Recensione
Fairy Tail
9.0/10
Ogni volta che si parla di un'opera di Mashima si leggono pareri molto discordanti, ma è giusto così, è il sale della discussione!
Fairy Tail si presenta da subito come il più classico degli shonen, con un ragazzo tonto ma fortissimo e una bellissima donzella in difficoltà, e poi da lì tutto inizia... come da tradizione oserei quasi dire.
La caratteristica che più adoro di Fairy Tail è che, pur essendo uno shonen d'avventura moderno, è forse l'unico attualmente (assieme a One Piece) ad essere tremendamente fresco, spiritoso, lineare e molto chiaro.
Prima ho detto che è il "classico shonen d'avventura" ed è vero, ma quali sono gli altri shonen d'avventura oggi come oggi in un panorama dove anche gli shonen sono stati riempiti di fanservice, vampiri, arti magiche occulte e altre amenità? Ecco perché Fairy Tail pur essendo molto tradizionale come genere, è oggi qualcosa non dico in via di estinzione ma quasi.
Mashima attinge a piene mani da Oda, ed entrambi attingono a piene mani da Toriyama, ma non voglio fare un processo su questo, l'importante è che gli autori riescano sempre a creare qualcosa di gradevole e simpatico, ma cosa più importante che la trama e il ritmo della narrazione reggano per tutta la durata della storia, cosa che non è scontata visto che i tanto decantati DragonBall e One Piece si sono spesso persi in lunghe ed inutili saghe che hanno spezzato il ritmo e hanno pure fatto perdere la voglia di leggere al sottoscritto. Per ora Mashima è stato molto bravo in Fairy Tail, non ha ancora sbagliato nulla da questo punto di vista, anche se 16 volumetti sono pochi per giudicare, ma vedo nella storia la volontà dell'autore di raccontare la sua avventura e poi chiuderla lì, se poi vorrà (o meglio dovrà) inserire riempitivi lieto di essere smentito.
Vorrei trovare anche un nuovo elemento in questo manga: l'idea della Gilda non è affatto male.
Non abbiamo più gruppetti di amici che perdiamo per strada storia facendo, ma un'entità superiore che genera un senso di appartenenza in tutti gli adepti e tale entità è superiore a qualsiasi dissapore tra i vari personaggi, ciò è a mio parere molto bello e di grande impatto perché finalmente c'è qualcosa di nuovo che unisce i personaggi oltre ai soliti buoni sentimenti/salviamo il mondo dall'oscurità, difatti all'interno della Gilda i problemi ci sono eccome (orgoglio,invidia, ecc...), ma brillante è il modo in cui Mashima riesce a tenere unita la Gilda pur descrivendo personaggi terribilmente reali con sentimenti reali.
Sicuramente comunque merita di essere uno degli shonen di punta di questi anni, nella speranza che la trama non venga rovinata e non precipiti nei prossimi numeri, ma spesso la colpa non è nemmeno dell'autore, ma dell'editore.
Brava alla Star Comics, che da 20 anni a questa parte accantona le commercialate (vedi i manga della Square-Enix) per proporre shonen d'avventura molto gradevoli per un pubblico che va dai primissimi adolescenti fino agli adulti che vogliono rivivere con piacere un'avventura fantasy come facevano da ragazzi.
Fairy Tail si presenta da subito come il più classico degli shonen, con un ragazzo tonto ma fortissimo e una bellissima donzella in difficoltà, e poi da lì tutto inizia... come da tradizione oserei quasi dire.
La caratteristica che più adoro di Fairy Tail è che, pur essendo uno shonen d'avventura moderno, è forse l'unico attualmente (assieme a One Piece) ad essere tremendamente fresco, spiritoso, lineare e molto chiaro.
Prima ho detto che è il "classico shonen d'avventura" ed è vero, ma quali sono gli altri shonen d'avventura oggi come oggi in un panorama dove anche gli shonen sono stati riempiti di fanservice, vampiri, arti magiche occulte e altre amenità? Ecco perché Fairy Tail pur essendo molto tradizionale come genere, è oggi qualcosa non dico in via di estinzione ma quasi.
Mashima attinge a piene mani da Oda, ed entrambi attingono a piene mani da Toriyama, ma non voglio fare un processo su questo, l'importante è che gli autori riescano sempre a creare qualcosa di gradevole e simpatico, ma cosa più importante che la trama e il ritmo della narrazione reggano per tutta la durata della storia, cosa che non è scontata visto che i tanto decantati DragonBall e One Piece si sono spesso persi in lunghe ed inutili saghe che hanno spezzato il ritmo e hanno pure fatto perdere la voglia di leggere al sottoscritto. Per ora Mashima è stato molto bravo in Fairy Tail, non ha ancora sbagliato nulla da questo punto di vista, anche se 16 volumetti sono pochi per giudicare, ma vedo nella storia la volontà dell'autore di raccontare la sua avventura e poi chiuderla lì, se poi vorrà (o meglio dovrà) inserire riempitivi lieto di essere smentito.
Vorrei trovare anche un nuovo elemento in questo manga: l'idea della Gilda non è affatto male.
Non abbiamo più gruppetti di amici che perdiamo per strada storia facendo, ma un'entità superiore che genera un senso di appartenenza in tutti gli adepti e tale entità è superiore a qualsiasi dissapore tra i vari personaggi, ciò è a mio parere molto bello e di grande impatto perché finalmente c'è qualcosa di nuovo che unisce i personaggi oltre ai soliti buoni sentimenti/salviamo il mondo dall'oscurità, difatti all'interno della Gilda i problemi ci sono eccome (orgoglio,invidia, ecc...), ma brillante è il modo in cui Mashima riesce a tenere unita la Gilda pur descrivendo personaggi terribilmente reali con sentimenti reali.
Sicuramente comunque merita di essere uno degli shonen di punta di questi anni, nella speranza che la trama non venga rovinata e non precipiti nei prossimi numeri, ma spesso la colpa non è nemmeno dell'autore, ma dell'editore.
Brava alla Star Comics, che da 20 anni a questa parte accantona le commercialate (vedi i manga della Square-Enix) per proporre shonen d'avventura molto gradevoli per un pubblico che va dai primissimi adolescenti fino agli adulti che vogliono rivivere con piacere un'avventura fantasy come facevano da ragazzi.