Recensione
20th Century Boys
8.0/10
<b>Attenzione contiene possibili Spoiler</b>
"Signora, suo figlio e' bravo... ma non si applica abbastanza".
Credo sia la più esatta delle frasi riconducibili a questo manga, ma andiamo con ordine.
Da piccoli tutti noi ci siamo immaginati come valorosi cavalieri, mirabolanti astronauti, felici principesse, ma in pochi si sono immaginati dei profeti.
In realtà i piccoli Kanji, Occi ed il resto di questa combriccola dal sapore "piccole canaglie", parte con un progetto molto ardito: costruire una base segreta, inventarsi un temibile nemico e proteggere la terra dal male.
Passano parecchi anni ed ormai quelle pesti, che negli anni '70 vivevano ogni giorno stupende avventure immaginarie da narrare nel loro libro, sono diventati tutti adulti, e di quella allegria e spavalderia verso il futuro è rimasto ben poco.
Il coraggioso Kanji, che sognava di diventare una star del rock, lavora in un negozietto, con sulle spalle la nipotina che la sorella scomparsa gli ha affidato.
Una vita piatta, scandita solo dalle parole dei clienti e le lamentele della madre.
Ma a turbare questa tavola incolore arriva la notizia del suicidio di uno dei suoi cari amici di infanzia, Donkey.
Perché Donkey si sarebbe suicidato? E' stato ucciso? Perché uccidere un povero insegnante?
Se ne vedono tante ai nostri giorni così, ma non se ne vedono tante di lettere lasciate prima di morire, lettere che aperte contengono laconici messaggi ed un disegno, un simbolo.
Due palpebre aperte, una mano a pugno con l'indice alzato ed all'interno un grande occhio... ma Kanji dove ha già visto quel simbolo? Era proprio la bandiera dei salvatori della pace sulla terra, era il simbolo che quei piccoli eroi avevano inventato per gioco.
Ma allora, perchè ora quel simbolo è sulle maglie di alcuni ragazzi? Perché è il simbolo di una strana setta guidata da un tale "Amico"?
Coincidenze? Sicuramente penserà Kanji.
Ma poco dopo un terribile contagio colpisce San Francisco, e subito dopo Londra, proprio come avevano pensato da piccoli, proprio come nelle loro avventure, quando una sconosciuta malattia attacca proprio quelle stesse città.
Kanji si accorgerà che non sono più semplici coincidenze, che c'è qualcuno che sta trasformando in realtà tutte le loro vecchie fantasie, ma stavolta non è un gioco, stavolta il sangue scorre davvero... e ci sono ancora tante pagine nel loro "libro delle profezie".
Questa è una iniziale trama di quello che a prima vista parrebbe un capolavoro come pochi altri. Effettivamente la prima decina di volumi circa sono praticamente perfetti.
I misteri, i colpi di scena, le rivelazioni, i segreti, tutto narrato in una sequenza tamburellante, senza sosta. Una sequenza di scene che toglie il fiato al lettore e lo costringe a prendere in mano il volume successivo senza guardare l'orario, facendo passare fame, sete, caldo o freddo.
Il disegno abbastanza pulito e dal tratto sicuro rende piacevolissima la fruizione dell'opera.
Poi però qualcosa si rompe... forse Urasawa ha fatto cadere troppa acqua nel fiume, e alla fine non riesce a farla arrivare tutta alla foce.
Purtroppo, pur rimanendo un prodotto al di sopra della media, finita la lettura si rimane delusi.
L'inizio scoppiettante, una trama sapiente, non trovano un corrispettivo finale. Negli ultimi volumi la storia non è all'altezza, troppi misteri archiviati facilmente e che non soddisfano assolutamente lo spettatore. E' una "Gioconda" senza sorriso, peccato solo che sia proprio il sorriso quello che tutti ricordano.
"Signora, suo figlio e' bravo... ma non si applica abbastanza".
Credo sia la più esatta delle frasi riconducibili a questo manga, ma andiamo con ordine.
Da piccoli tutti noi ci siamo immaginati come valorosi cavalieri, mirabolanti astronauti, felici principesse, ma in pochi si sono immaginati dei profeti.
In realtà i piccoli Kanji, Occi ed il resto di questa combriccola dal sapore "piccole canaglie", parte con un progetto molto ardito: costruire una base segreta, inventarsi un temibile nemico e proteggere la terra dal male.
Passano parecchi anni ed ormai quelle pesti, che negli anni '70 vivevano ogni giorno stupende avventure immaginarie da narrare nel loro libro, sono diventati tutti adulti, e di quella allegria e spavalderia verso il futuro è rimasto ben poco.
Il coraggioso Kanji, che sognava di diventare una star del rock, lavora in un negozietto, con sulle spalle la nipotina che la sorella scomparsa gli ha affidato.
Una vita piatta, scandita solo dalle parole dei clienti e le lamentele della madre.
Ma a turbare questa tavola incolore arriva la notizia del suicidio di uno dei suoi cari amici di infanzia, Donkey.
Perché Donkey si sarebbe suicidato? E' stato ucciso? Perché uccidere un povero insegnante?
Se ne vedono tante ai nostri giorni così, ma non se ne vedono tante di lettere lasciate prima di morire, lettere che aperte contengono laconici messaggi ed un disegno, un simbolo.
Due palpebre aperte, una mano a pugno con l'indice alzato ed all'interno un grande occhio... ma Kanji dove ha già visto quel simbolo? Era proprio la bandiera dei salvatori della pace sulla terra, era il simbolo che quei piccoli eroi avevano inventato per gioco.
Ma allora, perchè ora quel simbolo è sulle maglie di alcuni ragazzi? Perché è il simbolo di una strana setta guidata da un tale "Amico"?
Coincidenze? Sicuramente penserà Kanji.
Ma poco dopo un terribile contagio colpisce San Francisco, e subito dopo Londra, proprio come avevano pensato da piccoli, proprio come nelle loro avventure, quando una sconosciuta malattia attacca proprio quelle stesse città.
Kanji si accorgerà che non sono più semplici coincidenze, che c'è qualcuno che sta trasformando in realtà tutte le loro vecchie fantasie, ma stavolta non è un gioco, stavolta il sangue scorre davvero... e ci sono ancora tante pagine nel loro "libro delle profezie".
Questa è una iniziale trama di quello che a prima vista parrebbe un capolavoro come pochi altri. Effettivamente la prima decina di volumi circa sono praticamente perfetti.
I misteri, i colpi di scena, le rivelazioni, i segreti, tutto narrato in una sequenza tamburellante, senza sosta. Una sequenza di scene che toglie il fiato al lettore e lo costringe a prendere in mano il volume successivo senza guardare l'orario, facendo passare fame, sete, caldo o freddo.
Il disegno abbastanza pulito e dal tratto sicuro rende piacevolissima la fruizione dell'opera.
Poi però qualcosa si rompe... forse Urasawa ha fatto cadere troppa acqua nel fiume, e alla fine non riesce a farla arrivare tutta alla foce.
Purtroppo, pur rimanendo un prodotto al di sopra della media, finita la lettura si rimane delusi.
L'inizio scoppiettante, una trama sapiente, non trovano un corrispettivo finale. Negli ultimi volumi la storia non è all'altezza, troppi misteri archiviati facilmente e che non soddisfano assolutamente lo spettatore. E' una "Gioconda" senza sorriso, peccato solo che sia proprio il sorriso quello che tutti ricordano.