Recensione
Veritas
8.0/10
Mi piacciono molto i manga (o manwha) in cui, come in questo caso, la forza di volontà vince sul talento. Ma Gangryong, il protagonista di Veritas, è l'incarnazione di questo motto.
Veritas è un fumetto sulle arti marziali molto simile a Tenjou Tenge: c'è una scuola, ci sono stili diversi, personaggi strambi, la lotta al potere. In Veritas c'è un po' meno fan service - anche se mi sono innamorato più volte di Vera, soprattutto quando è vestita con la tuta gialla a strisce nere, in omaggio a Bruce Lee o Kill Bill - però ha una buona trama, bellissime tecniche e riesce a creare un forte legame coi personaggi.
Soprattutto costringe il lettore nella scomodissima posizione di scegliere quale fazione appoggiare. Ora, senza entrare in odiosi spoiler, dico soltanto che l'Accademia dove si svolge la maggior parte dell'azione, è divisa nella fazione del Tradizionalisti (discendenti delle Arti Marziali Tradizionali Coreane) e gli Allievi della Reunion (un'organizzazione per la salvaguardia di queste arti). Fra i due gruppi, ecco, ci sono numerose divergenze.
Gangryong vi si trova in mezzo. In realtà, in numerosissimi punti, mi sono pure chiesto se il protagonista non fosse qualcun altro. Perché, in realtà, Ma non è il personaggio più bello di tutto lo shonen: ve ne posso citare almeno altri tre (Vera, Guhoo, Rud), dimostrando quanta attenzione è stata messa nella sceneggiatura.
I combattimenti, poi, sono ben disegnati: si riesce a seguire ogni mossa (cosa non comune negli shonen); ogni movimento e ogni tecnica vengono spiegati e disegnati con estremo realismo, anche se la componente fantastica non è di certo secondaria.
Peccato, però, per il finale. Piuttosto frettoloso. Ho letto di una certa "Parte Seconda", ma non ne ho traccia, per cui devo accontentarmi di... Be', leggetelo!
Una rimprovero alla JPop che ne ha interrotto la pubblicazione. Vergogna!
Veritas è un fumetto sulle arti marziali molto simile a Tenjou Tenge: c'è una scuola, ci sono stili diversi, personaggi strambi, la lotta al potere. In Veritas c'è un po' meno fan service - anche se mi sono innamorato più volte di Vera, soprattutto quando è vestita con la tuta gialla a strisce nere, in omaggio a Bruce Lee o Kill Bill - però ha una buona trama, bellissime tecniche e riesce a creare un forte legame coi personaggi.
Soprattutto costringe il lettore nella scomodissima posizione di scegliere quale fazione appoggiare. Ora, senza entrare in odiosi spoiler, dico soltanto che l'Accademia dove si svolge la maggior parte dell'azione, è divisa nella fazione del Tradizionalisti (discendenti delle Arti Marziali Tradizionali Coreane) e gli Allievi della Reunion (un'organizzazione per la salvaguardia di queste arti). Fra i due gruppi, ecco, ci sono numerose divergenze.
Gangryong vi si trova in mezzo. In realtà, in numerosissimi punti, mi sono pure chiesto se il protagonista non fosse qualcun altro. Perché, in realtà, Ma non è il personaggio più bello di tutto lo shonen: ve ne posso citare almeno altri tre (Vera, Guhoo, Rud), dimostrando quanta attenzione è stata messa nella sceneggiatura.
I combattimenti, poi, sono ben disegnati: si riesce a seguire ogni mossa (cosa non comune negli shonen); ogni movimento e ogni tecnica vengono spiegati e disegnati con estremo realismo, anche se la componente fantastica non è di certo secondaria.
Peccato, però, per il finale. Piuttosto frettoloso. Ho letto di una certa "Parte Seconda", ma non ne ho traccia, per cui devo accontentarmi di... Be', leggetelo!
Una rimprovero alla JPop che ne ha interrotto la pubblicazione. Vergogna!