Recensione
Yu degli Spettri
6.0/10
So che non sono in molti a pensarla come me su Yu degli Spettri di Yoshihiro Togashi. Ritengo infatti quest'opera molto sopravvalutata. Non certo un brutto manga, ma non ai livelli che ci si potrebbe aspettare da qualcosa di così elogiato.
Andiamo con ordine: Yusuke Urameshi è uno studente delle superiori noto per essere un poco di buono. Tuttavia, quando vedrà un bambino rischiare di essere investito da un'auto, non esiterà a dare la sua vita per salvarlo. Nascono così una serie di eventi che porteranno Yusuke a diventare l'Ispettore del mondo degli Spiriti.
L'entusiasmo che avevo provato leggendo l'introduzione di Yu yu è stato smorzato già verso la fine del primo volume. Si capiva da subito che il mondo in cui era ambientato, pur essendo quello "reale", aveva qualcosa di strambo e anormale. Ma quando una madre, scoprendo che il proprio figlio è ancora vivo, non pensa a cosa stia succedendo e non si degna neppure di chiamare un dottore si sfiora l'assurdo: anche se è una necessità per portare avanti adeguatamente la stesura, Togashi avrebbe potuto risolvere la faccenda in modo che non apparisse così poco credibile.
Poi, dopo una serie di buone trovate, Togashi decide di affiancare a Yusuke tre compagni: Kuwabara, Kurama e Hiei. Perfettamente caratterizzati, certo, ma uno dei quali subisce un repentino cambio di carattere per permettere all'autore di ottenere dei buoni comprimari senza sforzarsi troppo. Dopodiché la combriccola inizia a dare la caccia ai demoni che attaccano gli uomini, spostandosi da un luogo all'altro della terra senza nessuna spiegazione logica. Questa cosa si potrebbe tollerare in un manga sviluppato in un mondo fantastico, ma per un'opera ambientata nel mondo reale non è assolutamente accettabile, tanto più se non si dà nessuna spiegazione geografica decente.
Parliamo ora dei combattimenti. Certamente niente male, ma fin troppo elogiati a mio parere. Niente in confronto a Jojo, risalente a quegli stessi anni, o Hunter x Hunter, del medesimo autore (nonché un'opera decisamente migliore). Power up troppo casuali, per come la vedo io, che ne abbassano il livello complessivo e non li differenziano in alcun modo dai combattimenti shonen classici.
Un altro grande difetto di Yu degli Spettri, forse il più grande, è l'eccessiva ispirazione presa da Dragon Ball. Certo, sotto molti aspetti Togashi è migliore di Toriyama (soprattutto per quanto riguarda le caratterizzazioni), ma i punti in comune tra le due opere sono decisamente troppi: i tornei di arti marziali, il mondo degli spiriti (organizzato in modo molto simile), e molti altri, di cui potrete rendervi conto se deciderete di leggerlo. E questa non è certamente solo un'impressione dei lettori: basti pensare che quando Yusuke si reca per la prima volta nell'aldilà si immagina che il re degli spiriti proprio identico a quello di Dragon Ball. Ovviamente questa è una citazione, ma ci dà la conferma del forte effetto che Toriyama ha esercitato sull'autore.
Come ho già accennato, però, non si può non elogiare Yoshihiro Togashi per il modo in cui caratterizza i suoi personaggi. Da Yusuke, a Kuwabara, Kurama, Hiei, Keiko e molti altri: tutti con un animo ben delineato e relazioni interpersonali create e curate con molta cura. Probabilmente uno dei maggiori motivi per cui, nonostante i molti difetti, ne consiglierei la lettura.
Insomma, non metto in dubbio che Yu yu Hakusho sia un ottimo shonen, ma uno shonen nel vero senso della parola, ovvero un manga adatto a un pubblico molto giovane o inesperto in fatto di fumetti. Non abbastanza per accontentare dei lettori già navigati o con aspettative più alte. Nel complesso è comunque più che sufficiente, consigliato soprattutto come preludio a Hunter x Hunter, con il quale Togashi rasenterà la perfezione.
Andiamo con ordine: Yusuke Urameshi è uno studente delle superiori noto per essere un poco di buono. Tuttavia, quando vedrà un bambino rischiare di essere investito da un'auto, non esiterà a dare la sua vita per salvarlo. Nascono così una serie di eventi che porteranno Yusuke a diventare l'Ispettore del mondo degli Spiriti.
L'entusiasmo che avevo provato leggendo l'introduzione di Yu yu è stato smorzato già verso la fine del primo volume. Si capiva da subito che il mondo in cui era ambientato, pur essendo quello "reale", aveva qualcosa di strambo e anormale. Ma quando una madre, scoprendo che il proprio figlio è ancora vivo, non pensa a cosa stia succedendo e non si degna neppure di chiamare un dottore si sfiora l'assurdo: anche se è una necessità per portare avanti adeguatamente la stesura, Togashi avrebbe potuto risolvere la faccenda in modo che non apparisse così poco credibile.
Poi, dopo una serie di buone trovate, Togashi decide di affiancare a Yusuke tre compagni: Kuwabara, Kurama e Hiei. Perfettamente caratterizzati, certo, ma uno dei quali subisce un repentino cambio di carattere per permettere all'autore di ottenere dei buoni comprimari senza sforzarsi troppo. Dopodiché la combriccola inizia a dare la caccia ai demoni che attaccano gli uomini, spostandosi da un luogo all'altro della terra senza nessuna spiegazione logica. Questa cosa si potrebbe tollerare in un manga sviluppato in un mondo fantastico, ma per un'opera ambientata nel mondo reale non è assolutamente accettabile, tanto più se non si dà nessuna spiegazione geografica decente.
Parliamo ora dei combattimenti. Certamente niente male, ma fin troppo elogiati a mio parere. Niente in confronto a Jojo, risalente a quegli stessi anni, o Hunter x Hunter, del medesimo autore (nonché un'opera decisamente migliore). Power up troppo casuali, per come la vedo io, che ne abbassano il livello complessivo e non li differenziano in alcun modo dai combattimenti shonen classici.
Un altro grande difetto di Yu degli Spettri, forse il più grande, è l'eccessiva ispirazione presa da Dragon Ball. Certo, sotto molti aspetti Togashi è migliore di Toriyama (soprattutto per quanto riguarda le caratterizzazioni), ma i punti in comune tra le due opere sono decisamente troppi: i tornei di arti marziali, il mondo degli spiriti (organizzato in modo molto simile), e molti altri, di cui potrete rendervi conto se deciderete di leggerlo. E questa non è certamente solo un'impressione dei lettori: basti pensare che quando Yusuke si reca per la prima volta nell'aldilà si immagina che il re degli spiriti proprio identico a quello di Dragon Ball. Ovviamente questa è una citazione, ma ci dà la conferma del forte effetto che Toriyama ha esercitato sull'autore.
Come ho già accennato, però, non si può non elogiare Yoshihiro Togashi per il modo in cui caratterizza i suoi personaggi. Da Yusuke, a Kuwabara, Kurama, Hiei, Keiko e molti altri: tutti con un animo ben delineato e relazioni interpersonali create e curate con molta cura. Probabilmente uno dei maggiori motivi per cui, nonostante i molti difetti, ne consiglierei la lettura.
Insomma, non metto in dubbio che Yu yu Hakusho sia un ottimo shonen, ma uno shonen nel vero senso della parola, ovvero un manga adatto a un pubblico molto giovane o inesperto in fatto di fumetti. Non abbastanza per accontentare dei lettori già navigati o con aspettative più alte. Nel complesso è comunque più che sufficiente, consigliato soprattutto come preludio a Hunter x Hunter, con il quale Togashi rasenterà la perfezione.