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6.0/10
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"Se ti offrissero 5 milioni per uccidere un solo uomo, cosa faresti? E se l'uomo da uccidere fosse lui stesso un assassino?"
E' così che comincia "Kimi no knife", un seinen che parla di Shiki, un normalissimo professore a cui un giorno viene posta questa domanda da una donna bellissima. Shiki ha bisogno dei soldi per mantenere le cure di sua sorella all'ospedale, ma non vuole ottenerli se in cambio è costretto a togliere la vita a qualcuno, malvagio o bravo che sia.
Inizialmente il protagonista è titubante, ma per amore di sua sorella decide di adempiere a questo duro compito, grazie anche all'aiuto di altri due uomini, Kuzumi della polizia e uno che ha il solo compito di palo e di portare i killer sul luogo del prossimo delitto.
Le uccisioni non sempre facili però, partendo già dal primo compito che viene assegnato a Shiki: uccidere un uomo che teneva sua figlia Izuki rinchiusa e nascosta in casa fin da quando era una bambina, ma Izuki però non è una normale ragazza, è in grado di leggere i sentimenti e i pensieri delle persone solamente toccandoli. Shiki ferma Kuzumi che voleva uccidere la ragazza, e decidono di portarla via con loro, anche se ciò creerà qualche problema.
Inizialmente Shiki non riesce a uccidere le vittime, infatti è sempre Kuzumi che fa il lavoro sporco, ma ben presto anche Shiki si sporcherà le mani di sangue.

L'opera non è nulla di eccezionale, la trama è gradevole, abbastanza cupa, ma avrei preferito che ci fossero più uccisioni e meno sentimenti, però ha una buona base.
I disegni sono semplici, non adatti a un seinen, se si fosse usato molto più nero e meno sfondi bianchi le ambientazioni sarebbero risultate più emozionanti e molto più cupe, invece, con questi tratti semplici, il manga non esprime appieno il suo potenziale.
I personaggi non esprimono la loro personalità, non sono ben caratterizzati e questo è un punto a sfavore.
Il voto complessivo è una piccola sufficienza per un manga con una buona trama ma mal esposta.