Recensione
Judge
7.0/10
Nove ragazzi si trovano rinchiusi in un tribunale abbandonato. Non sanno come ci sono finiti, né chi li ha rinchiusi e perché. L'unico modo per uscire è scegliere, votando, chi eliminare. Alla fine, solo due persone sopravviveranno, conquistandosi così la libertà.
Attesissimo sequel di Doubt, che in realtà un sequel non è, non essendoci alcun legame tra i personaggi delle due opere Judge ha un po' deluso le mie aspettative.
Il punto di forza di questo manga è rappresentato, senza dubbio, dalla capacità dell'autore di creare suspense e mistero. Ogni volumetto si legge tutto d'un fiato nella speranza di aggiungere un ulteriore tassello al mosaico che è la trama. Mosaico che, tuttavia, alla fine non risulta essere poi così elaborato. L'effetto sorpresa non è poi così sorprendente e lascia al lettore un senso di profondo "tutto qui?" in testa. Da questo punto di vista, e in controtendenza con gli altri giudizi espressi, considero superiore Doubt, che forse la sparava un po' troppo grossa, ma almeno regalava un finale del tutto inaspettato.
Quanto ai personaggi, la particolarità della situazione e la brevità del manga non permettono di conoscerli approfonditamente. Ciò nonostante, l'effetto voluto dall'autore, e cioè la creazione di archetipi dei sette peccati capitali, riesce bene e risulta soddisfacente.
Il disegno migliora rispetto a Doubt, anche se in alcune tavole si fatica a capire chi stia parlando. Nulla di così grave da impedire la lettura, comunque.
Infine, menzione speciale alla J-Pop, che come al solito regala edizioni pregevoli, con una ottima traduzione ed un buon rapporto qualità prezzo.
Riassumendo: un buon manga, ma agli appassionati di thriller lascerà un po' di amaro in bocca.
Attesissimo sequel di Doubt, che in realtà un sequel non è, non essendoci alcun legame tra i personaggi delle due opere Judge ha un po' deluso le mie aspettative.
Il punto di forza di questo manga è rappresentato, senza dubbio, dalla capacità dell'autore di creare suspense e mistero. Ogni volumetto si legge tutto d'un fiato nella speranza di aggiungere un ulteriore tassello al mosaico che è la trama. Mosaico che, tuttavia, alla fine non risulta essere poi così elaborato. L'effetto sorpresa non è poi così sorprendente e lascia al lettore un senso di profondo "tutto qui?" in testa. Da questo punto di vista, e in controtendenza con gli altri giudizi espressi, considero superiore Doubt, che forse la sparava un po' troppo grossa, ma almeno regalava un finale del tutto inaspettato.
Quanto ai personaggi, la particolarità della situazione e la brevità del manga non permettono di conoscerli approfonditamente. Ciò nonostante, l'effetto voluto dall'autore, e cioè la creazione di archetipi dei sette peccati capitali, riesce bene e risulta soddisfacente.
Il disegno migliora rispetto a Doubt, anche se in alcune tavole si fatica a capire chi stia parlando. Nulla di così grave da impedire la lettura, comunque.
Infine, menzione speciale alla J-Pop, che come al solito regala edizioni pregevoli, con una ottima traduzione ed un buon rapporto qualità prezzo.
Riassumendo: un buon manga, ma agli appassionati di thriller lascerà un po' di amaro in bocca.