Recensione
Shachi dell'orizzonte marino
9.0/10
Shounen, fantasy, avventura... sicuramente mio!
Shachi è il classico ragazzo degli shonen giapponesi che vive nel solito piccolo villaggio, circondato dalla solita bellissima, fighissima, biondissima amica di infanzia (Lala), e dal solito capo villaggio brontolone. Il nostro protagonista ha un sogno: incontrare una sirena, sogno che gli è stato indotto dal padre sin dalla primissima età. Oltre non mi spingo per non spoilerare eccessivamente.
Questo manga autoconclusivo ha solo una pecca: è, appunto, autoconclusivo, per cui si arena nel bel mezzo dell'inizio dell'avventura vera e propria, e questo aspetto, comune ad altri validi shonen (penso a Meteorite Breed), fa parecchia rabbia e tristezza, sicuramente è l'aspetto che toglie il voto massimo a quest'opera.
Dicevo prima che è il "solito shonen", e come il solito shonen so che ad alcuni può stufare fin dall'inizio... ma se vi dico che in queste poche pagine l'azione e la comicità sono sapientemente mescolati come in One Piece? Che mi dite? Lo leggereste? Io penso proprio di sì.
Ammetto che questo mangaka ricorda molto Oda e Mashima nel tratto dei personaggi (Lala è molto simile a Lucy), come è molto simile il tema del mare e dell'avventura rispetto all'opera di Oda, ma nonostante queste lampanti similitudini (direi quanto meno necessarie per vendere oggi, essendo che One Piece pare essere uno dei pochi shonen apprezzati) l'opera è quanto meno fresca e non sa di minestrina riscaldata.
Perché dico questo? Semplicemente perché di solito il tema cardine di questi shonen avventurosi è il legame di amicizia tra i personaggi o qualche promessa da mantenere mentre, in Shachi l'unica preoccupazione è la fiducia nei genitori e nei loro insegnamenti, e chi leggerà l'albo in questione se ne accorgerà durante una mini-avventura presente. Purtroppo queste sfumature etiche e morali i lettori di shonen per ragazzi non sempre le colgono, perché troppo distratti dai combattimenti, dai desideri di vendetta o dalla rabbia che scaturisce nel protagonista, eppure colgo l'occasione per dirvi: siccome Shachi è un'opera breve, gustatevela fino in fondo, tanto di combattimenti ce ne sono pochi, per una volta leggete bene i baloon e non guardate solo i disegni, perché anche gli shonen d'avventura possono contenere piacevoli sorprese.
La struttura narrativa di questa mini opera è banale ed estremamente semplice: semplicemente, un viaggio alla ricerca delle sirene, anzi, di una in particolare... ma non voglio svelarvi niente di più. Potrei anche svelarvi ciò che accade nelle ultime pagine, ma non avrei molto da dire se non che, essendo un volume autoconclusivo, ci si deve aspettare un finale chiaramente aperto, ed è quello che lascia l'amaro in bocca, in quanto se sono stati dedicati 35 tankobon a Rave o 19 a 666 Satan (che è una fiera del plagio da altre opere) non capisco perché Shachi abbia avuto a disposizione così poco spazio, peccato.
L'edizione Ronin è ottima, e nonostante non ci siano pagine a colori il numero di pagine giustifica il prezzo leggermente più alto dei più classici, 5,90€. La qualità della stampa è elevatissima e precisa, così come la carta è molto bianca, seppure leggermente trasparente.
Ragazzi, io ve lo consiglio, non c'è niente da fare. Sarà perché appena c'è un po' di fantasy e avventura io impazzisco dalla gioia, ma l'opera è decisamente carina e come minimo dovrebbe avere lo stesso numero di vendite di One Piece, in quanto per molti versi non è altro che uno spin-off.
Shachi è il classico ragazzo degli shonen giapponesi che vive nel solito piccolo villaggio, circondato dalla solita bellissima, fighissima, biondissima amica di infanzia (Lala), e dal solito capo villaggio brontolone. Il nostro protagonista ha un sogno: incontrare una sirena, sogno che gli è stato indotto dal padre sin dalla primissima età. Oltre non mi spingo per non spoilerare eccessivamente.
Questo manga autoconclusivo ha solo una pecca: è, appunto, autoconclusivo, per cui si arena nel bel mezzo dell'inizio dell'avventura vera e propria, e questo aspetto, comune ad altri validi shonen (penso a Meteorite Breed), fa parecchia rabbia e tristezza, sicuramente è l'aspetto che toglie il voto massimo a quest'opera.
Dicevo prima che è il "solito shonen", e come il solito shonen so che ad alcuni può stufare fin dall'inizio... ma se vi dico che in queste poche pagine l'azione e la comicità sono sapientemente mescolati come in One Piece? Che mi dite? Lo leggereste? Io penso proprio di sì.
Ammetto che questo mangaka ricorda molto Oda e Mashima nel tratto dei personaggi (Lala è molto simile a Lucy), come è molto simile il tema del mare e dell'avventura rispetto all'opera di Oda, ma nonostante queste lampanti similitudini (direi quanto meno necessarie per vendere oggi, essendo che One Piece pare essere uno dei pochi shonen apprezzati) l'opera è quanto meno fresca e non sa di minestrina riscaldata.
Perché dico questo? Semplicemente perché di solito il tema cardine di questi shonen avventurosi è il legame di amicizia tra i personaggi o qualche promessa da mantenere mentre, in Shachi l'unica preoccupazione è la fiducia nei genitori e nei loro insegnamenti, e chi leggerà l'albo in questione se ne accorgerà durante una mini-avventura presente. Purtroppo queste sfumature etiche e morali i lettori di shonen per ragazzi non sempre le colgono, perché troppo distratti dai combattimenti, dai desideri di vendetta o dalla rabbia che scaturisce nel protagonista, eppure colgo l'occasione per dirvi: siccome Shachi è un'opera breve, gustatevela fino in fondo, tanto di combattimenti ce ne sono pochi, per una volta leggete bene i baloon e non guardate solo i disegni, perché anche gli shonen d'avventura possono contenere piacevoli sorprese.
La struttura narrativa di questa mini opera è banale ed estremamente semplice: semplicemente, un viaggio alla ricerca delle sirene, anzi, di una in particolare... ma non voglio svelarvi niente di più. Potrei anche svelarvi ciò che accade nelle ultime pagine, ma non avrei molto da dire se non che, essendo un volume autoconclusivo, ci si deve aspettare un finale chiaramente aperto, ed è quello che lascia l'amaro in bocca, in quanto se sono stati dedicati 35 tankobon a Rave o 19 a 666 Satan (che è una fiera del plagio da altre opere) non capisco perché Shachi abbia avuto a disposizione così poco spazio, peccato.
L'edizione Ronin è ottima, e nonostante non ci siano pagine a colori il numero di pagine giustifica il prezzo leggermente più alto dei più classici, 5,90€. La qualità della stampa è elevatissima e precisa, così come la carta è molto bianca, seppure leggermente trasparente.
Ragazzi, io ve lo consiglio, non c'è niente da fare. Sarà perché appena c'è un po' di fantasy e avventura io impazzisco dalla gioia, ma l'opera è decisamente carina e come minimo dovrebbe avere lo stesso numero di vendite di One Piece, in quanto per molti versi non è altro che uno spin-off.