Recensione
Osama Game - Il gioco del re
5.0/10
Recensione di DarkRose86
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Nutrivo grandi aspettative riguardo questo manga, tuttavia dopo averlo terminato personalmente non lo trovo meritevole del gran successo ottenuto, anche se è vero che devo ancora leggere il romanzo - e lo farò il prima possibile, sono curiosa di vedere quali sono le differenze -.
Attenzione, spoiler!
L'inizio è ottimo, il ritmo è incalzante, la storia lascia spazio ai sentimenti ma al contempo ci mostra il tracollo della psiche umana alle prese con "Il Gioco del Re", che inizia con un semplicissimo ordine inviato tramite sms a tutti gli studenti di una classe di liceo. Il primo ordine è facile da eseguire, e i ragazzi quasi si divertono pensando ad uno scherzo ben congeniato. Tuttavia, ogni giorno arriva un ordine diverso, ed ognuno è peggiore del precedente. Sembra proprio che l'obiettivo del Re sia sterminare tutta la classe. Se non si esegue l'ordine, infatti, o se si contravviene ad una delle regole, si muore.
Mi sono subito chiesta come fosse possibile che le vittime potessero morire per decapitazione o impiccagione senza che vi fosse nessuno con loro in quei momenti, ed ora che lo so non sono affatto convinta. Non mi piace quasi mai essere critica, ma questo manga poteva essere molto migliore se non avesse avuto un finale sinceramente un po' "tirato via" e se il Re fosse stata una persona in carne ed ossa.
A dire il vero, l'idea del virus informatico è più che apprezzabile, ma Osama Game non ha niente a che vedere col decisamente migliore thriller del maestro Tetsuya Tsutsui, Reset, la cui trama è similare. Anche qui, infatti, il virus agisce sulla psiche umana, e uccide attraverso la suggestione, come una sorta d'ipnosi. Ora, passi l'infarto - la causa di morte più ovvia -, l'impiccagione e anche l'autocombustione, ma che in balia della suggestione ad un essere umano possano "volare via" la testa o gli arti proprio no. Non ho apprezzato questa esagerazione, ed è un peccato, perché il manga si presenta come un thriller angosciante e ben disegnato dal bravissimo Hitori Renda.
Però ho amato il protagonista, Nobuaki, più che altro mi è piaciuto il fatto che non è il solito perbenista che cerca sempre di fare la cosa giusta, ma difende per lo più i suoi interessi. Cercando sempre di salvare più vite possibile, ma non è un eroe e fa più errori che cose giuste, e questo lo rende umano più di molti altri protagonisti.
Bellissimi i disegni, specie le ambientazioni, e ottima l'edizione Planet Manga, anche se il prezzo è un po' troppo alto.
In definitiva, l'ho trovato un po' troppo inverosimile, per questo non mi sono sentita di dargli più di 5.
Attenzione, spoiler!
L'inizio è ottimo, il ritmo è incalzante, la storia lascia spazio ai sentimenti ma al contempo ci mostra il tracollo della psiche umana alle prese con "Il Gioco del Re", che inizia con un semplicissimo ordine inviato tramite sms a tutti gli studenti di una classe di liceo. Il primo ordine è facile da eseguire, e i ragazzi quasi si divertono pensando ad uno scherzo ben congeniato. Tuttavia, ogni giorno arriva un ordine diverso, ed ognuno è peggiore del precedente. Sembra proprio che l'obiettivo del Re sia sterminare tutta la classe. Se non si esegue l'ordine, infatti, o se si contravviene ad una delle regole, si muore.
Mi sono subito chiesta come fosse possibile che le vittime potessero morire per decapitazione o impiccagione senza che vi fosse nessuno con loro in quei momenti, ed ora che lo so non sono affatto convinta. Non mi piace quasi mai essere critica, ma questo manga poteva essere molto migliore se non avesse avuto un finale sinceramente un po' "tirato via" e se il Re fosse stata una persona in carne ed ossa.
A dire il vero, l'idea del virus informatico è più che apprezzabile, ma Osama Game non ha niente a che vedere col decisamente migliore thriller del maestro Tetsuya Tsutsui, Reset, la cui trama è similare. Anche qui, infatti, il virus agisce sulla psiche umana, e uccide attraverso la suggestione, come una sorta d'ipnosi. Ora, passi l'infarto - la causa di morte più ovvia -, l'impiccagione e anche l'autocombustione, ma che in balia della suggestione ad un essere umano possano "volare via" la testa o gli arti proprio no. Non ho apprezzato questa esagerazione, ed è un peccato, perché il manga si presenta come un thriller angosciante e ben disegnato dal bravissimo Hitori Renda.
Però ho amato il protagonista, Nobuaki, più che altro mi è piaciuto il fatto che non è il solito perbenista che cerca sempre di fare la cosa giusta, ma difende per lo più i suoi interessi. Cercando sempre di salvare più vite possibile, ma non è un eroe e fa più errori che cose giuste, e questo lo rende umano più di molti altri protagonisti.
Bellissimi i disegni, specie le ambientazioni, e ottima l'edizione Planet Manga, anche se il prezzo è un po' troppo alto.
In definitiva, l'ho trovato un po' troppo inverosimile, per questo non mi sono sentita di dargli più di 5.