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Kiseiju è stato l'anime che è riuscito a mettere un po' tutti d'accordo. E per farlo ha dovuto ripescare un manga del 1990, sulla scia di un trend che, complice una crisi delle idee, ha toccato nello stesso anno altri manga come Notari Matsutaro (1973) e Ping Pong (1996). All'epoca il manga di Iwaaki non ha avuto molta fortuna in Italia, rendendolo di fatto un tesoro nascosto e sconosciuto ai più. Del manga scrissi che era un prodotto indeciso tra la lettura per ragazzi e adulta, ma che si sviluppava in una curva ascendente che di volume in volume limava i difetti e arricchiva il prodotto di nuovi pregi. Ad anime concluso, non so se la lettura del manga mi ha portato a sopravvalutare o a sottovalutare questo anime.

Kiseiju per l'occasione viene svecchiato, con un character design e un appeal più fresco, che non mi è dispiaciuto. L'incipit sembra una sorta di Peter Parker con gli occhi a mandorla. Purtroppo a me Kiseiju ha convinto più su carta. Seppure il ritmo soffra di eccessiva ripetitività ("Ho avvertito un compagno!"), non è lui il problema. Il problema è l'atmosfera. Non si respira l'atmosfera del manga e soprattutto non si respira tensione, sebbene la situazione migliori nella seconda metà della storia. Sarà poi la necessità di non annoiare lo spettatore, ma i dialoghi e i ragionamenti tra Izumi e Destro erano una colonna portante del prodotto. L'autore riuscì, seppure relegandoli al mondo dei villain, a ribaltare concetti negativi grazie a ragionamenti razionali e scientifici, con tanto di discorsi pro-cannibalismo. Questo aspetto viene un po' relegato nella versione animata per poi esplodere comunque nell'ultima puntata.

Concludendo, Kiseiju è un ottimo prodotto ed è sicuramente superiore alla media generale. Graficamente e tecnicamente è appagante. E inoltre, ultimo ma non meno importante, inizia e finisce. Mi esalterò con poco, ma in una scena dominata da finali aperti, sequel e spin-off, avere un finale è per me tanta roba. Purtroppo manca di quel qualcosa che ti appassioni, che ti faccia fremere dalla voglia di guardare l'episodio successivo.