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8.0/10
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Nonostante il mio poco amore per il calcio, ho deciso di prendere Giant Killing perché gli spokon mi piacciono molto e perché si prospettava una storia diversa da quelle a cui ero di solito abituata. E non ne sono rimasta affatto delusa.
In sostanza, la trama è questa: Takeshi Tatsumi, un giovane allenatore, viene convocato ad allenare la sua ex-squadra, l'ETU, che ha lasciato anni prima per motivi non chiari, la quale purtroppo è in crisi. Il suo obiettivo sarà cercare di risollevarla durante il campionato di quell'anno dal baratro in cui è precipitata. Detta così, si capisce subito quale sia la particolarità della storia: il protagonista principale non è un giocatore, bensì un allenatore.

Tuttavia, ciò non è del tutto chiaro. Tatsumi è il protagonista, vero, ma la storia parla di molte altre persone e ricomprende in pratica l'intero mondo calcistico. Si può dire infatti che la storia si muova in base ad una serie di livelli incastrati l'uno con l'altro e comunicanti, a partire naturalmente dagli stessi giocatori. Non facciamoci infatti illusioni, nonostante Tatsumi e le sue tattiche siano al centro dell'attenzione, sono i giocatori i veri protagonisti in campo, che siano quelli dell'ETU o delle squadre avversarie. Ad ogni giocatore infatti sta venendo dedicato del tempo per scoprire le proprie motivazioni, la propria storia e per permetterci di conoscerli ed affezionarci a questa squadra, come se fosse la nostra, ma anche, eventualmente, a decidere di apprezzarne un'altra, anche se per ovvi motivi non possiamo seguirne il percorso. Ovviamente, ci sono giocatori a cui è stato dedicato molto più spazio rispetto ad altri che invece si sono visti in misura minore, ma la peculiarità del manga fa in modo che questi non siano comunque predominanti all'interno di una partita, anzi: Tsubaki sarà pure un giovane talento, ma la squadra non funziona solo con lui, tant'è che la maggior parte delle volte non fa nemmeno gol, o non è in partita. E così per tutti gli altri.

Il secondo livello è naturalmente quello di Tatsumi, e con questo intendo il mondo degli allenatori, il modo differente di gestire una squadra e anche i problemi che essi stessi affrontano con la società, con i giocatori e durante le partite. Essendo Tatsumi il protagonista, infatti, la rivalità tipica degli spokon non si ferma certo agli atleti, ma ricomprende l'allenatore stesso, in una sfida a chi riesce meglio a gestire una squadra. Il terzo livello è ciò che circonda l'intera squadra, cioè la società e la tifoseria. La prima in realtà non è ancora troppo sviluppata, ci si è basati più sul conoscere i personaggi che si occupano dell'ETU, ma confido che ci saranno sviluppi successivi, dato che è stata già introdotta la figura dello scout di talenti. I tifosi invece comprendono sempre una buona fetta della storia, anch'essa pronta per successivi sviluppi, non limitandosi ad essere semplicemente i "commenti esterni" che occupano vignette per spiegare l'ovvio che sta avvenendo in campo, ma intervenendo direttamente nella trama e avendo una loro storia parallela: così abbiamo il gruppo degli "ultras", il gruppo dei vecchi tifosi accompagnati dai figli, e i loro differenti modi di vivere l'amore per l'ETU. L'ultimo livello è composto da quello dei giornalisti: per ora, abbiamo visto solo le avventure della reporter Fujisawa, ma non dubito da alcune scene che ci saranno ampliamenti anche in questo settore; anche qui, non si tratta di semplici commenti, ma di una vera e propria storia parallela. Giant Killing non è solo la storia di una squadra, è la storia di tutti i mondi che ruotano attorno ad una squadra, ciascuno con la loro storia. Anzi, spero che man mano che il manga proceda si riesca ad avere una visione anche sulle altre attività di una squadra di calcio, come sponsor, mercato, ecc.

Di qui si capisce che le personalità dei personaggi sono davvero molto buone; il difetto iniziale di avere dei personaggi un po' stereotipati cala man mano che iniziamo a conoscerli davvero, l'unica pecca forse è quella di un eccessivo "buonismo", dato che tutti i personaggi paiono amare davvero il calcio e giocare per divertirsi, mentre non dobbiamo dimenticare che siamo nel mondo del professionismo dove l'essere un calciatore dovrebbe essere un lavoro. Il manga inoltre è attraversato da una vena comica, per cui alcuni personaggi hanno caratteristiche esagerate per rendere comiche le scene, ma senza mai strafare, e soprattutto mostrando anche una caratterizzazione completa che non si ferma alla macchietta.

Le partite che ci sono state finora le ho trovate ben rese e adrenaliniche; benché non creda che le tattiche di Tatsumi siano applicabili alla realtà, sono più che disposta a passarci sopra e a godermi il match che come ho detto non è un "one man show", tutt'altro, e ciò contribuisce comunque ad una prospettiva di realismo che è molto apprezzata durante la lettura.
I disegni, tuttavia, non sono il massimo. Pur permettendo una visione chiara delle partite e pur avendo avuto un miglioramento dall'inizio, spesso si ricorre a delle caratteristiche esagerate per riuscire a distinguere i vari personaggi (e non sempre ci si riesci). A fronte di una buona differenziazione fisionomica fra i personaggi, dato il loro alto numero, vi è una stilizzazione eccessiva quando ci sono vignette con troppi personaggi o questi sono ripresi in fondo. Non è bello vedere la porta e dietro, a rappresentare il pubblico, le figurine che disegnerei io se stessimo giocando all'impiccato. Ciò nonostante, i disegni sono buoni a sufficienza da permettere una lettura scorrevole, non sono così fastidiosi.

L'unico difetto che posso riscontrare finora è la poca attenzione per il campionato in sé. Ogni tanto spuntano squadre "che non hanno mai perso", ma sarebbe stato bello avere un calendario preciso delle partite ed una vera classifica di quello che sta succedendo. Solo dopo parecchi volumi abbiamo ottenuto almeno la tabella della situazione dell'ETU, ma non basta. In un manga che dà così attenzione al mondo che ruota attorno al calcio, la trovo una pecca notevole. Sarebbe stato bello anche avere una spiegazione di come funzionano i vari tornei giapponesi, come la Japan Cup e la Tengo Cup, ma mi rendo conto che questa sia più un problema dell'edizione italiana piuttosto che della storia in sé, dato che probabilmente i lettori giapponesi ne sono a conoscenza, a differenza nostra.
Io lo sto adorando e lo consiglierei a tutti, ma mi rendo conto che non è un manga per tutti, trattandosi di uno spokon e di uno spokon particolare, a metà tra il shonen e il seinen (anche se è classificato come seinen, ma non un manga "serio" alla Happy!, per chiarirci), quindi tenderei a consigliarlo senza dubbio se vi piace il cacio o gli spokon e poi se invece volete provare spokon diversi dal solito.