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Ecco uno di quei seinen che danno un senso al termine utilizzato...
Spiego cosa intendo con questa frase: solitamente l'etichetta "seinen" serve solo per far vendere delle opere non propriamente adulte, ma che per varie tematiche non possono nemmeno essere considerate per ragazzini, vuoi per l'età del protagonista, vuoi per i riferimenti sessuali, religiosi o eccessivamente violenti, fatto sta che spesso questi "seinen" appunto sarebbero godibili anche dai ragazzini, se non ci fossero questi elementi.
Ebbene, Suicide Island invece è davvero un'opera adulta. Parla di gente adulta e non, che ragiona in modo adulto, che litiga e sottomette le altre persone con una psicologia tanto crudele quanto reale. Se siete degli adolescenti e siete attratti dalle tematiche trattate, per una volta vi conviene mantenervi la curiosità, qui davvero si affronta la bassezza dell'essere umano in tutta la sua crudeltà, senza bisogno di inutili spargimenti di sangue, ma solo mostrando un gruppo di persone disperate che toccano il fondo.
C'è di mezzo anche una storia d'amore, ma se siete ragazze amanti degli shojo allora rimarrete deluse, anzi, potreste pure odiare la ragazza in questione, così fredda e distaccata, così lontana da ciò che un'adolescente chiama "amore", quasi incomprensibile se non si hanno alcuni anni d'età alle spalle.
Il tratto è buono, non eccezionale, ma in grado di fare il suo mestiere, mentre gli sfondi sono abbastanza curati da immergere nell'atmosfera a dovere. La narrazione non è molto veloce, i personaggi, quando parlano, dicono molte cose, e quindi il ritmo della lettura è lento in certi punti... poco male, essendo un manga abbastanza riflessivo.
Concludendo: un seinen "vero", sconsigliato a chi non ama il genere, per tutti gli altri o per chiunque ami il buon fumetto, è una lettura molto consigliata.