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Una delle prime hit di Caparezza si intitolava "Il secondo album è sempre il più difficile". Quanta verità in un solo titolo! Fare il botto con un esordio può talvolta essere peggio che non farlo mai. Come si fa a ritrovare la formula magica del successo e dire per una seconda volta qualcosa di straordinario? Soprattutto, come si fa a reggere l'onda d'urto della delusione, dopo avere creato un'attesa quasi messianica nei fan? Per il terrore di sbagliare J.D. Salinger non scrisse più nulla dopo "Il Giovane Holden", il suo esordio letterario. Però ci sono i casi felici, come Bruce Springsteen che, dopo l'enorme exploit di "Born To Run" (vabbè, era il terzo album, ma per il pubblico era praticamente l'esordio visto che i primi due non li comprò nessuno) impiegò tre anni e settanta canzoni prima di tirare fuori "Darkness on the Edge of Town" e dimostrare ai critici e al pubblico di non essere solo una meteora musicale, un fenomeno da una hit e via.
Arrivata al quarto volumetto di All Rounder Meguru devo ammettere con il cuore che gronda sangue (cit.) che questo non è il caso di Hiroki Endo. Dopo avere fatto il botto con Eden i fan di tutto il mondo aspettavano con immensa trepidazione il suo nuovo manga. Certo non ci si sarebbe mai aspettati che avrebbe raggiunto le vette del suo primo capolavoro. Ma All Rounder Meguru non è inferiore ad Eden: non lo vede manco il cannocchiale tanto è peggiore. In tre parole: una noia mortale.

La storia è presto detta: Meguru e Segawa sono grandi amici di infanzia con la passione per le arti marziali. Segawa però pratica questo tipo di lotta per cercare nella vita il proprio riscatto. Questi infatti è cresciuto dal nonno e il padre è uno yakuza che alla fine sarà ucciso dai suoi nemici e la sua morte porterà alla separazione i due amici. Meguru invece è una figura estremamente positiva, ama lo sport, si impegna e continua su questa strada finché anni dopo non si ritroverà come avversario sul ring Segawa.
Perché dico che questo manga è terribilmente noioso? Perché la trama sembra praticamente non esistere. È annegata da tonnellate e tonnellate di combattimenti, allenamenti e tediosi dettagli tecnici sul combattimento che sembrano essere messi lì non per puntiglio di sceneggiatura, ma proprio per rimpolpare una storia che non c'è. Insomma, sono quattro numeri che attendo che la trama parta, che Endo ritorni ad incantarmi con la sua disillusa poesia, ma più vado avanti più mi sembra di essere ferma alla fermata del bus in un giorno di sciopero dei mezzi. Niente, non si vede nulla all'orizzonte. Ormai l'impressione iniziale che l'ispirazione di Endo sia andata totalmente in secca sta diventando tragica realtà.

Per non parlare poi dei personaggi. A parte che Segawa e Meguru sembrano la copia in carta carbone di Elia e Kenji di Eden, ma poi non hanno il benché minimo carisma. Certo, Segawa e la sua voglia di riscatto tramite la lotta sono una bella idea, ma sa terribilmente di già visto e puzza di stereotipo da lontano un miglio. Ma questo è niente rispetto al protagonista, Meguru. Confesso che non riesco a non volergli spaccare la testa a muro. È talmente un bravo ragazzo che sembra Topolino, altroché. Per non parlare poi degli altri comprimari, sono così inutili e piatti che sembrano messi lì giusto per fare dire qualcosa a Meguru.

Dal punto di vista tecnico, il manga è sempre disegnato in maniera splendida, le scene dei combattimenti e i dettagli dei corpi sono resi in maniera estremamente realistica e non si cade certo nelle esagerazioni tipiche degli spokon. Se si avesse avuto una trama non dico bella, ma dico proprio una trama, sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Ma la sensazione terribile che si ha è "tutta fuffa zero sostanza": cosa me ne faccio di mille contorsioni da pseudo karateka con relativa spiegazione tecnica se per circa duecento pagine non accade niente di rilevante?

Insomma, una delusione totale. Un disastro sotto tutti i punti di vista, fatto per giunta da un mangaka che ha dimostrato più volte di possedere un enorme talento.
Capisco che siamo all'inizio e magari la trama avrà una svolta all'improvviso. Arrivare però a quattro tankobon senza che ancora non si sia smosso nulla a livello di intreccio è narrativamente parlando un sacrilegio. Significa mandare al macero ogni riserva di pazienza da parte del lettore, che di suo non è mai una persona dotata di tale virtù. Si dirà, Hiroki Endo voleva fare un manga dove lo shooto (l'arte marziale praticata dai personaggi) fosse il vero protagonista. Ok, ma allora a questo punto mi piazzo dentro una palestra e mi vedo gli allenamenti, cosa che ha un vantaggio sostanziale rispetto a questo manga: lo faccio gratis. Vuoi mettere?
Una delusione su tutti i fronti, ma spero ancora che non sia ancora il caso di declassare Endo da "talento" a "fenomeno da una hit e via". Magari con il suo terzo manga saprà tornare agli antichi fasti.