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9.0/10
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Ecco un altro titolo di fantascienza nipponico di alto livello che si va ad aggiungere al palinsesto editoriale italiano.

Un pianeta alieno in cui umani e una razza sconosciuta, entrambi colonizzatori, si contendono da decenni di guerra le risorse planetarie, e se da un lato traspare la preponderanza tecnologica gli umani sembrano aver imparato ad opporvisi usando sempre meglio le capacità di simbiosi con la principale razza nativa del pianeta creando un corpo militare di "teletrasporto". La simbiosi avviene esclusivamente con le donne e nella maniera più "naturale", facendo cioè crescere all'interno dell'utero embrioni modificati di quella razza, già dotati della capacità di viaggiare istantaneamente all'interno di uno spazio parallelo, cosa che si traduce in un teletrasporto nello spazio reale.

Il mix di questi elementi - guerra, mondo alieno (che l'autore non manca di dettagliare ad ogni occasione, dalla zoologia ai cibi), militarismo (in puro stile occidentale come nei classici Il gioco di Ender e Fanteria dello spazio) e buone dosi di "mystery" - produce una lettura densa ma estremamente godibile.

Lo stile di disegno poi si lega benissimo. Shirai sembra rifarsi molto alle opere di Yaz, prima fra tutte Venus Wars, per l'aspetto "militaresco" eliminando quasi completamente i classici divertissment comici manga dello storico autore per sottolineare come la vita militare in piena guerra dia ben poco spazio a qualsiasi forma di rilassatezza e di deconcentrazione, mentre per gli aspetti più "fantascientifici e alieni" ricorda i lavori di Hoshino.

Il primo volume saggiamente ruota attorno al periodo di addestramento delle nuove teletrasportatrici permettendo ai lettori di entrare in confidenza con i personaggi e le situazioni, dagli allenamenti di base all'impianto ai primi salti fino alle "facili" missioni a basso grado di difficoltà, mentre tutto attorno la vita e la morte incessantemente non smettono di scorrere, mentre pacifismo e milititarismo si scontrano con mistificazioni e propaganda, dove l'uso delle donne si dibatte tra "mezzo" e "prestigio", lasciando al finale la preparazione di quella che sarà la prima vera missione di guerra che vedremo nel volume successivo.

Un'ottima opera in una buona edizione che fa solo rimpiangere il "piccolo" formato.