Recensione
Manhole
9.0/10
Recensione di DarkRose86
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Ode al maestro Tsutsui, che con quest'opera, la prima sua che leggo, diventa ufficialmente uno di quegli autori di cui voglio tutto.
Devo ammettere che ho trovato tutti e tre i volumetti di "Manhole" in fumetteria diverso tempo fa fra gli arretrati, ogni volta che ci andavo li sfogliavo, ma non riuscivo proprio a decidermi. Infine, leggendo un po' di recensioni e facendomi alla fine convincere dalle copertine (lo so, è brutto da dire, ma mi riscatterò dicendo che sono tra le più inquietanti e dunque attraenti che abbia mai visto), l'ho comprato. E ho decisamente fatto un ottimo acquisto.
Sicuramente, l'espediente dell'epidemia che minaccia di sterminare il genere umano, o quantomeno una sua buona parte, sa un po' di già visto, però va riconosciuto all'autore il fatto che non ha scritto né disegnato nulla a casaccio, costruendo una trama ben articolata, con personaggi particolarmente realistici, sia nella loro psicologia che nel loro aspetto esteriore, senza contare i tanti aneddoti che è stato divertente ed istruttivo leggere.
L'inizio, con l'uomo nudo che esce dal tombino, grondante sangue, è tra i prologhi più pesanti (in senso buono, ovviamente) e ben riusciti che abbia mai letto. Ti incolla al fumetto e non ti permette di staccare gli occhi fino alla fine. Sembra tutto talmente vero che se lo si legge attentamente sembra quasi di sentire l'odore del sangue, il rumore del tombino che si apre, il respiro irregolare di chi assiste alla scena, incredulo e terrorizzato. Questo manga sa regalare emozioni che pochi altri danno.
Inutile poi specificare che, da vittima prediletta delle zanzare trigre quale sono, qualche volta ho perfino rischiato l'attacco di panico. Ma questo era un risvolto puramente comico della mia recensione.
Ho adorato i due personaggi principali, Mizoguchi ed Inoue, che sono stati resi benissimo, specie nel loro rapporto di lavoro e nella dedizione l'uno per l'altra, in particolare quella di Inoue per Mizoguchi.
Verso la fine ti ritrovi ad immaginare che cosa avresti fatto se fossi stato al posto del "cattivo della situazione". Lo metto tra virgolette perché non è il classico cattivo, ma una sorta di antieroe (mi ha ricordato Yagami Light di "Death Note", per certi versi) convinto di fare del bene all'umanità e in alcuni casi, forse, ha anche ragione. Ma non giudicatemi pazza, eh! Bisogna provare a comprendere il dolore di questa persona; le violenze subite dalla nipote si ripercuotono sulla sua psiche come aghi che lo trafiggono ogni secondo che passa, portandolo a cercare un piano per eliminare dalla faccia della terra chi fa del male al prossimo. Purtroppo, il tutto si ripercuote anche se chi non c'entra nulla, ed è lì che esplode l'epidemia, quella assassina, ingiustificata, che porta via con sé gli innocenti.
Quella di "Manhole" è una storia adulta, che colpisce, ben sceneggiata e splendidamente disegnata. Le tavole del maestro sono splendide, e le pagine a colori arricchiscono un'edizione già di per sé perfetta. Grazie Jpop!
La consiglio a tutti gli amanti del seinen psicologico, fidatevi, non ve ne pentirete.
Devo ammettere che ho trovato tutti e tre i volumetti di "Manhole" in fumetteria diverso tempo fa fra gli arretrati, ogni volta che ci andavo li sfogliavo, ma non riuscivo proprio a decidermi. Infine, leggendo un po' di recensioni e facendomi alla fine convincere dalle copertine (lo so, è brutto da dire, ma mi riscatterò dicendo che sono tra le più inquietanti e dunque attraenti che abbia mai visto), l'ho comprato. E ho decisamente fatto un ottimo acquisto.
Sicuramente, l'espediente dell'epidemia che minaccia di sterminare il genere umano, o quantomeno una sua buona parte, sa un po' di già visto, però va riconosciuto all'autore il fatto che non ha scritto né disegnato nulla a casaccio, costruendo una trama ben articolata, con personaggi particolarmente realistici, sia nella loro psicologia che nel loro aspetto esteriore, senza contare i tanti aneddoti che è stato divertente ed istruttivo leggere.
L'inizio, con l'uomo nudo che esce dal tombino, grondante sangue, è tra i prologhi più pesanti (in senso buono, ovviamente) e ben riusciti che abbia mai letto. Ti incolla al fumetto e non ti permette di staccare gli occhi fino alla fine. Sembra tutto talmente vero che se lo si legge attentamente sembra quasi di sentire l'odore del sangue, il rumore del tombino che si apre, il respiro irregolare di chi assiste alla scena, incredulo e terrorizzato. Questo manga sa regalare emozioni che pochi altri danno.
Inutile poi specificare che, da vittima prediletta delle zanzare trigre quale sono, qualche volta ho perfino rischiato l'attacco di panico. Ma questo era un risvolto puramente comico della mia recensione.
Ho adorato i due personaggi principali, Mizoguchi ed Inoue, che sono stati resi benissimo, specie nel loro rapporto di lavoro e nella dedizione l'uno per l'altra, in particolare quella di Inoue per Mizoguchi.
Verso la fine ti ritrovi ad immaginare che cosa avresti fatto se fossi stato al posto del "cattivo della situazione". Lo metto tra virgolette perché non è il classico cattivo, ma una sorta di antieroe (mi ha ricordato Yagami Light di "Death Note", per certi versi) convinto di fare del bene all'umanità e in alcuni casi, forse, ha anche ragione. Ma non giudicatemi pazza, eh! Bisogna provare a comprendere il dolore di questa persona; le violenze subite dalla nipote si ripercuotono sulla sua psiche come aghi che lo trafiggono ogni secondo che passa, portandolo a cercare un piano per eliminare dalla faccia della terra chi fa del male al prossimo. Purtroppo, il tutto si ripercuote anche se chi non c'entra nulla, ed è lì che esplode l'epidemia, quella assassina, ingiustificata, che porta via con sé gli innocenti.
Quella di "Manhole" è una storia adulta, che colpisce, ben sceneggiata e splendidamente disegnata. Le tavole del maestro sono splendide, e le pagine a colori arricchiscono un'edizione già di per sé perfetta. Grazie Jpop!
La consiglio a tutti gli amanti del seinen psicologico, fidatevi, non ve ne pentirete.