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6.0/10
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Koibana è sicuramente una buona lettura, ma al di là di questo non penso possa ambire a qualcosa di più. Capiamoci, la mia idea si fonda sulla lettura del solo primo volume dell'opera, quindi non è sicuramente un giudizio complessivo, ma di primo acchito. Nonostante questo, l'opera di Nagamu Nanaji non mi ha trasmesso molto, è un classico shojo come se ne leggono tanti attualmente, che non si particolareggia per propri specifici meriti.
La storia si incentra sulle vicende di una giovane studentessa liceale che entra in un Istituto nel quale sono presenti diverse classi divise in 3 sezioni, delle quali due a indirizzo maschile e una sola sezione composta, neanche a dirlo, da una sola classe a indirizzo femminile. Insomma maschi a gogo, per la felicità delle lettrici e delle protagoniste, e non pensate di trovare ragazzi in sovrappeso o malfatti... insomma tutti "Bronzi di Riace" di cui come sappiamo il Giappone è pieno!
La protagonista ha però il problema di odiare (non so per quale assurda malattia... ma vi prometto che chiederò a qualche Professore Universitario che insegna "Patologie Psicologiche Mangose") tutti i ragazzi. Non gli uomini o i bambini, ma solo i ragazzi suoi coetanei. Il problema si pone quando il "fichetto della scuola", idolatrato da tutte le studentesse, si accorge di lei. Da qui iniziano le avventure ma visto che il protagonista bello, spietato e tenebroso può non piacere a tutte le lettrici, ben si è pensato di inserire il suo opposto (gradito penso soprattutto dalle lettrici giapponesi), il tenero e indifeso ragazzo-ragazza (perché non è ben facile capire a quale sesso appartenga e in più perché sarà lui stesso a presentarsi alla protagonista sotto le vesti di dolce fanciulla e così, ad entrare nelle sue grazie fino alla scoperta della realtà) che però andrà a creare, forse proprio per la sua ambigua figura, l'eccezione che conferma la regola sulla particolare patologia di cui la protagonista è affetta. L'edizione, inutile dirlo, è la solita e comune edizione made in Star Comics. Edizione semplice da 3,90 euro con copertina semplice lucida, carta bianca come standard della casa umbra, insomma un rapporto qualità prezzo che poco ha da eccepire. In conclusione, un'opera da leggere se non avete di meglio da fare e se amate particolarmente il genere shojo, diversamente consiglierei di lasciar perdere e di puntare su ben altri titoli, soprattutto se vi avventurate per la prima volta nella lettura di uno shojo e non volete rimanerne troppo delusi (un titolo fra tutti: Il Giocattolo dei Bambini di Miho Obana e non ve ne pentirete). Insomma un sei meritato, con una storia che rientra nel comune genere shojo anche se un po' irreale, con bei disegni e un tratto preciso e pulito che lo rende godibile alla vista. Difficilmente però penso potrà entrare per sempre nel vostro cuore e nella vostra memoria.