Recensione
Pandora Hearts
10.0/10
Non ho molto da aggiungere alle recensioni di chi ha già commentato questo meraviglioso manga prima di me: sappiate solo che io normalmente non ne leggo, ma dopo aver visto l'anime di "Pandora Hearts", che copre solo una parte del manga, ho dovuto farlo, per lo spasmodico bisogno di sapere come sarebbe proseguita la storia.
Ho una mia teoria su come l'autrice abbia tirato fuori una trama simile: prendete "Alice nel Paese delle Meraviglie", preferibilmente nella versione originale inglese, e scrivete su dei bigliettini ogni singolo nome ed elemento che compare nel romanzo. Fatto? Mescolate il tutto, tirate fuori come viene e costruiteci una trama da far impallidire il nonsense di Carroll. Perché non c'è solo il nome Alice, non c'è solo il coniglio, non ci sono solo il Cappellaio Matto e il Gatto del Cheshire - e per quest'ultimo piangerete calde lacrime, ve l'assicuro.
Ada e Lacie, tanto per fare un esempio, sono nomi che compaiono nel libro, come gli orologi, la gatta Dinah e il corvo ("Why is a raven like a writing-desk?"), e una miriade di altri elementi che non sto qui a tirarvi fuori... E, no, non ho dimenticato l'Abisso.
Tra l'altro, se dopo una trentina di capitoli pensate di aver ormai più o meno "classificato" i personaggi, lasciate perdere: dieci capitoli più tardi verrà ribaltato tutto.
Più si prosegue nella lettura, e più "Pandora Hearts" si fa ambiguo: niente è come sembra, e quando pensi di aver ottenuto un frammento di verità salterà fuori qualcos'altro che ti farà completamente ricredere.
Nota di merito e un po' di pubblicità all'anime, che copre il manga in modo incredibilmente fedele fino al capitolo 32, all'incirca. Io lo raccomando perché è riuscito dare una vera e propria fisicità al manga, prima fra tutti la famosa melodia dell'orologio.
Qualcuno commentando una puntata dell'anime diceva che "questa è la vera storia di Alice nel Paese delle Meraviglie". Non potrei essere più d'accordo.
Ho una mia teoria su come l'autrice abbia tirato fuori una trama simile: prendete "Alice nel Paese delle Meraviglie", preferibilmente nella versione originale inglese, e scrivete su dei bigliettini ogni singolo nome ed elemento che compare nel romanzo. Fatto? Mescolate il tutto, tirate fuori come viene e costruiteci una trama da far impallidire il nonsense di Carroll. Perché non c'è solo il nome Alice, non c'è solo il coniglio, non ci sono solo il Cappellaio Matto e il Gatto del Cheshire - e per quest'ultimo piangerete calde lacrime, ve l'assicuro.
Ada e Lacie, tanto per fare un esempio, sono nomi che compaiono nel libro, come gli orologi, la gatta Dinah e il corvo ("Why is a raven like a writing-desk?"), e una miriade di altri elementi che non sto qui a tirarvi fuori... E, no, non ho dimenticato l'Abisso.
Tra l'altro, se dopo una trentina di capitoli pensate di aver ormai più o meno "classificato" i personaggi, lasciate perdere: dieci capitoli più tardi verrà ribaltato tutto.
Più si prosegue nella lettura, e più "Pandora Hearts" si fa ambiguo: niente è come sembra, e quando pensi di aver ottenuto un frammento di verità salterà fuori qualcos'altro che ti farà completamente ricredere.
Nota di merito e un po' di pubblicità all'anime, che copre il manga in modo incredibilmente fedele fino al capitolo 32, all'incirca. Io lo raccomando perché è riuscito dare una vera e propria fisicità al manga, prima fra tutti la famosa melodia dell'orologio.
Qualcuno commentando una puntata dell'anime diceva che "questa è la vera storia di Alice nel Paese delle Meraviglie". Non potrei essere più d'accordo.