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L'attacco dei giganti è il manga rivelazione degli ultimi tempi in Giappone. Viene dunque da pensare, quale capolavoro ha creato Isayama per avere tutto questo successo? Purtroppo l'attacco dei giganti è ben lontano da questa altisonante nomea anzi, la parola che più gli compete è mediocrità.

ATTENZIONE, LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER.

Da dove partire per recensire questo manga? Perchè non dai disegni giustamente criticati. Anatomia inesistente e se la cosa può essere abbonata per i giganti,visto che la sproporzione dei corpi li rende più inquietanti, lo stesso non si può fare per gli umani che appaiono grotteschi. Non solo la sproporzione li rende pessimi ma anche la indistinguibilità. L'autore è riuscito a rendere identici una ragazza alta un metro e settanta ( Mikasa) e un uomo ( Rivaille)"alto" un metro e sessanta. Nelle fasi più concitate è quasi impossibile distinguerli se non fosse che Mikasa si porta appresso sempre una sciarpa dunque per riconoscerla si va sempre alla ricerca di questo pezzo di stoffa. Se per lei è andata male ad Armin, altro personaggio di rilievo, è andata pure peggio visto che è identico ad una ragazza e nel suo caso non solo nelle scene in movimento ma anche nei primi piani!! A non aiutare la distinguibilità dei personaggi c' è anche la pessima caratterizzazione di questi. Non parliamo poi dell'impostazione della pagina, cose che uno studente di disegno si vergognerebbe di presentare al proprio insegnante.

Visto che ho menzionato la caratterizzazione dei personaggi perchè non andiamo a vedere nel dettaglio il trio protagonista?

Eren è osceno. Penso di non aver mai visto un protagonista meno indicato di lui. Non ha alcuna crescita personale, è rimasto identico a quando viene presentato ovvero un bambino di una decina di anni. Non prova rimorso per le sue azioni anche se queste mettono in pericolo i suoi compagni, non ragiona, si butta a capofitto nelle situazioni per poi essere tratto in salvo ( ovviamente a discapito della vita dei suoi commilitoni, di cui tanto a lui frega poco).

Mikasa, la protagonista femminile è forte, figa ed innamorata di Eren. Questo è tutto ciò che è dato sapere al lettore. Perchè è così forte? Boh, misteri della scienza, è forte e basta.

Del trio protagonista l'unico con un accenno di caratterizzazione è Armin, descritto come un ragazzo con poca forza ma di grande intelligenza. Peccato che questa sua intelligenza superiore non si altro che buon senso in un mondo in cui non è la forza dei giganti a soggiogare gli umani ma la stupidità di questi che impedisce loro di creare una valida resistenza. Esempio lampante? I giganti si muovono male di notte, cosa risaputa, gli umani devono riparare una falla nella muraglia che permette ai giganti di entrare all'interno. Dopo ore ed ore di discussioni ecco che Armin se ne viene fuori con un " e se chiudessimo il buco di notte?" Ed ecco che la sua genialità viene lodata dal caporale del suo battaglione. Fantastico.

Per farla breve, in tutto il manga sono appena sei i personaggi con una caratterizzazione credibile. Levi, il capo della legione esplorativa, Hanjii la mente della legione, Christa, Ymir e Jean tre reclute, Annie il cattivo del secondo arco ( la caccia al gigante femmina)Quelli invece che oltre al compitino sono studiati di più si riducono invece a due personaggi. Christa e Ymir. In un rooster che vanta una decina di persone è un bel traguardo, non c'è che dire.

Oltre alla caratterizzazione dei personaggi in larga parte pessima, il disegno osceno, cos'è che non va ancora in questo manga? La sceneggiatura ovviamente. Cosa c'è di meglio di un nemico sconosciuto che va da protagonista a dirgli "ehi, lo sai che sono io il cattivone?"

Immaginate Darth Vader che, invece dalla canonica e sorprendente rivelazione a Luke entrata nella storia del cinema, fosse andato dal ragazzo con tutta la tranquillità del mondo e, dopo avergli dato una pacca sulla spalla, gli avesse detto " Ehi Luke, ma lo sai che sono tuo padre?"
Ecco, questo è un esempio che calza a pennello per descrivere la pessima scena in cui Reiner, il gigante colossale, colui che ha causato indirettamente la morte della madre di Eren, svela al protagonista la propria identità. Geniale, non c'è che dire. Ah, ovviamente Eren si getterà immediatamente in un combattimento perso in partenza causando il proprio rapimento. E per recuperarlo la legione esplorativa sacrificherà uomini e il comandante perderà un braccio. Ovviamente di questo a Eren non frega nulla.

La pessima sceneggiatura non si limita solo a cose come queste. Già nei primi volumi ad esempio invece di concentrarsi ,come è giusto che sia, sull'addestramento dei ragazzi ci butta subito nel campo di battaglia e, una volta finita, dopo che i cadetti sono stati decimati Isayama ha la bella idea di mostrarci il passato che comprende anche i caduti. Fantastico, sono stata proprio colpita dalla morte di personaggi di cui non conoscevo niente. Certo che serve molto creare un manga crudo in cui la morte è in agguato quando questa alla fine tocca solo personaggi di cui giustamente non frega niente a nessuno.

L'unica volta in cui veramente si è dato un senso alla morte di alcuni commilitoni è stato con la squadra di Levi che si sacrifica per Eren. Qui almeno l'autore ha avuto la brillante idea di caratterizzare questi poveri cristi prima di mandarli al macello, dunque per il lettore è un bel colpo.

Tralasciando la sceneggiatura, com' è la storia? Ho sentito spesso lodarla e sentirla definire " un mindfuck". Sul serio? Se questa è una storia intrigante e piena di misteri oscuri non so veramente cosa dire. Verso gli ultimi volumi si scopre come la nobiltà sia coinvolta con l'apparizione dei giganti. Noo, non lo avrei mai immaginato!! Un manga in cui sin dall'inizio è mostrata una rigida gerarchia tra popolino utile solo per fare il mangime dei giganti e nobili protetti nelle loro mura svela che alla fine della fiera sono proprio i nobili parte ( se non tutta) della causa della presenza dei giganti. Non mi dilungo oltre che è meglio va.

Quale voto dare dunque a questo manga? Ovviamente un'insufficienza piena, mi limito al 4 solo perchè in quanto prima opera di Isayama dalla sua gioca parecchio l'inesperienza