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8.0/10
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Partiamo subito stabilendo un concetto: Fairy Tail non è certamente lo shonen migliore della storia, ma non è nemmeno il peggiore. Cercate un manga con intense battaglie psicologiche, momenti strazianti, morti a gogò ed un umorismo raffinato e sottile? Bene, non leggete Fairy Tail. Per godervi appieno questo manga dovete essere disposti ad accettare i soliti espedienti da manga mainstream, e soprattutto sapere in anticipo che il buon Mashima, autore di FT, è un re del trollaggio.

Detto ciò, passiamo alla trama: seguiamo le avventure di Natsu, Lucy, Gray ed Erza, membri della famosa Gilda magica Fairy Tail. Man mano che si avanza nella storia, altri personaggi si aggiungeranno al nostro quartetto, che tra missioni, Gilde Oscure e i guai che i nostri eroi combinano sempre dovrà trovare un modo per portare a casa la pelle.
I personaggi sono tanti, ma davvero tanti, e nell'ultima saga Mashima ne sta introducendo a tonnellate. Nonostante ciò, l'autore riesce a dare un'introspezione abbastanza decente a buona parte di essi, e devo dire che alcuni di loro (come Gajille, Erza o Gerard) valgono davvero la pena della lettura. Come già rimarcato, Natsu e Lucy sono le fotocopie dei protagonisti di Rave, ma la cosa non dovrebbe infastidire più di tanto (le caratteristiche di Natsu sono comuni a buona parte dei protagonisti degli shonen...). E' interessante che nonostante sia quasi sempre Natsu a sconfiggere il "boss finale" dell'arco in questione, il nostro Dragonslayer non è il mago più forte in circolazione; anzi, non è nemmeno il più forte della sua Gilda. Altro particolare interessante: per quanto lo sguardo del lettore si incentri su Natsu, è Lucy la vera protagonista di Fairy Tail, in quanto tutti gli avvenimenti si svolgono attraverso la sua narrazione, a parte poche eccezioni.

Per quel che riguarda il disegno, nei primi volumi si nota una grande somiglianza con il tratto di Oda, l'autore di One Piece; sappiate che con il passare del tempo questa somiglianza si andrà attenuando, fino quasi a scomparire nei capitoli più recenti. Personalmente apprezzo molto il tratto di Mashima: gli sfondi sono ben curati, il tratto è chiaro e pulito, e i combattimenti non sono confusionari.
Capitolo fanservice: Mashima utilizza in dose massiccia il fanservice, soprattutto nei confronti di Lucy. Molti lettori hanno criticato fortemente questa sua scelta, ma da ragazza devo ammettere che c'è tanto fanservice per i maschietti, quanto ce n'è per noi lettrici (Gray docet).
I combattimenti sono tanti, tantissimi: i maghi di Fairy Tail hanno una maniera tutta loro di risolvere i problemi, e generalmente questa implica prendersi a cazzotti e distruggere tutto il possibile. Queste botte indiscriminate alla lunga potrebbero annoiare il lettore, ma posso dire che con la saga attualmente in via di sviluppo Hiro sembra aver imboccato una strada con meno botte - più strategia. Nonostante sia uno shonen, Fairy Tail unisce alle botte un pizzico di romanticismo, ed esplora i legami fra compagni (particolarmente con il team di Natsu, ma anche con quello di Laxus, nipote del Master della Gilda), o quelli famigliari (soprattutto con i fratelli Strauss). Insomma, tra botte, molte risate (le gag si sprecano, anche se non dovete aspettarvi uno humour raffinato) e qualche momento commovente (il background di alcuni personaggi potrebbe strapparvi la classica lacrimuccia), non dovrebbe esserci di che annoiarsi.
Per concludere, Fairy Tail non è certamente un manga perfetto, ma agli amanti del genere shonen piacerà quasi sicuramente. Lo consiglio vivamente a chi ha voglia di farsi una lettura leggera e ridere tanto.