (vedasi seni traballanti e gambe aperte giganti!), cosa che ultimamente è una prerogativa (fastidiosa) anche del manga. Un'altra cosa che non ho gradito è la caratterizzazione di Usop, che è ancora relegato al fifone che non vuole mai entrare in battaglia e inventa balle per fuggire; caspita, quello era l'Usop del pre-timeskip, il nuovo allenato e cresciuto non dovrebbe essere così, e questa è purtroppo un'incoerenza di fondo che sto riscontrando anche nel manga originale.

Ho terminato quindi la visione del film con un senso di noia, ma per il resto ammetto di essermi anche divertito almeno in parte, e di riaver assaporato la bellezza dell'anime che oramai non seguo più da tempo in favore del fumetto. Il doppiaggio italiano mi è parso buono, piuttosto ho qualche perplessità sull'interpretazione del doppiatore di Usop, in quanto mi pare che Luca Bottale gli abbia dato (in questo film) un'intonazione troppo giovanile. C'è poi la questione dell'adattamento mediasettiano, vedasi "Rubber", "Asop", "Frutti del mare", ma è vecchia storia, sono comunque contento che si pronunci almeno in un'occasione il nome originale del protagonista "Monkey D. Luffy" e che molte tecniche abbiano conservato il nome originale.

Mi spiace invece che si mantenga ancora l'omissione di termini come "morte" e "uccidere", mai pronunciati nel film, sempre sostituiti dai soliti sinonimi blandi. Io credevo fosse finita questa carramba tutta mediasettiana e invece...