Recensione
Shi-ki
9.0/10
Shi-Ki è un manga particolare su tutti gli aspetti; l'aggettivo che mi sembra più adatto per descriverlo è "diverso".
E' un prodotto che richiede una certa sensibilità ed immaginazione per essere apprezzato, perché sia il modo in cui è strutturata la narrazione, sia il disegno sono "inconsueti" e possono rendere la lettura di quest'opera poco interessante, troppo impegnativa, o addirittura noiosa, all'occhio della maggior parte della gente. Non è immediato e non si rivolge al grande pubblico, ma solo a quelle persone che cercano appunto qualcosa di "diverso".
Tuttavia sa colpire ed appassionare chiunque abbia voglia di guardare oltre ed entrare in questo mondo fatto di morte, solitudine e riflessione, regalando emozioni forti e colpi di scena ben congegnati.
Avevo letto qualche scan, e mi ero subito reso conto di quanto Shi-Ki fosse un manga decisamente fuori dal comune; ero molto incuriosito dalla traduzione del titolo, cioè "demone-cadavere", che mi faceva immaginare zombie dotati di intelligenza o comunque mostri particolari. E così ,senza nemmeno finire di guardare la trama perché non volevo rovinarmi il momento in cui avrei scoperto l'identità di questi demoni leggendo direttamente dal manga, corsi subito in fumetteria.
Ma la simpatica vecchietta del negozio rese questo mio desiderio irrealizzabile, cogliendomi alla sprovvista un'istante prima di darle in mano i 4.20 euro del primo volume, dicendomi "Ah comunque se ti piacciono le storie di vampiri potresti dare un'occhiata anche a bla bla bla che a me piace molto, “Shi-Ki” in particolare è bla bla bla" e mi fece alcuni spoiler riguardo alcuni particolari importanti; l'unica cosa che pensare fu "... Eeeeeeeeeh (sospiro) queste dolci e sempre sorridenti nerd d'altri tempi" e sconsolato uscii dal negozio mentre lei mi salutava e tutta contenta mi diceva "alla prossima!".
Con un po' di delusione dunque, scoprii che queste misteriose creature cadavere erano vampiri, che con astuzia, riescono ad ingannare i cittadini del piccolo e tranquillo villaggio di Sotoba, infettandolo a poco a poco come un'epidemia.
Le prime due cose che saltano all'occhio prendendo quest'opera in mano, come accennavo all'inizio, sono la struttura della narrazione ed il disegno: la storia ci viene raccontata come in un diario, iniziando sempre con giorno "x" del mese, ma "x" non sempre è cronologicamente lineare; a volte può capitare che l'autore ci narri eventi avvenuti in certi giorni ma poi, nel capitolo successivo, può succedere che torni indietro di parecchio oppure che ci mostri altri avvenimenti completamente diversi, che non sono il diretto seguito delle pagine precedenti, ma sono diciamo "altri punti di vista" o altre storie proprio.
Gli stessi capitoli, prendono il nome dai personaggi, non da cose o fatti della storia come in un qualsiasi manga, e sono esattamente le vite di ciascun personaggio divise in capitoli, che si mescolano e si alternano fra di loro: possono esserci due capitoli chiamati "Natsuno Yuki" e poi uno chiamato "Toshio Ozaki" e un altro ancora chiamato "Sunako Kirishiki" per poi tornare a "Toshio Ozaki" o addirittura mostrarci delle "Side Story" di personaggi minori.
Non c'è un vero e proprio protagonista quindi; l'occhio del lettore si sposta continuamente da una situazione all'altra, da un punto di vista all'altro, senza trascurare niente e senza dare importanza più ad uno invece che ad un altro; ciò permette di immedesimarsi perfettamente nella psicologia di tutti i personaggi e rende la storia non l'insieme delle azioni di un singolo, ma il susseguirsi dei sentimenti di molti, che si trovano a dover fare i conti con una cruda realtà, sia che siano umani, sia che siano Demoni-Cadavere succhia sangue.
Ciliegina sulla torta poi, il fatto che, durante la narrazione, ogni giorno venga definito con un nome particolare in giapponese tipo "Taian" o "Shakku", al fine di "predirci" se il tal giorno sarà fortunato o no, e in quale arco di tempo della giornata c'è da stare attenti o meno; si crea quindi quell'aria di superstizione classica di un vecchio e dimenticato paese di provincia, dedito a tradizioni e culti dimenticati da tempo, ma non per questo irreali.
L'unica cosa che a tratti può risultare un po' pesante è il susseguirsi quasi continuo(soprattutto nei primi volumi) delle morti all'interno del villaggio, perché anche se ci vengono presentate in modo "poliziesco", accattivando il senso di mistero, vengono svolte sempre nello stesso modo e sempre con le stesse dinamiche; non è facile ricordarsi tutte le persone morte con le relative zone dove vivevano, soprattutto quelle anziane o quelle di cui se ne parla solo marginalmente; inceppano lo svolgimento della trama, rendendola statica e impegnativa da seguire.
Parlando invece del disegno, c'è da dire che inizialmente dà l'impressione di essere un po' tirato via o stilizzato, nonostante in realtà gli sfondi e i particolari siano molto curati: bisogna solo farci l'occhio.
E' la spigolosità dei volti e delle forme dei personaggi a dare quest'impressione, perché non è il tipo di disegno a cui siamo abituati e lì per lì può spiazzare o non piacere, ma è solo una scelta di stile che con la lettura si comprende e si impara ad apprezzare. A me personalmente è piaciuto sin dall'inizio senza problemi: lo trovo semplice ma allo stesso tempo estremamente complesso e curato, e ha contribuito in modo esponenziale a farmi provare l'atmosfera triste e tetra di questa storia.
Ho visto tanta gente snobbarlo e disprezzarlo, magari senza neppure aver letto il manga; io vi consiglio di non farvi trarre in inganno e di provare almeno a leggere due o tre volumi, anche se proprio il tratto non vi piace, perché potreste cambiare idea.
Detto questo, cosa dire della storia in sé, se non che è bellissima? Qualcuno potrebbe dire che alla fine ci sono tantissime storie che parlano di vampiri, o comunque di un classico posto sperduto che viene attaccato da mostri o entità demoniache, ma qui è diverso, perché il centro di tutto non è tanto l'attacco da parte dei Demoni-Cadavere, o l'atmosfera horror con le classiche scene mozzafiato: il centro di tutto qui sono i personaggi con i loro sentimenti e la loro psicologia, ciascuno con la propria vita, i propri valori e i propri problemi, che si trova, da un giorno all'altro, a dover mettere in discussione ogni cosa, e a combattere contro qualcosa che la razionalità della società di oggi giudicherebbe impossibile, perché ci ha abituati all'apatia quotidiana e alla diffidenza verso tutto ciò che è inspiegabile o sovrannaturale.
Non è una lotta fra il bene o il male, fra umani e Shi-Ki, è una lotta per la sopravvivenza di entrambe le specie, dove ogni legge morale perde significato, dove gli amici, gli innamorati, i padri, i figli, e tutti i compaesani che vivevano normalmente, adesso, per sopravvivere, sono costretti a uccidere i propri cari e le persone amate, per vedere la luce del giorno dopo, o l'oscurità della notte dopo.
E su tutto incombe l'ombra della famiglia Kirishiki, che abita nel castello a Kanemasa, il mistero sui suoi componenti, la loro storia e i loro intenti.
Fra di loro si eleva la figura della piccola Sunako, la cosiddetta "figlia unica" della famiglia che, sorridente, cammina qua e là nella notte vestita come una nobile bambina di fine 800', e che sembra avere un passato triste e drammatico; nutre una passione per i romanzi del giovane monaco priore del villaggio, Seinshin e, a suo dire, sembra essersi trasferita con la famiglia proprio a Sotoba dopo aver letto le sue storie, perché nel profondo si sente sola e maledetta come i personaggi di quelle novelle; come Seinshin stesso.
"La morte ha sempre circondato il villaggio" scrive lui, "e non in senso figurato ma letterale; infatti i boschi attorno al centro abitato non sono altro che la tomba di tutti i paesani; gli alberi che li compongono vengono fatti crescere dopo quarant'anni dalla morte del defunto sopra il tumulo che ne ospita i resti; forse è per questo che anticamente in questo villaggio, c'era la credenza che i morti si risvegliassero e tornassero per tormentare i vivi".
Non si diventa Shi-Ki per scelta, o per assunzione di sangue come nella maggior parte delle storie di vampiri; ci sono persone che si risvegliano dopo la morte, e altre che marciscono sotto terra; forse è una cosa genetica che dipende dal sangue, o forse, sono solo le persone tormentate e insoddisfatte a trasformarsi.
Ciò che è certo è che la falce della morte pende su tutti quanti, e chi come il dottor Ozaki è risoluto e pronto a combattere per salvare il villaggio, ha la responsabilità di agire per il bene di tutti.
Ma quand'è che uccidere è giusto? Quand'è sbagliato? Gli Shi-Ki sono creature assetate di sangue e uccidono uomini, donne e bambini per sopravvivere, ma sono anche i cittadini di questo villaggio che dopo la morte si sono risvegliati, ed hanno un cuore, dei sentimenti; è giusto considerarli mostri? E' giusto ucciderli senza pensarci? Dov'è che tutto questo ha avuto inizio e perché?
Queste sono solo alcune delle domande che vi porrete leggendo questo manga, alle quali ogni personaggio, nella sua interiorità e a modo suo, cercherà di dare una risposta per trovare una soluzione.
E pensare che poco prima era tutto così semplice, così normale; di mattina non era difficile intravedere un giovane ragazzo di nome Natsuno, in divisa da scuola, aspettare l'autobus alla fermata, rivolto verso la lunga strada che collega il villaggio alla grande città, con la speranza una volta diplomato, di lasciare questo vecchio e tetro posto dimenticato da Dio verso la luce scintillante della città.
E' un prodotto che richiede una certa sensibilità ed immaginazione per essere apprezzato, perché sia il modo in cui è strutturata la narrazione, sia il disegno sono "inconsueti" e possono rendere la lettura di quest'opera poco interessante, troppo impegnativa, o addirittura noiosa, all'occhio della maggior parte della gente. Non è immediato e non si rivolge al grande pubblico, ma solo a quelle persone che cercano appunto qualcosa di "diverso".
Tuttavia sa colpire ed appassionare chiunque abbia voglia di guardare oltre ed entrare in questo mondo fatto di morte, solitudine e riflessione, regalando emozioni forti e colpi di scena ben congegnati.
Avevo letto qualche scan, e mi ero subito reso conto di quanto Shi-Ki fosse un manga decisamente fuori dal comune; ero molto incuriosito dalla traduzione del titolo, cioè "demone-cadavere", che mi faceva immaginare zombie dotati di intelligenza o comunque mostri particolari. E così ,senza nemmeno finire di guardare la trama perché non volevo rovinarmi il momento in cui avrei scoperto l'identità di questi demoni leggendo direttamente dal manga, corsi subito in fumetteria.
Ma la simpatica vecchietta del negozio rese questo mio desiderio irrealizzabile, cogliendomi alla sprovvista un'istante prima di darle in mano i 4.20 euro del primo volume, dicendomi "Ah comunque se ti piacciono le storie di vampiri potresti dare un'occhiata anche a bla bla bla che a me piace molto, “Shi-Ki” in particolare è bla bla bla" e mi fece alcuni spoiler riguardo alcuni particolari importanti; l'unica cosa che pensare fu "... Eeeeeeeeeh (sospiro) queste dolci e sempre sorridenti nerd d'altri tempi" e sconsolato uscii dal negozio mentre lei mi salutava e tutta contenta mi diceva "alla prossima!".
Con un po' di delusione dunque, scoprii che queste misteriose creature cadavere erano vampiri, che con astuzia, riescono ad ingannare i cittadini del piccolo e tranquillo villaggio di Sotoba, infettandolo a poco a poco come un'epidemia.
Le prime due cose che saltano all'occhio prendendo quest'opera in mano, come accennavo all'inizio, sono la struttura della narrazione ed il disegno: la storia ci viene raccontata come in un diario, iniziando sempre con giorno "x" del mese, ma "x" non sempre è cronologicamente lineare; a volte può capitare che l'autore ci narri eventi avvenuti in certi giorni ma poi, nel capitolo successivo, può succedere che torni indietro di parecchio oppure che ci mostri altri avvenimenti completamente diversi, che non sono il diretto seguito delle pagine precedenti, ma sono diciamo "altri punti di vista" o altre storie proprio.
Gli stessi capitoli, prendono il nome dai personaggi, non da cose o fatti della storia come in un qualsiasi manga, e sono esattamente le vite di ciascun personaggio divise in capitoli, che si mescolano e si alternano fra di loro: possono esserci due capitoli chiamati "Natsuno Yuki" e poi uno chiamato "Toshio Ozaki" e un altro ancora chiamato "Sunako Kirishiki" per poi tornare a "Toshio Ozaki" o addirittura mostrarci delle "Side Story" di personaggi minori.
Non c'è un vero e proprio protagonista quindi; l'occhio del lettore si sposta continuamente da una situazione all'altra, da un punto di vista all'altro, senza trascurare niente e senza dare importanza più ad uno invece che ad un altro; ciò permette di immedesimarsi perfettamente nella psicologia di tutti i personaggi e rende la storia non l'insieme delle azioni di un singolo, ma il susseguirsi dei sentimenti di molti, che si trovano a dover fare i conti con una cruda realtà, sia che siano umani, sia che siano Demoni-Cadavere succhia sangue.
Ciliegina sulla torta poi, il fatto che, durante la narrazione, ogni giorno venga definito con un nome particolare in giapponese tipo "Taian" o "Shakku", al fine di "predirci" se il tal giorno sarà fortunato o no, e in quale arco di tempo della giornata c'è da stare attenti o meno; si crea quindi quell'aria di superstizione classica di un vecchio e dimenticato paese di provincia, dedito a tradizioni e culti dimenticati da tempo, ma non per questo irreali.
L'unica cosa che a tratti può risultare un po' pesante è il susseguirsi quasi continuo(soprattutto nei primi volumi) delle morti all'interno del villaggio, perché anche se ci vengono presentate in modo "poliziesco", accattivando il senso di mistero, vengono svolte sempre nello stesso modo e sempre con le stesse dinamiche; non è facile ricordarsi tutte le persone morte con le relative zone dove vivevano, soprattutto quelle anziane o quelle di cui se ne parla solo marginalmente; inceppano lo svolgimento della trama, rendendola statica e impegnativa da seguire.
Parlando invece del disegno, c'è da dire che inizialmente dà l'impressione di essere un po' tirato via o stilizzato, nonostante in realtà gli sfondi e i particolari siano molto curati: bisogna solo farci l'occhio.
E' la spigolosità dei volti e delle forme dei personaggi a dare quest'impressione, perché non è il tipo di disegno a cui siamo abituati e lì per lì può spiazzare o non piacere, ma è solo una scelta di stile che con la lettura si comprende e si impara ad apprezzare. A me personalmente è piaciuto sin dall'inizio senza problemi: lo trovo semplice ma allo stesso tempo estremamente complesso e curato, e ha contribuito in modo esponenziale a farmi provare l'atmosfera triste e tetra di questa storia.
Ho visto tanta gente snobbarlo e disprezzarlo, magari senza neppure aver letto il manga; io vi consiglio di non farvi trarre in inganno e di provare almeno a leggere due o tre volumi, anche se proprio il tratto non vi piace, perché potreste cambiare idea.
Detto questo, cosa dire della storia in sé, se non che è bellissima? Qualcuno potrebbe dire che alla fine ci sono tantissime storie che parlano di vampiri, o comunque di un classico posto sperduto che viene attaccato da mostri o entità demoniache, ma qui è diverso, perché il centro di tutto non è tanto l'attacco da parte dei Demoni-Cadavere, o l'atmosfera horror con le classiche scene mozzafiato: il centro di tutto qui sono i personaggi con i loro sentimenti e la loro psicologia, ciascuno con la propria vita, i propri valori e i propri problemi, che si trova, da un giorno all'altro, a dover mettere in discussione ogni cosa, e a combattere contro qualcosa che la razionalità della società di oggi giudicherebbe impossibile, perché ci ha abituati all'apatia quotidiana e alla diffidenza verso tutto ciò che è inspiegabile o sovrannaturale.
Non è una lotta fra il bene o il male, fra umani e Shi-Ki, è una lotta per la sopravvivenza di entrambe le specie, dove ogni legge morale perde significato, dove gli amici, gli innamorati, i padri, i figli, e tutti i compaesani che vivevano normalmente, adesso, per sopravvivere, sono costretti a uccidere i propri cari e le persone amate, per vedere la luce del giorno dopo, o l'oscurità della notte dopo.
E su tutto incombe l'ombra della famiglia Kirishiki, che abita nel castello a Kanemasa, il mistero sui suoi componenti, la loro storia e i loro intenti.
Fra di loro si eleva la figura della piccola Sunako, la cosiddetta "figlia unica" della famiglia che, sorridente, cammina qua e là nella notte vestita come una nobile bambina di fine 800', e che sembra avere un passato triste e drammatico; nutre una passione per i romanzi del giovane monaco priore del villaggio, Seinshin e, a suo dire, sembra essersi trasferita con la famiglia proprio a Sotoba dopo aver letto le sue storie, perché nel profondo si sente sola e maledetta come i personaggi di quelle novelle; come Seinshin stesso.
"La morte ha sempre circondato il villaggio" scrive lui, "e non in senso figurato ma letterale; infatti i boschi attorno al centro abitato non sono altro che la tomba di tutti i paesani; gli alberi che li compongono vengono fatti crescere dopo quarant'anni dalla morte del defunto sopra il tumulo che ne ospita i resti; forse è per questo che anticamente in questo villaggio, c'era la credenza che i morti si risvegliassero e tornassero per tormentare i vivi".
Non si diventa Shi-Ki per scelta, o per assunzione di sangue come nella maggior parte delle storie di vampiri; ci sono persone che si risvegliano dopo la morte, e altre che marciscono sotto terra; forse è una cosa genetica che dipende dal sangue, o forse, sono solo le persone tormentate e insoddisfatte a trasformarsi.
Ciò che è certo è che la falce della morte pende su tutti quanti, e chi come il dottor Ozaki è risoluto e pronto a combattere per salvare il villaggio, ha la responsabilità di agire per il bene di tutti.
Ma quand'è che uccidere è giusto? Quand'è sbagliato? Gli Shi-Ki sono creature assetate di sangue e uccidono uomini, donne e bambini per sopravvivere, ma sono anche i cittadini di questo villaggio che dopo la morte si sono risvegliati, ed hanno un cuore, dei sentimenti; è giusto considerarli mostri? E' giusto ucciderli senza pensarci? Dov'è che tutto questo ha avuto inizio e perché?
Queste sono solo alcune delle domande che vi porrete leggendo questo manga, alle quali ogni personaggio, nella sua interiorità e a modo suo, cercherà di dare una risposta per trovare una soluzione.
E pensare che poco prima era tutto così semplice, così normale; di mattina non era difficile intravedere un giovane ragazzo di nome Natsuno, in divisa da scuola, aspettare l'autobus alla fermata, rivolto verso la lunga strada che collega il villaggio alla grande città, con la speranza una volta diplomato, di lasciare questo vecchio e tetro posto dimenticato da Dio verso la luce scintillante della città.