Recensione
Mizuki Kawashita ci ha deliziato negli anni con manga di buon livello, godibili anche da chi non è un vero amante del genere un po' sentimentale con qualche spruzzatina di ecchi. "Anedoki" non si discosta molto, nello stile, da altre sue opere quali "100% Fragola" o "First Love Limited". Tuttavia Kawashita non ci ripropone una comune storia sentimentale, ma ne crea una piuttosto originale e con forti elementi comici.
Questi ultimi non soltanto rendono l'opera in un certo senso "originale" per il genere, ma rendono la narrazione leggera e fruibile a tutti, un pregio che non molti autori riescono a sfruttare nelle loro opere, soprattutto se consideriamo che il tutto è condensato in 3 volumetti.
"Anedoki" non è un capolavoro del suo genere (intendiamoci) ma contiene in sé tutti gli elementi costitutivi di un manga in stile Kawashita, detto questo però non si possono non notare alcuni difetti, resi molto evidenti dalla stessa brevità dell'opera. Se da un lato infatti è un pregio saper condensare tutte le proprie idee e le proprie visioni in un'opera breve, dall'altra è davvero complicato saper far risaltare: trama, personaggi, intrecci ed altri approfondimenti.
Il manga non è superficiale, ma lascia comunque una certa sensazione d'incompletezza, quasi il lettore volesse continuare a vedere oltre il finale della storia, ed anche a voler scoprire ancora di più su questi personaggi tanto singolari, ma non del tutto sviluppati come in una serie di più ampio respiro (e longevità). Molto probabilmente la stessa autrice ha inteso questa breve opera come una "summa", un'antologia, o meglio un "vademecum" per chi volesse avvicinarsi al suo mondo, fatto di sentimenti portati quasi al limite, situazioni esilaranti ma mai banali, e personaggi singolari ma mai al di fuori del quotidiano. Lo stile di disegno è il suo tipico: elegante, chiaro, fatto di linee morbide sia per i soggetti femminili che quelli maschili.
Nel complesso un'opera carina, ma non eccelsa, adatta a chi vuole avvicinarsi alle opere della Kawashita.
Questi ultimi non soltanto rendono l'opera in un certo senso "originale" per il genere, ma rendono la narrazione leggera e fruibile a tutti, un pregio che non molti autori riescono a sfruttare nelle loro opere, soprattutto se consideriamo che il tutto è condensato in 3 volumetti.
"Anedoki" non è un capolavoro del suo genere (intendiamoci) ma contiene in sé tutti gli elementi costitutivi di un manga in stile Kawashita, detto questo però non si possono non notare alcuni difetti, resi molto evidenti dalla stessa brevità dell'opera. Se da un lato infatti è un pregio saper condensare tutte le proprie idee e le proprie visioni in un'opera breve, dall'altra è davvero complicato saper far risaltare: trama, personaggi, intrecci ed altri approfondimenti.
Il manga non è superficiale, ma lascia comunque una certa sensazione d'incompletezza, quasi il lettore volesse continuare a vedere oltre il finale della storia, ed anche a voler scoprire ancora di più su questi personaggi tanto singolari, ma non del tutto sviluppati come in una serie di più ampio respiro (e longevità). Molto probabilmente la stessa autrice ha inteso questa breve opera come una "summa", un'antologia, o meglio un "vademecum" per chi volesse avvicinarsi al suo mondo, fatto di sentimenti portati quasi al limite, situazioni esilaranti ma mai banali, e personaggi singolari ma mai al di fuori del quotidiano. Lo stile di disegno è il suo tipico: elegante, chiaro, fatto di linee morbide sia per i soggetti femminili che quelli maschili.
Nel complesso un'opera carina, ma non eccelsa, adatta a chi vuole avvicinarsi alle opere della Kawashita.