Recensione
Lo squalificato
9.0/10
Recensione di DarkRose86
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Il mio primo approccio alle opere del maestro Usamaru Furuya è stato un pugno nello stomaco, esattamente come lo è il diario del protagonista di questo manga. Avvicinarsi ad un autore leggendo un fumetto ispirato ad un libro è sempre un'incognita, perché viene da domandarsi: quali saranno le differenze fra le due opere? Avrà reso giustizia al romanzo? Sarà in grado di emozionare?
La verità, ed è giusto che lo scriva in questa recensione, è che quando ho acquistato il primo volume de Lo Squalificato conoscevo Usamaru Furuya solo di nome e, ahimè, non avevo mai sentito parlare di Osamu Dazai. Ciononostante ho deciso di comprare questo manga attirata dagli splendidi disegni del maestro e dal fatto che la serie è composta da soli tre volumi; meno male che l'ho fatto.
Dopo aver letto i primi due volumi, ho subito acquistato il libro di Osamu Dazai, notando con piacere come Furuya sia rimasto fedele alla storia originale (ha apportato alcuni cambiamenti ai nomi dei personaggi e sul finale, ma niente che mi abbia infastidita), nonostante abbia cambiato l'epoca in cui si svolgono i fatti.
Non è un manga per tutti. E' crudo, realistico e pesante, nel senso che alla fine di ogni capitolo ho avuto bisogno di un po' di tempo per ponderare su quanto avevo appena letto; questo perché la vita del protagonista, Yozo, è fatta di dolore ed è una costante discesa nelle tenebre, illuminata unicamente, qua e là, da qualche effimero sprazzo di felicità di cui lui ha un'immane paura.
Attenzione, spoiler!
La storia si apre con lo stesso Usamaru Furuya che sta cercando sul web degli spunti su un nuovo manga, e quando sembra aver perso la speranza s'imbatte nel diario di un uomo chiamato Yozo Ooba. Rimane colpito soprattutto dalle foto dell'autore, che sono tre e lo mostrano dapprima da bambino, assieme ai familiari, con sul volto un sorriso visibilmente falso, come se qualcuno lo stesse costringendo a mostrarsi felice nonostante non lo sia davvero. Nella seconda Yozo è adolescente, è bello e anche se il suo sorriso sembra ancora finto, emana un'aura fascinosa e di mistero, sicuramente un uomo che risulterebbe attraente agli occhi di qualunque donna. Nell'ultima, sebbene la didascalia dica "Yozo a 25 anni", l'uomo sembra un vecchio oramai in fin di vita. Nel post scriptum di Furuya, in fondo al terzo volume, apprendiamo che egli lesse per la prima volta il libro di Dazai al liceo, e che egli vive vicino al canale dove il corpo dello scrittore, suicida, venne ritrovato. Le emozioni provate dal mangaka leggendo l'opera di Dazai le ritroviamo nel suo manga, che dopo questa breve prefazione inizia a narrare la storia di Yozo Ooba, un ragazzo bello, intelligente e di buona famiglia che vive un'esistenza volta a soddisfare il proprio padre; egli, fin da piccolo, vive come una sorta di marionetta, o un pagliaccio se vogliamo, che indossa una maschera di fronte a chiunque gli dia confidenza. Per questo Yozo, per non disonorare la figura del padre, non viene conosciuto da nessuno per quello che è, ma solamente per come appare. Questa è la causa scatenante delle tenebre che pian piano lo avvolgono nella loro morsa, a cominciare da quando il giovane decide di andare ad abitare da solo e incontra Masao Horiki, colui che sarà il suo unico amico; questi lo porta in giro per locali a bere, a frequentare prostitute, finché Yozo non diventa dipendente dall'alcool e sperpera tutti i suoi averi in bevute, sigarette e partner occasionali. La sua bravura nell'irretire le donne di qualunque età con il suo innegabile fascino infastidisce Horiki, che nonostante gli sia amico lo definisce più volte un poco di buono, anche perché Yozo riesce con una facilità spaventosa a portarsi a letto praticamente ogni ragazza che fa parte della vita sua e di quella dello stesso Horiki (prima Misaki, e poi Shizuko).
La prima flebile luce di speranza si accende quando, in un locale notturno, Yozo incontra la prostituta Ageha, una donna più grande di lui e disperata forse addirittura più del giovane. I due, in una meravigliosa e straziante scena fra le più romantiche che abbia mai visto - forse non molti la definirebbero così, ma credo che il rapporto tra i due sia uno dei più intensi mai rappresentati in un fumetto, per quanto breve esso sia -, tentano un suicidio di coppia in mare, ma solo la donna muore, mentre Yozo, stranamente aggrappato ad una speranza che lo spinge a cercare di continuare a vivere, viene tratto in salvo.
Indagato per complicità in suicidio, viene arrestato, ma la cauzione viene pagata dal padre, che poi incarica un suo "tirapiedi" (forse non è il termine adatto, ma credo renda l'idea) di prendersi cura del figlio, oramai alcolista e squattrinato.
Quando però il ragazzo decide di tentare la carriera dei suoi sogni, ossia diventare un mangaka, fugge e si rifugia da Shizuko, un'altra donna più grande di lui e madre di una bambina, che s'innamora perdutamente di Yozo e gli dona mesi di vita piena e soddisfacente, finché il giovane non scorge, negli occhi speranzosi e ancora innocenti della figlia di Shizuko, un futuro nemico.
Yozo è spaventato dalla felicità, e anche se vorrebbe provarla, quando viene toccato da essa lo assale una sorta di repulsione. Così se ne va, abbandonando coloro che lo amano, per paura di sporcarle irrimediabilmente.
Toccante la scena in cui prega che a loro non venga mai portata via la felicità e quella luce che le rende così umane.
Yozo cresce, continua a bere e a fumare e ad avere paura di tutti gli esseri umani, intrappolato ancora dietro la sua maschera, che lo sta irrimediabilmente soffocando. Questo va avanti finché non conosce Yoshino, una ragazza di due anni più giovane di lui, e se ne innamora. Lei lo ricambia e, nonostante i genitori di lei non approvino, i due si sposano. Non hanno molti soldi, perché il padre di Yozo non lo aiuta più ormai da tempo, però il ragazzo continua a disegnare fumetti e crea una serie di discreto successo. Riallaccia il rapporto d'amicizia con Horiki (che però lo invidia palesemente), e tutto sembra andare per il meglio. Purtroppo, però, l'oscurità è sempre dietro l'angolo, pronta ad inghiottirti.
La moglie di Yozo, Yoshino, era "un genio nell'arte del fidarsi del prossimo". Proprio per questo Yozo la ama, ma proprio per questo la giovane a causa della sua ingenuità viene violentata dall'editor del marito, durante i fuochi d'artificio, mentre Yozo e Horiki sono sul terrazzo a godersi la vista. Mi ha colpita molto il gesto di Horiki, che vede la scena e invece di fermare l'uomo va a chiamare l'amico per mostrargli la scena. Yozo è impietrito e non riesce ad aiutare la moglie, ma si limita a piangere e a chiedersi se siano davvero questi gli esseri umani. Ed è qui, nel luogo e nel momento che Horiki impietosamente definisce un inferno, che Yozo decide definitivamente di abbandonare la sua condizione di essere umano (sebbene non si sia mai sentito tale); il declino inizia quando diventa dipendente, oltre che dall'alcool, dalla droga. Maltratta la moglie ed è convinto che ella vada a letto con chi le capita, perde il lavoro, cerca di convincere Yoshino e prostituirsi nonostante la donna sia incinta. Quando sembra aver deciso di smettere con le droghe, gli giunge la notizia della morte del padre, ed è qui che accade l'irreparabile; Yozo perde completamente il senno, costringendo Yoshino ad un aborto da stress e ad un successivo atto disperato (i due divorziano), nonostante lei lo ami ancora come il primo giorno.
Ho trovato azzeccate le allucinazioni mostrate dal maestro Furuya sul finale, specie il fiume di sangue ove Yozo teme che il padre ritorni in vita, il momento in cui gli viene dato un passaggio da un camionista in cui lui vede la figura del padre, e quando chiede a quest'ultimo di mettere nelle camere a gas i membri della servitù che a detta sua, quand'era piccolo, avevano abusato di lui. Ciò dimostra come il declino di Yozo sia causato unicamente dal padre e dal ruolo che questi lo aveva obbligato ad interpretare. Un burattino perfetto, una marionetta con una povera anima segregata dentro di sé, destinata a straripare in un fiume di dolore e disperazione.
Ho trovato poetica e al tempo stesso straziante la scena in cui Yozo torna sulla riva del mare in cui aveva tentato il suicidio e vede il cadavere di Ageha accanto a sé, nonché azzeccatissima e geniale quella in cui l'uomo - o l'ombra che ne è rimasta - cammina per la città sputando sangue, e mentre sente che sta per morire, tutte le insegne luminose attorno a lui recano una sola parola: SQUALIFICATO.
E' così che Yozo comprende che il mondo è ormai stanco di lui, o che forse è lui ad essere stanco di quel mondo che non riesce a comprenderlo.
Sul finale rivediamo Furuya che legge l'epilogo del diario di Yozo Ooba, e la nota lasciata da Masao Horiki, che narra di come il suo amico avesse trascorso gli ultimi tempi prima di scomparire, all'interno di una clinica specializzata. Yozo però fugge, ed è disperso.
Furuya lo va a cercare nei locali che era solito frequentare, e nella casa editrice per la quale lavorava, e ognuna delle persone a cui chiede di lui gli risponde allo stesso modo: "Beveva, ma era una brava persona. Era un angelo, una persona buona."
Bellissima l'immagine finale, Furuya cammina per la strada e vede un povero vecchio decrepito fra i sacchi di rifiuti, buttato lì come spazzatura, come un rifiuto umano, come per l'appunto uno "squalificato". L'uomo, che in verità vecchio non è, pronuncia le sue ultime parole: "Finalmente è iniziato il viaggio per la nuova dimensione."
A differenza del romanzo, Furuya dona qualche speranza in più con questa frase, e ci fa pensare che forse Yozo volerà in paradiso, nonostante tutto. Che forse, dopo la morte, c'è un'altra vita in cui lui potrà mostrarsi per quello che è realmente.
Fine spoiler
L'opera di Usamaru Furuya, perfetta sotto ogni aspetto, rende giustizia ad uno dei più bei romanzi che io abbia mai letto (lo consiglio a tutti!), ed è caratterizzata da ottimi disegni e ambientazioni realistiche e curate.
Il prezzo è un po' alto (6,50€), ma comunque si tratta di soli tre volumi e l'edizione Planet Manga è molto buona.
Lo consiglio assolutamente, è un manga che esula dai generi che leggo di solito ma che si merita comunque un posto nella mia top ten. E' un'opera che tocca il cuore, che sconvolge e appassiona, che ti fa amare Yozo e provare pena per lui e per la sua condizione di squalificato, ossia non più umano.
Un'opera che spinge a mostrarsi per come si è senza temere il giudizio degli altri, e che dimostra quanto sia difficile vivere cercando l'approvazione di tutti attraverso finti sorrisi.
In definitiva un manga splendido e speciale, che non mancherà di farvi versare qualche lacrima.
La verità, ed è giusto che lo scriva in questa recensione, è che quando ho acquistato il primo volume de Lo Squalificato conoscevo Usamaru Furuya solo di nome e, ahimè, non avevo mai sentito parlare di Osamu Dazai. Ciononostante ho deciso di comprare questo manga attirata dagli splendidi disegni del maestro e dal fatto che la serie è composta da soli tre volumi; meno male che l'ho fatto.
Dopo aver letto i primi due volumi, ho subito acquistato il libro di Osamu Dazai, notando con piacere come Furuya sia rimasto fedele alla storia originale (ha apportato alcuni cambiamenti ai nomi dei personaggi e sul finale, ma niente che mi abbia infastidita), nonostante abbia cambiato l'epoca in cui si svolgono i fatti.
Non è un manga per tutti. E' crudo, realistico e pesante, nel senso che alla fine di ogni capitolo ho avuto bisogno di un po' di tempo per ponderare su quanto avevo appena letto; questo perché la vita del protagonista, Yozo, è fatta di dolore ed è una costante discesa nelle tenebre, illuminata unicamente, qua e là, da qualche effimero sprazzo di felicità di cui lui ha un'immane paura.
Attenzione, spoiler!
La storia si apre con lo stesso Usamaru Furuya che sta cercando sul web degli spunti su un nuovo manga, e quando sembra aver perso la speranza s'imbatte nel diario di un uomo chiamato Yozo Ooba. Rimane colpito soprattutto dalle foto dell'autore, che sono tre e lo mostrano dapprima da bambino, assieme ai familiari, con sul volto un sorriso visibilmente falso, come se qualcuno lo stesse costringendo a mostrarsi felice nonostante non lo sia davvero. Nella seconda Yozo è adolescente, è bello e anche se il suo sorriso sembra ancora finto, emana un'aura fascinosa e di mistero, sicuramente un uomo che risulterebbe attraente agli occhi di qualunque donna. Nell'ultima, sebbene la didascalia dica "Yozo a 25 anni", l'uomo sembra un vecchio oramai in fin di vita. Nel post scriptum di Furuya, in fondo al terzo volume, apprendiamo che egli lesse per la prima volta il libro di Dazai al liceo, e che egli vive vicino al canale dove il corpo dello scrittore, suicida, venne ritrovato. Le emozioni provate dal mangaka leggendo l'opera di Dazai le ritroviamo nel suo manga, che dopo questa breve prefazione inizia a narrare la storia di Yozo Ooba, un ragazzo bello, intelligente e di buona famiglia che vive un'esistenza volta a soddisfare il proprio padre; egli, fin da piccolo, vive come una sorta di marionetta, o un pagliaccio se vogliamo, che indossa una maschera di fronte a chiunque gli dia confidenza. Per questo Yozo, per non disonorare la figura del padre, non viene conosciuto da nessuno per quello che è, ma solamente per come appare. Questa è la causa scatenante delle tenebre che pian piano lo avvolgono nella loro morsa, a cominciare da quando il giovane decide di andare ad abitare da solo e incontra Masao Horiki, colui che sarà il suo unico amico; questi lo porta in giro per locali a bere, a frequentare prostitute, finché Yozo non diventa dipendente dall'alcool e sperpera tutti i suoi averi in bevute, sigarette e partner occasionali. La sua bravura nell'irretire le donne di qualunque età con il suo innegabile fascino infastidisce Horiki, che nonostante gli sia amico lo definisce più volte un poco di buono, anche perché Yozo riesce con una facilità spaventosa a portarsi a letto praticamente ogni ragazza che fa parte della vita sua e di quella dello stesso Horiki (prima Misaki, e poi Shizuko).
La prima flebile luce di speranza si accende quando, in un locale notturno, Yozo incontra la prostituta Ageha, una donna più grande di lui e disperata forse addirittura più del giovane. I due, in una meravigliosa e straziante scena fra le più romantiche che abbia mai visto - forse non molti la definirebbero così, ma credo che il rapporto tra i due sia uno dei più intensi mai rappresentati in un fumetto, per quanto breve esso sia -, tentano un suicidio di coppia in mare, ma solo la donna muore, mentre Yozo, stranamente aggrappato ad una speranza che lo spinge a cercare di continuare a vivere, viene tratto in salvo.
Indagato per complicità in suicidio, viene arrestato, ma la cauzione viene pagata dal padre, che poi incarica un suo "tirapiedi" (forse non è il termine adatto, ma credo renda l'idea) di prendersi cura del figlio, oramai alcolista e squattrinato.
Quando però il ragazzo decide di tentare la carriera dei suoi sogni, ossia diventare un mangaka, fugge e si rifugia da Shizuko, un'altra donna più grande di lui e madre di una bambina, che s'innamora perdutamente di Yozo e gli dona mesi di vita piena e soddisfacente, finché il giovane non scorge, negli occhi speranzosi e ancora innocenti della figlia di Shizuko, un futuro nemico.
Yozo è spaventato dalla felicità, e anche se vorrebbe provarla, quando viene toccato da essa lo assale una sorta di repulsione. Così se ne va, abbandonando coloro che lo amano, per paura di sporcarle irrimediabilmente.
Toccante la scena in cui prega che a loro non venga mai portata via la felicità e quella luce che le rende così umane.
Yozo cresce, continua a bere e a fumare e ad avere paura di tutti gli esseri umani, intrappolato ancora dietro la sua maschera, che lo sta irrimediabilmente soffocando. Questo va avanti finché non conosce Yoshino, una ragazza di due anni più giovane di lui, e se ne innamora. Lei lo ricambia e, nonostante i genitori di lei non approvino, i due si sposano. Non hanno molti soldi, perché il padre di Yozo non lo aiuta più ormai da tempo, però il ragazzo continua a disegnare fumetti e crea una serie di discreto successo. Riallaccia il rapporto d'amicizia con Horiki (che però lo invidia palesemente), e tutto sembra andare per il meglio. Purtroppo, però, l'oscurità è sempre dietro l'angolo, pronta ad inghiottirti.
La moglie di Yozo, Yoshino, era "un genio nell'arte del fidarsi del prossimo". Proprio per questo Yozo la ama, ma proprio per questo la giovane a causa della sua ingenuità viene violentata dall'editor del marito, durante i fuochi d'artificio, mentre Yozo e Horiki sono sul terrazzo a godersi la vista. Mi ha colpita molto il gesto di Horiki, che vede la scena e invece di fermare l'uomo va a chiamare l'amico per mostrargli la scena. Yozo è impietrito e non riesce ad aiutare la moglie, ma si limita a piangere e a chiedersi se siano davvero questi gli esseri umani. Ed è qui, nel luogo e nel momento che Horiki impietosamente definisce un inferno, che Yozo decide definitivamente di abbandonare la sua condizione di essere umano (sebbene non si sia mai sentito tale); il declino inizia quando diventa dipendente, oltre che dall'alcool, dalla droga. Maltratta la moglie ed è convinto che ella vada a letto con chi le capita, perde il lavoro, cerca di convincere Yoshino e prostituirsi nonostante la donna sia incinta. Quando sembra aver deciso di smettere con le droghe, gli giunge la notizia della morte del padre, ed è qui che accade l'irreparabile; Yozo perde completamente il senno, costringendo Yoshino ad un aborto da stress e ad un successivo atto disperato (i due divorziano), nonostante lei lo ami ancora come il primo giorno.
Ho trovato azzeccate le allucinazioni mostrate dal maestro Furuya sul finale, specie il fiume di sangue ove Yozo teme che il padre ritorni in vita, il momento in cui gli viene dato un passaggio da un camionista in cui lui vede la figura del padre, e quando chiede a quest'ultimo di mettere nelle camere a gas i membri della servitù che a detta sua, quand'era piccolo, avevano abusato di lui. Ciò dimostra come il declino di Yozo sia causato unicamente dal padre e dal ruolo che questi lo aveva obbligato ad interpretare. Un burattino perfetto, una marionetta con una povera anima segregata dentro di sé, destinata a straripare in un fiume di dolore e disperazione.
Ho trovato poetica e al tempo stesso straziante la scena in cui Yozo torna sulla riva del mare in cui aveva tentato il suicidio e vede il cadavere di Ageha accanto a sé, nonché azzeccatissima e geniale quella in cui l'uomo - o l'ombra che ne è rimasta - cammina per la città sputando sangue, e mentre sente che sta per morire, tutte le insegne luminose attorno a lui recano una sola parola: SQUALIFICATO.
E' così che Yozo comprende che il mondo è ormai stanco di lui, o che forse è lui ad essere stanco di quel mondo che non riesce a comprenderlo.
Sul finale rivediamo Furuya che legge l'epilogo del diario di Yozo Ooba, e la nota lasciata da Masao Horiki, che narra di come il suo amico avesse trascorso gli ultimi tempi prima di scomparire, all'interno di una clinica specializzata. Yozo però fugge, ed è disperso.
Furuya lo va a cercare nei locali che era solito frequentare, e nella casa editrice per la quale lavorava, e ognuna delle persone a cui chiede di lui gli risponde allo stesso modo: "Beveva, ma era una brava persona. Era un angelo, una persona buona."
Bellissima l'immagine finale, Furuya cammina per la strada e vede un povero vecchio decrepito fra i sacchi di rifiuti, buttato lì come spazzatura, come un rifiuto umano, come per l'appunto uno "squalificato". L'uomo, che in verità vecchio non è, pronuncia le sue ultime parole: "Finalmente è iniziato il viaggio per la nuova dimensione."
A differenza del romanzo, Furuya dona qualche speranza in più con questa frase, e ci fa pensare che forse Yozo volerà in paradiso, nonostante tutto. Che forse, dopo la morte, c'è un'altra vita in cui lui potrà mostrarsi per quello che è realmente.
Fine spoiler
L'opera di Usamaru Furuya, perfetta sotto ogni aspetto, rende giustizia ad uno dei più bei romanzi che io abbia mai letto (lo consiglio a tutti!), ed è caratterizzata da ottimi disegni e ambientazioni realistiche e curate.
Il prezzo è un po' alto (6,50€), ma comunque si tratta di soli tre volumi e l'edizione Planet Manga è molto buona.
Lo consiglio assolutamente, è un manga che esula dai generi che leggo di solito ma che si merita comunque un posto nella mia top ten. E' un'opera che tocca il cuore, che sconvolge e appassiona, che ti fa amare Yozo e provare pena per lui e per la sua condizione di squalificato, ossia non più umano.
Un'opera che spinge a mostrarsi per come si è senza temere il giudizio degli altri, e che dimostra quanto sia difficile vivere cercando l'approvazione di tutti attraverso finti sorrisi.
In definitiva un manga splendido e speciale, che non mancherà di farvi versare qualche lacrima.