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2.0/10
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Ah, Soul Eater, Soul Eater... che dire? Premetto che non ho visto l'anime che, si vocifera, sia migliore rispetto al manga (peggio credo sia impossibile), quindi mi baso solo sul quest'ultimo che, secondo il mio modesto parere, si legge a fatica. Molta fatica.
In un periodo dove il dark, i vampiri, gli shinigami e gli esorcisti vanno, a quanto pare, di gran moda, dopo Bleach, D.Gray man e altri mille manga a tematiche più o meno simili è giunto il turno anche di Soul Eater. Peraltro, pare che sia molto apprezzato anche nel Sol Levante, il che mi fa pensare che farsi pubblicare un manga, ormai, non sia poi così difficile. Sono sempre opinioni personali, eh!
Veniamo alla "trama" di quest'opera ed esaminiamone gli aspetti, ma ammetto che sarà difficile perché fa acqua un po' da tutte le parti.
Maka, studentessa alla DWMA(Accademia Costruttori d'Armi per Sua Eccellenza Lord Shinigami) è l'unica ragazza piatta in un universo di maggiorate con seni flaccidi come budini privi di ghiandole mammarie (il che fa pensare che l'autore non abbia mai toccato una tetta in vita sua). Deve essere dura vivere a Death City per lei, ecco. Questa ragazza se ne va in giro a mietere anime di individui balordi con la sua falce umana (?) Soul, che nel primo volume dice di aver creato lei stessa con le sue manine da maestra d'armi. Lo scopo, tecnicamente, sarebbe far fuori novantanove cattivoni più una strega, raccogliendo le loro anime all'interno della suddetta falce umana Soul che, raggiunta quota cento, avrebbe l'onore di diventare l'arma di Lord Shinigami: la Death Scythe. Il perché di tutto questo sbatti ancora non si è capito. E, soprattutto, cosa ci ricava il maestro d'armi a far diventare la propria arma Death Scythe , almeno per me, rimane uno dei tanti misteri di questa serie.
Ok, fermiamoci qui un attimo. Non so voi, ma io in questo manga ho sperato fino all'ultimo volume acquistato che mi venisse dato uno straccio di spiegazione. L'unica cosa che ho ottenuto, invece, è ulteriore casino.
Ma andiamo per gradi: una spiegazione sull'ambientazione, una misera introduzione sulla dimensione, sullo spazio-tempo in cui ci troviamo, avrebbero anche potuto darmela, eh? Cioè, che caspio di posto è Death City? È un mondo parallelo o è una ridente cittadina rintracciabile tranquillamente con Google Maps? Una pseudo-locazione geografica l'abbiamo nel volume sette - nel volume sette, capite? E Lord Shinigami? Qual è il suo ruolo, scusatemi? È tipo un unico Dio/governatore della terra/preside della DWMA? Se è un Dio, perché parla tranquillamente con le persone? Che rapporti si hanno con le divinità in questo fumetto?
Poi scusate, ma per me non è normale che le persone diventino armi. Non mi basta che mi venga detto "È così, credici" perché la prenda per buona. In Shaman King ci davano un'egregia spiegazione, ma qui no.
<b>Attenzione, spoiler</b>
Io ho letto il manga fino a tot credendo veramente che fossero i maestri a creare le armi, data l'affermazione di Maka nel primo volume, ma quando ho visto che Tsubaki aveva un fratello ci sono rimasta male. Cosa devo pensare? Ad un errore di traduzione della Panini? O era tutto un bluff? L'autore ha cambiato idea? Allora?
<b>Fine spoiler</b>
La scusa che molte persone mi danno a questa mancanza gravissima (parlo di uno straccio di spiegazione sulle armi umane) è :"Ma lo spiegano più avanti". Ma come si può spiegare ciò che costituisce le fondamenta di una trama dopo venti volumi? Una persona si stufa prima! Avrebbe senso se l'autore fosse stato furbo e avesse messo degli elementi che spingevano l'autore ad incuriosirsi, invece no: devi prenderlo com'è e forse, un giorno, se costui ne avrà voglia, approfondirà la questione.
Inoltre perché, dopo anni e anni e milioni di studenti che ambiscono (inspiegabilmente) a far diventare la propria arma quella dello Shinigami, la Death Scythe in carica è ancora il padre di Maka da non si sa nemmeno quanto? Volete dirmi che nessuno è mai riuscito a tirar su cento benedette anime in tutto questo tempo? Considerato il numero di studenti alla DWMA dovrebbe essercene una nuova almeno ogni anno.
Mah, crediamoci sulla parola e andiamo avanti con la storia, dato che in dieci volumi nessuno si è degnato di darmi una spiegazione.
Dopo aver fatto conoscenza con i tre personaggi principali, tutti impegnati a raccogliere queste benedette anime, la trama, dal nulla, cambia completamente piega.
Senza nessun collegamento apparente cominciano a buttarci lì a spizzichi l'argomento "follia", introducendo quelli che dovrebbero essere gli antagonisti.
Non che non vada bene, ma se mi presenti la storia in un certo modo non puoi cambiarmela repentinamente nel giro di tre capitoli! Gli eventi dovrebbero sfumare seguendo una linea logica. Invece in SE no, cominci a leggere il manga aspettandoti una cosa e, dopo qualche pagina, a nessuno dei personaggi interessa più diventare una Death Scythe. Insomma, manca proprio di coerenza narrativa in tutto.
Passiamo ora ai disegni di Atsushi Ohkubo: brutti. Davvero, non trovo altro modo per descriverli. Mancano le basi più basilari dell'anatomia, si sforza di dare dei tratti dark che il suo stile naturalmente non ha e il risultato è pessimo. Punto. (Bisogna dire che nell'anime sono stati migliorati non poco.)
Onestamente ci sono molti manga con tratti semplici e basilari che apprezzo molto. Nodame cantabile, per esempio. La differenza fra i disegni di un Nodame Cantabile e un SE è che nel primo, nella sua semplicità, si riconosce lo stile personale dell'autrice. Nel secondo si vede solo il tentativo non riuscito da parte dell'autore di far sembrare i suoi disegni belli e particolareggiati quando, in realtà, non ha le capacità per renderli tali.
E poi, vogliamo parlare del fan service a dir poco gratuito, fuori luogo ed esagerato?
Esagerato come sono esagerate le personalità dei personaggi che, seppur indubbiamente interessanti e particolari, finiscono per diventare odiose ed estremizzate.
L'idea di fondo per la caratterizzazione dei protagonisti è sicuramente buona. Death the Kid e la fissa per la simmetria, l'egocentrismo di Black Star contrapposto al temperamento remissivo della compagna Tsubaki, l'atteggiamento sbruffone di Soul, Maka diligente e sensibile... insomma, le basi c'erano.
Sicuramente ci sono state svariate gag divertenti, nulla da dire, ma alla lunga diventa troppo, al punto da risultare banale. E niente, ti ritrovi ad odiare ogni singolo personaggio che, peraltro, non ha un briciolo di evoluzione nel corso della confusa vicenda.

In definitiva trovo che SE sia fin troppo sopravvalutato. Dico anche che sono arrivata al volume 10, dopodiché l'ho venduto, quindi magari qualcosa è migliorato.
È pieno di buchi e di cose che si danno per scontate nella trama quando un minimo di approfondimento avrebbe reso tutto più gradevole e scorrevole. Io detesto dovermi porre mille domande mentre leggo un fumetto, a meno che non siano domande legate al proseguimento della trama stessa, ma qui le domande sono al fine di capire il senso vero e proprio dell'opera. Trovo che l'autore abbia scoperto tutte le sue carte subito, in modo confuso, senza pensare ai retroscena che contribuiscono a rendere qualcosa di grazioso e senza pretese, come potrebbe essere SE, in qualcos'altro di più rispettabile. Le potenzialità forse c'erano, ma non sono state sfruttate al meglio.
Comunque non mi sento nemmeno di dire che sia tutto uno schifo. È sicuramente un manga adatto ai ragazzi molto giovani o per chi vuole una lettura tranquilla e simpatica.
Insomma, non aspettatevi di trovarci filosofia leggendolo, ecco. Sarebbe già tanto trovarci una vera trama.