Recensione
Shirobako
7.0/10
Nell'universo degli anime capita spesso d'imbattersi in storie molto affascinanti, ma tra loro molto simili e a tratti ripetitive. Per cui, nel momento in cui ci si imbatte, in questa giungla selvaggia, in qualche bestia rara, risulta impossibile non soffermarsi ad osservarla con attenzione, e di certo non potremmo credere ai nostri occhi davanti a una tale visione (se non fosse che questa visione è molto concreta e reale).
Questo è l'effetto che su alcuni potrà avere "Shirobako". Un anime molto originale, dalle tematiche profonde, che spinge lo spettatore a incuriosirsi e a indagare sempre più a fondo... ma cosa? La risposta è tanto semplice quanto stupefacente: il mondo stesso degli anime. Esatto! Perché "Shirobako" è un anime che parla di "come si fanno gli anime" e non soltanto del loro aspetto tecnico, ma anche di tutte quelle emozioni e difficoltà che occupano la mente di ogni persona coinvolta nella loro realizzazione.
La protagonista Aoi Miyamori è un po' il fulcro di tutta questa storia, portatrice di tutte le emozioni più coinvolgenti nell'arco della storia; con lei interagiscono tutti gli altri personaggi, alcuni ben caratterizzati, altri trattati un po' in modo superficiale, ma tutti si adopereranno per trasmettere alla nostra Aoi (e quindi anche a noi) tutti i loro sentimenti e tutta la loro passione per il loro lavoro: dal disegnatore degli sfondi, sempre alla ricerca del "cielo perfetto", al lavativo assistente di produzione sempre disattento e in ritardo, dal regista, figura comica ma sempre appassionata, al presidente che sembra più un padre o un padrone di casa molto cortese.
"Shirobako" mette insieme una schiera di personaggi bizzarri, dunque, che di certo non rispecchiano i reali caratteri di chi lavora in uno studio di produzione, ma di certo rappresenta ciò che essi vogliono essere. In questo senso, sembra infatti che i creatori dell'opera vogliano comunicare con lo spettatore dicendo: "Ecco, questi siamo noi... o meglio, vorremmo esserlo"; questo sforzo comunicativo protratto per tutta la serie e che racchiude sia momenti di gioia e felicità sia momenti di tensione e frustrazione non fa che accrescere l'interesse del pubblico verso l'opera e il suo messaggio.
Alla fine nessuno saprà con esattezza se è veramente così che nascono gli anime, ma di certo "Shirobako" ci rappresenta il "come gli autori di anime vorrebbero che fosse la loro stessa produzione". Per un parallelo cinematografico si potrebbe dire che "Shirobako" è come il felliniano "8 e 1/2".
Se dal punto di vista della trama e della sceneggiatura "Shirobako" è da ritenersi un'opera di prim'ordine, per quanto riguarda il comparto delle animazioni e del character design non ci sono da registrare particolari note di merito. Per quanto infatti l'anime presenti una certa attenzione nella cura dei personaggi e nella scelta dei background, questi non presentano particolarità che fanno saltare all'occhio la serie rispetto ad altre dello stesso periodo. Si può dire che "Shirobako", dal punto di vista grafico, non è diverso da altri anime moderni, ma comunque rimane a un livello più che gradevole.
Altre note "negative" sono l'estremizzazione di certi sentimenti e la drammaticità che da essi deriva; anche se il tutto è incentrato e voluto per far accrescere il pathos e la suspense nello spettatore, a volte sembra molto esagerata e artificiosa. Il comparto sonoro non è brillante, per motivi di trama si lascia più spazio al parlato (in alcune scene davvero logorroico) che a momenti di silenzio, anche la meditazione dei personaggi è fatta con soliloqui o dialoghi mentali. Addirittura per Aoi abbiamo due simpatici pupazzetti che rappresentano le sue visioni contrastanti, ma questa è stata davvero una bella trovata.
"Shirobako" in sostanza è un anime perfetto per chi è appassionato del genere, anche se non rappresenta nella sua completezza ed esattezza il mondo della produzione. Questa opera va accolta più come un lavoro catartico, nel quale gli stessi autori compiono una ricerca profonda all'interno di loro stessi e vogliono condividerla con gli spettatori. Per questo motivo "Shirobako" è apprezzabile al 100% solo da chi mastica anime e manga (oltre che di cultura popolare giapponese). Altri tipi di pubblico potrebbero trovare l'opera paradossale e ridicola, e questo è sia un punto di forza che a sfavore. Tuttavia il giudizio su questa serie non può che essere positivo, nella speranza che magari questa tematica venga ripresa, chissà, magari in un'ottica più realistica.
Questo è l'effetto che su alcuni potrà avere "Shirobako". Un anime molto originale, dalle tematiche profonde, che spinge lo spettatore a incuriosirsi e a indagare sempre più a fondo... ma cosa? La risposta è tanto semplice quanto stupefacente: il mondo stesso degli anime. Esatto! Perché "Shirobako" è un anime che parla di "come si fanno gli anime" e non soltanto del loro aspetto tecnico, ma anche di tutte quelle emozioni e difficoltà che occupano la mente di ogni persona coinvolta nella loro realizzazione.
La protagonista Aoi Miyamori è un po' il fulcro di tutta questa storia, portatrice di tutte le emozioni più coinvolgenti nell'arco della storia; con lei interagiscono tutti gli altri personaggi, alcuni ben caratterizzati, altri trattati un po' in modo superficiale, ma tutti si adopereranno per trasmettere alla nostra Aoi (e quindi anche a noi) tutti i loro sentimenti e tutta la loro passione per il loro lavoro: dal disegnatore degli sfondi, sempre alla ricerca del "cielo perfetto", al lavativo assistente di produzione sempre disattento e in ritardo, dal regista, figura comica ma sempre appassionata, al presidente che sembra più un padre o un padrone di casa molto cortese.
"Shirobako" mette insieme una schiera di personaggi bizzarri, dunque, che di certo non rispecchiano i reali caratteri di chi lavora in uno studio di produzione, ma di certo rappresenta ciò che essi vogliono essere. In questo senso, sembra infatti che i creatori dell'opera vogliano comunicare con lo spettatore dicendo: "Ecco, questi siamo noi... o meglio, vorremmo esserlo"; questo sforzo comunicativo protratto per tutta la serie e che racchiude sia momenti di gioia e felicità sia momenti di tensione e frustrazione non fa che accrescere l'interesse del pubblico verso l'opera e il suo messaggio.
Alla fine nessuno saprà con esattezza se è veramente così che nascono gli anime, ma di certo "Shirobako" ci rappresenta il "come gli autori di anime vorrebbero che fosse la loro stessa produzione". Per un parallelo cinematografico si potrebbe dire che "Shirobako" è come il felliniano "8 e 1/2".
Se dal punto di vista della trama e della sceneggiatura "Shirobako" è da ritenersi un'opera di prim'ordine, per quanto riguarda il comparto delle animazioni e del character design non ci sono da registrare particolari note di merito. Per quanto infatti l'anime presenti una certa attenzione nella cura dei personaggi e nella scelta dei background, questi non presentano particolarità che fanno saltare all'occhio la serie rispetto ad altre dello stesso periodo. Si può dire che "Shirobako", dal punto di vista grafico, non è diverso da altri anime moderni, ma comunque rimane a un livello più che gradevole.
Altre note "negative" sono l'estremizzazione di certi sentimenti e la drammaticità che da essi deriva; anche se il tutto è incentrato e voluto per far accrescere il pathos e la suspense nello spettatore, a volte sembra molto esagerata e artificiosa. Il comparto sonoro non è brillante, per motivi di trama si lascia più spazio al parlato (in alcune scene davvero logorroico) che a momenti di silenzio, anche la meditazione dei personaggi è fatta con soliloqui o dialoghi mentali. Addirittura per Aoi abbiamo due simpatici pupazzetti che rappresentano le sue visioni contrastanti, ma questa è stata davvero una bella trovata.
"Shirobako" in sostanza è un anime perfetto per chi è appassionato del genere, anche se non rappresenta nella sua completezza ed esattezza il mondo della produzione. Questa opera va accolta più come un lavoro catartico, nel quale gli stessi autori compiono una ricerca profonda all'interno di loro stessi e vogliono condividerla con gli spettatori. Per questo motivo "Shirobako" è apprezzabile al 100% solo da chi mastica anime e manga (oltre che di cultura popolare giapponese). Altri tipi di pubblico potrebbero trovare l'opera paradossale e ridicola, e questo è sia un punto di forza che a sfavore. Tuttavia il giudizio su questa serie non può che essere positivo, nella speranza che magari questa tematica venga ripresa, chissà, magari in un'ottica più realistica.