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9.0/10
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Indubbiamente la mia prima impressione leggendo le prime pagine di Soul Eater è stata: "Che idiozia!".
Non sono in grado di individuare con esattezza il punto della storia in cui ho cominciato velocemente a ricredermi sulla mia prima impressione, ma sta di fatto che in poco tempo questo manga mi ha letteralmente stregato. State bene attenti perché dietro il fatto di sembrare banale e a volte ridicolo si cela un'originalità ed una bellezza non indifferente, che a primo impatto non è facile da percepire.

La storia inizialmente è semplice, in particolare nei primi capitoli in cui vengono presentati i personaggi principali. Si passa poi rapidamente ad inserirli all'interno di quella che poi sarà la storia principale, evidenziando poco a poco ma distintamente, le caratteristiche personali, ma soprattutto psicologiche dei protagonisti. Primo tra tutti, Death the Kid, il figlio di Lord Shinigami. A primo impatto, almeno personalmente, è risultato essere il più antipatico di tutti, ma sono bastate poche pagine perché cambiassi totalmente opinione su di lui.
Da un manga dove persino i cattivi sono simpatici e interessanti, dove la follia è impersonificata da un piccolo demone che ascolta il jazz, ti trovi davanti ad un maniaco ossessivo-compulsivo della simmetria con una pettinatura asimetrica, aiutanti belle ma non proporzionate l'una all'altra, che impugna le pistole al contrario sparando con il mignolo e dove una gatta sexy dai poteri magici mette a dura prova la resistenza di molti, non puoi certo aspettarti qualcosa di già visto o banale, anzi, l'esatto opposto.

Soul Eater mi ha affascinato e lo seguirò fino in fondo, sperando che il nostro Atsushi Ookubo sarà in grado un giorno di scrivere la parola fine quando sarà il momento e non lasciarsi trascinare dalla scia che ha già investito ed inevitabilmente continuerà ad investire altri grandi mangaka del passato e presente, evitando così di rovinare un vero e proprio capolavoro.