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10.0/10
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Credo sia di vitale importanza cominciare questa recensione sottolineando una cosa, cioè che non sono minimamente un fan del genere zombie o di quello splatter. Una cosa alla volta posso anche sopportarla, ma mettete le due cose insieme e di sicuro la mia attenzione si rivolgerà altrove molto rapidamente.
Per molto tempo ho sentito parlare davvero bene di questo "I am a hero", ma per i motivi sovraesposti me ne sono sempre tenuto alla larga. Allora sorge spontanea la domanda: perché ho cominciato a leggerlo? Non lo nascondo, semplicissima noia. Quella sera, mentre leggevo il primo numero disteso a letto, continuavo a ripetermi: "Cosa lo leggo a fare, tanto non mi piacerà". Morale della favola, il giorno successivo sono andato di corsa in fumetteria per comprare i numeri restanti e li ho divorati in mezza giornata.
Vorrei evitare il più possibile spoiler, quindi, dopo una breve descrizione del contesto di questo manga, mi soffermerò sui punti che mi hanno colpito maggiormente.

Il nostro "eroe" è Hideo Suzuki, un trentacinquenne assistente mangaka fallito. Fallito perchè ritenuto troppo vecchio per sfondare nel mondo dei manga; fallito perché ha avuto una sua serie pubblicata, ma chiusa immediatamente. Si capisce subito che Hideo non è una persona "normale" (e non a causa dei suoi fallimenti), infatti è un paranoico complessato che ha bisogno di un cerchio magico, improvvisato con oggetti a caso, per difendersi dagli spiriti maligni durante la notte. Il manga comincia come se fosse uno slice of life (anzi, praticamente tutto il primo volume lo è) sulla vita di Hideo, ma qualcosa di strano sta succedendo. Il tutto ha inizio una mattina in cui Hideo esce di casa con il suo fucile per andare al poligono di tiro: da qui in poi il suo vecchio mondo non esisterà più.
La narrazione procede abbastanza rapidamente, mai noiosa e sempre piena di colpi di scena che tengono il lettore attaccato al volumetto.

Parlando del personaggio principale, devo ammettere che Hideo mi piace davvero tanto. Un tipo davvero strano (tanto strano) ma non mi ha mai dato l'impressione di essere falso o grottesco, al contrario sembra molto reale. A volte i suoi atteggiamenti causano ilarità, altre volte ho provato una tenerezza e un dispiacere infiniti per questo personaggio (ubriaco, dopo un ennesimo rifiuto dal solito editore, terrorizzato dal fatto che la sua ragazza se la faccia con il suo ex, dice "[ ... ] non devo essere per forza un eroe, ma vorrei almeno essere il protagonista della mia vita"; oppure, quando si vedono alcune sue foto ai tempi della scuola, si vede chiaramente che nelle foto di gruppo era allontanato suoi compagni). Per affrontare le difficoltà (sia della vecchia che della nuova vita), deve continuare a ripetersi, come se fosse un mantra, "I am a hero". Ma a volte i suoi comportamenti non sono da eroe, ma più da codardo, creando un interessante contrasto tra pensieri e azioni di Hideo. Insomma, non sarà mai possibile prevedere le azioni del nostro eroe.

La cosa che mi ha colpito di più di questo manga è la regia di Hanazawa. A tratti sembra quasi di osservare fotogrammi estratti dalla pellicola di un film. Tante tavole senza balloons che occupano l'intera pagina forniscono al lettore momenti di riflessione e danno enfasi a particolari situazioni, contribuendo ad aumentare il senso di angoscia generale che fa da sfondo al manga.
Molto interessante è stata la scelta di mostrare immagini del caos che dilaga nel Giappone affiancate a discussioni, in chat, tra otaku sparsi in tutto il paese. Il contrasto che ne risulta (tra la violenza e disperazione delle strade e il divertito cinismo della rete virtuale) è davvero forte.

Riguardo i disegni, questi sono, a mio parere, gradevoli e realistici. Unica nota negativa, a volte Hanazawa calca la mano su situazioni davvero splatter, rendendole grottesche all'inverosimile. Credo che il tutto sia voluto, giusto per sottolineare l'insensatezza di alcuni comportamenti, ma il risultato è che bisogna avere uno stomaco forte per leggere il tutto.

Insomma, titolo consigliatissimo. Se siete in dubbio, dategli un'occasione, non ve ne pentirete.