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Minna-san, konbanwa! Quest'oggi permettetemi di parlarvi di un anime che mi ha entusiasmato molto durante la visione. Stiamo parlando di "Prince of Stride: Alternative", anime adatto alla visione di tutti che non contiene alcun fanservice (e già qui avremo un decrescente interesse in molti lettori che si erano lasciati sfuggire le caratteristiche dell'anime riportate nella scheda).
Nel dettaglio, l'anime è composto da dodici puntate, adattate dal manga di Shuji Sogabe (che risulta essere ancora in corso, quindi, chissà, potrebbe riservarci ulteriori uscite di stagioni).

Tornando all'anime, non possiamo non sottolineare la catalogazione puramente sportiva di esso, che, come in altri anime, porta a un coinvolgimento totale, con una crescente enfasi nei momenti delle competizioni: infatti stiamo parlando di gare sportive, composte da mini-sprint, nelle quali vengono aggiunti ostacoli sul percorso che necessitano salti e doti atletiche richieste nella disciplina del parkour. Qui, secondo me, abbiamo un gran bel punto a favore per Shuji Sogabe, che è riuscito a portare qualcosa di fresco in questo settore che vedeva un susseguirsi di anime scolastici, con superpoteri vari, che potrebbero risultare ormai noiosi ad alcuni utenti. (P.S. Io li adoro)
La trama, abbastanza poco complessa, parla di questo famosissimo club di stride, o parkour alternativo, ormai caduto in disgrazia, che cerca con l'aiuto di tre novellini il ritorno sulla vetta del podio nel famigerato End of Summer. Nel susseguirsi degli episodi troveremo situazioni più o meno complicate, alle quali i protagonisti saranno costretti ad esporsi per risolverle e arrivare al "collegamento perfetto", molto simile al passaggio di consegna del testimone presente nelle staffette.
Le gare potevano essere a mio parere strutturate un po' meglio, o semplicemente approfondite con ulteriori regole: l'unica regola è vincere, ma, come si potrà notare nel corso degli episodi, vengono proposte evoluzioni che potevano andare anche a incidere sulla valutazione complessiva della gara, e non risultare solamente spettacolari durante la visione.

Parlando del settore grafico, risalta subito la peculiarità nella scelta dei colori, infatti già dal primo episodio si possono notare come in certe situazioni vengano messe in risalto colorazioni vivaci, con forti contrasti che vanno ad ammaliare lo spettatore in fase di visione, il tutto a incentivare l'interesse.
Il comparto sonoro, per quanto poco vario e strutturato, lo ho trovato decisamente azzeccato, riesce a intrigarti nelle situazioni più coinvolgenti delle gare e ad accompagnare evoluzioni decisamente spettacolari e in alcuni casi abbastanza poco reali.

Per concludere, direi che l'anime è sicuramente da vedere per l'originalità, e le dodici puntate non risultano essere troppe, anche in caso di mancato interesse dopo le fasi iniziali.
Voto: 7.5