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Facciamo i pervertiti non si presenta molto bene. Il titolo, in accoppiata con le copertine, farebbe pensare a un hentai o più facilmente a una commedia ecchi, ma così non è. Poi aprite il volumetto e vedete i disegni. Il tratto è così "grezzo" da risultare quasi inquietante. L'impressione è destabilizzante, sembra quasi di vivere il fumetto nella sua forma più primitiva e pura ma in realtà è solamente disegnato male. Ma è pur sempre uno stile, a cui presto vi abituerete (o che comunque passerà in secondo piano) e che, a vedere il bicchiere mezzo pieno, caratterizza addirittura l'opera.

Piacevole o meno, il manhwa di Lee You-jung è una sorpresa, una sorpresa forse dettata dal ritrovarsi di fronte uno stile palesemente manga e dei contenuti palesemente non manga. Tolto l'incipit, che potrà sembrare effettivamente una commedia basata sul protagonista Perverto e sulla sua maledizione che lo porta a essere additato da chiunque come pervertito, il manhwa assume presto tinte differenti. Lee You-jung decide infatti di rappresentare con quest'opera quel momento della vita in cui l'amore passionale prevale su quello più mentale e di parlare delle relazioni giovanili fatti di amori che iniziano e finiscono allo stesso modo, cioè bruscamente. Molti ritengono il finale di Facciamo i pervertiti affrettato, e forse è così, dal momento in cui vengono tralasciate molte cose. Ma il manhwa non fa altro che rappresentare la visione di fondo del manhwa , iniziando e finendo quindi molto bruscamente.

Solo una cosa mi ha interdetto. In questo manhwa appariranno parecchie cose abbastanza spinte, tra cui molestie, prostituzione e tentati stupri, dipinte in un modo differente da ciò che è abituato un lettore di manga. Il problema è che queste cose non vengono giudicate negativamente, trovando spesso anche qualche piccola scusa di fondo o addirittura qualche tentativo di empatizzare con il lettore. Può semplicemente essere una scelta dell'autore quella di non intervenire a raddrizzare il male agli occhi del lettore, lasciandolo in balia della sua personale morale. Mi ha semplicemente colpito, ecco.

Colpito è il termine giusto. Facciamo i pervertitinon è una grande opera, anzi forse è una storiella da quattro soldi come ce ne sono molte altre, ma mi ha colpito uscendo spesso dai binari che la mia mente di lettore pluriennale di manga si era costruito, se non nei contenuti quantomeno nella forma.

Aggiungo una piccola curiosità. Leggendo manga da anni, oramai le differenze culturali non mi impressionano e sono entrate nella mia routine da lettore. Ma leggendo Facciamo i pervertiti ho capito quanta importanza hanno i fumetti come vettore culturale, difatti sono rimasto stranito dalla rappresentazione di alcune punizioni corporali per mano di un professore ai danni degli alunni. Ma facendo una ricerca ho scoperto che le punizioni corporali nelle scuole (bastonate sul sedere, polpacci e cosce) sono legali nella Corea del Sud e che lo spessore e il numero di colpi è addirittura regolamentato da delle raccomandazioni governative.