Recensione
Il mio detective
7.0/10
Recensione di Shaoranlover
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Leggendo le sue opere proposte in Italia, da Hirotaka Kisaragi abbiamo imparato ad aspettarci sempre qualcosa di nuovo: fatta la prima conoscenza con il pubblico italiano con Blood + Viaggio al Termine della Notte, spin-off di Blood totalmente dedicato a Hagi e al suo incontro con il poliziotto Sai, Kisaragi-sensei ha riscontrato un successo meritato presso i fans nostrani del genere Boy's Love, e da un po' di tempo a questa parte, com'è abitudine recente, sono più d'una le case editrici che si sono assicurate i diritti dei suoi manga: in Angeli e Demoni, pubblicato da Ronin Manga, l'attenzione è posta sulla love story che si crea con un colpo di fulmine tra l'angelo Karasu e il demone Shirasagi, una narrazione dai toni sostenuti che tocca tematiche interessanti malgrado un inizio un po' sottotono e vistose forzature; è poi il turno di Brother x Brother, disponibile per Magic Press, in cui lasciamo il fantasy per seguire le vicende terrene dei tre fratelli Sōichirō, Masato e Kaname. In Il mio detective, volume unico pubblicato in Giappone nel 2008 da Libre con il titolo originale ウチノ探偵知りませんか? (Uchi no tantei shirimasenka, Conosci il mio detective?), Hirotaka Kisaragi mette da parte i toni seriosi della sua produzione precedente lasciando piena libertà alla sua vena umoristica e intrattenitrice, a cui finora ha fatto ricorso principalmente per allentare la tensione narrativa.
Ryū e Shigure sono due detective, talmente atipici che non c'è da stupirsi se i comprimari li scambiano per una coppia di tuttofare spiantati e in bolletta perenne: è altamente probabile che lo stesso lettore cada nell'equivoco.
Il volumetto si apre su una strana comitiva impegnata in chiacchiere, un inizio strambo per un 'poliziesco': un tizio sconosciuto, e parecchio anonimo aggiungerei, sta arringando i presenti in un goffo tentativo di apparire affascinante e uomo di mondo, una mossa necessaria in certe occasioni, ma non sempre efficace: habitué del gay bar Miyabi, deve pur allettare uno dei trans con cui, idealmente, intende passare la notte, il denaro non è mai abbastanza se sei un semplice tirapiedi di un clan yakuza. Nella sua cafoneria, cerca di abbordare anche Shigure, la perla del locale: con un primo piano sui suoi languidi occhi dall'intaglio all'insù che ricordano distintamente un gatto, il lettore incontra il primo protagonista, anche se, ben truccato e con indosso un aderente qipao, a prima vista difficilmente lo riconosce come un uomo. Ahilui, lo sventurato non sa che Shigure è accompagnato da un'onnipresente guardia del corpo, il suo socio Ryū, decisamente più maschio: con il classico pizzetto del giorno dopo,' alto e dalle ampie spalle, con la sua maschera di sempliciotto Ryūnosuke somiglia a una versione bonaria e giovanile di Karasu di Angeli e Demoni.
Liberatisi dell'importuno che ha rubato loro le prime pagine e un potenziale incipit di tutto rispetto, a Ryū e Shigure viene affidato, dopo tantissimo tempo, un nuovo caso dalla mama-san del bistrot: ritrovare un gatto bianco pezzato con un collare a forma di diamante.
È così, un po' in sordina, che la storia de Il mio detective prende il via.
La trama è estremamente lineare: per ognuno dei quattro Cases che compongono l'opera, Ryū e Shigure sono impegnati in un caso, mentre la vicenda si approfondisce svelando che i due detective, apparentemente dei dilettanti intenti a giocare alla periferia del cerchio di crimini e violenze che si è creato a Shinjuku, in realtà nascondono dei segreti che li conducono, volenti o nolenti, nel cuore della lotta fra la malavita giapponese.
Eppure, nella sua semplicità e nella sua struttura 'disarmonica' (nel senso che il racconto lascia parecchi punti vuoti, ad esempio rivelando il passato di Ryūnosuke ma non quello di Shigure, che è appena abbozzato), Il mio detective funziona meravigliosamente come divertissement: abbandonata la fastidiosa sensazione che i vecchi temi impegnati fossero dei ripieghi per fini commerciali, incontriamo qui uno Hirotaka Kisaragi libero dai virtuosismi a cui è costretto dal suo stile funambolico, che sembra giocare e scherzare lui per primo con i suoi personaggi, in un continuo di gags simpatiche e azzeccate le quali, nei momenti giusti, sanno trasmettere anche una dolcezza e una vena erotica più spiccate del solito.
Per quanto concerne il lato grafico, lo stile di disegno utilizzato è quello maturo dell'autore: per chi conosce, almeno dalle copertine, B x B, è lampante che si tratta dello stesso mangaka. Dal taglio apertamente cinematografico, le tavole comunicano un piacevolissimo effetto di dinamicità che sa adattarsi alla perfezione tanto alle adrenaliniche scene d'azione, in cui i protagonisti confermano di essere tali e non i novellini per cui si spacciano, quanto agli episodi di drammaticità emotiva, che non mancano a partire dal terzo capitolo. Grazie alle vignette grandi e facilmente assimilabili, alla maniacale cura per i dettagli nella creazione di un affascinante universo bishōnen, Hirotaka Kisaragi si conferma uno dei migliori fumettisti BL.
Come B x B, anche Il mio detective arriva da noi per Magic Press, editore che continua a viziarci con un'ottima edizione: il libretto si presenta con una sovraccoperta in toni predominanti di bianco, nero e dorato che colpiscono gradevolmente l'occhio; all'interno, sono incluse delle pagine a colori e la carta usata è quella solita, perfettamente bianca e facile da sfogliare su cui i disegni non hanno alcuna sbavatura o refuso. Al prezzo standard di € 5,90, il rapporto qualità/prezzo è ampiamente positivo, soprattutto in considerazione della natura autoconclusiva del prodotto.
Personalmente, consiglio la lettura a tutti gli appassionati: grazie alla scanzonata storia di Ryū e Shigure, alla resa stilistica di Hirotaka Kisaragi e all'ottima edizione Magic Press, Il mio detective è un vero gioiellino da collezione, da non lasciarsi sfuggire.
Ryū e Shigure sono due detective, talmente atipici che non c'è da stupirsi se i comprimari li scambiano per una coppia di tuttofare spiantati e in bolletta perenne: è altamente probabile che lo stesso lettore cada nell'equivoco.
Il volumetto si apre su una strana comitiva impegnata in chiacchiere, un inizio strambo per un 'poliziesco': un tizio sconosciuto, e parecchio anonimo aggiungerei, sta arringando i presenti in un goffo tentativo di apparire affascinante e uomo di mondo, una mossa necessaria in certe occasioni, ma non sempre efficace: habitué del gay bar Miyabi, deve pur allettare uno dei trans con cui, idealmente, intende passare la notte, il denaro non è mai abbastanza se sei un semplice tirapiedi di un clan yakuza. Nella sua cafoneria, cerca di abbordare anche Shigure, la perla del locale: con un primo piano sui suoi languidi occhi dall'intaglio all'insù che ricordano distintamente un gatto, il lettore incontra il primo protagonista, anche se, ben truccato e con indosso un aderente qipao, a prima vista difficilmente lo riconosce come un uomo. Ahilui, lo sventurato non sa che Shigure è accompagnato da un'onnipresente guardia del corpo, il suo socio Ryū, decisamente più maschio: con il classico pizzetto del giorno dopo,' alto e dalle ampie spalle, con la sua maschera di sempliciotto Ryūnosuke somiglia a una versione bonaria e giovanile di Karasu di Angeli e Demoni.
Liberatisi dell'importuno che ha rubato loro le prime pagine e un potenziale incipit di tutto rispetto, a Ryū e Shigure viene affidato, dopo tantissimo tempo, un nuovo caso dalla mama-san del bistrot: ritrovare un gatto bianco pezzato con un collare a forma di diamante.
È così, un po' in sordina, che la storia de Il mio detective prende il via.
La trama è estremamente lineare: per ognuno dei quattro Cases che compongono l'opera, Ryū e Shigure sono impegnati in un caso, mentre la vicenda si approfondisce svelando che i due detective, apparentemente dei dilettanti intenti a giocare alla periferia del cerchio di crimini e violenze che si è creato a Shinjuku, in realtà nascondono dei segreti che li conducono, volenti o nolenti, nel cuore della lotta fra la malavita giapponese.
Eppure, nella sua semplicità e nella sua struttura 'disarmonica' (nel senso che il racconto lascia parecchi punti vuoti, ad esempio rivelando il passato di Ryūnosuke ma non quello di Shigure, che è appena abbozzato), Il mio detective funziona meravigliosamente come divertissement: abbandonata la fastidiosa sensazione che i vecchi temi impegnati fossero dei ripieghi per fini commerciali, incontriamo qui uno Hirotaka Kisaragi libero dai virtuosismi a cui è costretto dal suo stile funambolico, che sembra giocare e scherzare lui per primo con i suoi personaggi, in un continuo di gags simpatiche e azzeccate le quali, nei momenti giusti, sanno trasmettere anche una dolcezza e una vena erotica più spiccate del solito.
Per quanto concerne il lato grafico, lo stile di disegno utilizzato è quello maturo dell'autore: per chi conosce, almeno dalle copertine, B x B, è lampante che si tratta dello stesso mangaka. Dal taglio apertamente cinematografico, le tavole comunicano un piacevolissimo effetto di dinamicità che sa adattarsi alla perfezione tanto alle adrenaliniche scene d'azione, in cui i protagonisti confermano di essere tali e non i novellini per cui si spacciano, quanto agli episodi di drammaticità emotiva, che non mancano a partire dal terzo capitolo. Grazie alle vignette grandi e facilmente assimilabili, alla maniacale cura per i dettagli nella creazione di un affascinante universo bishōnen, Hirotaka Kisaragi si conferma uno dei migliori fumettisti BL.
Come B x B, anche Il mio detective arriva da noi per Magic Press, editore che continua a viziarci con un'ottima edizione: il libretto si presenta con una sovraccoperta in toni predominanti di bianco, nero e dorato che colpiscono gradevolmente l'occhio; all'interno, sono incluse delle pagine a colori e la carta usata è quella solita, perfettamente bianca e facile da sfogliare su cui i disegni non hanno alcuna sbavatura o refuso. Al prezzo standard di € 5,90, il rapporto qualità/prezzo è ampiamente positivo, soprattutto in considerazione della natura autoconclusiva del prodotto.
Personalmente, consiglio la lettura a tutti gli appassionati: grazie alla scanzonata storia di Ryū e Shigure, alla resa stilistica di Hirotaka Kisaragi e all'ottima edizione Magic Press, Il mio detective è un vero gioiellino da collezione, da non lasciarsi sfuggire.