Recensione
Sankarea
9.0/10
<b>Attenzione, possibili spoiler</b>
"Sankarea" è uno shounen manga scritto e disegnato da Mitsuiru Hattori, pubblicato in Giappone tra il 2009 e il 2014 e raccolto in 11 tankobon. En passant, vorrei fare notare agli appassionati del genere zombie (ai profani, come il sottoscritto, di sicuro non interesserà) che alcuni nomi di personaggi all'interno dell'opera sono omaggi a personalità o opere importanti del genere. Giusto per fare un paio di esempi, "Sankarea" deriva da "Sangheria", che è il nome giapponese del film "Zombie 2" del regista italiano Lucio Fulci e il nome della sorella del protagonista, Mero, deriva dal nome del regista George A. Romero.
Il protagonista, Chihiro Furuya, è uno studente delle superiori con una grande passione per gli zombie. Anzi, più che passione, sarebbe il caso di chiamarlo feticismo; infatti il suo più grande sogno sarebbe quello di avere una ragazza zombie. In seguito alla morte del suo gatto Babu, Chihiro tenta di riportarlo in vita cercando di creare una pozione capace di riportare in vita i morti, descritta in un manoscritto in suo possesso. Mentre compie i suoi esperimenti il ragazzo incontra Rea Sanka, ragazza sua coetanea che ogni notte fugge da casa per urlare in un pozzo le sue preoccupazioni e sfogarsi. I due fanno amicizia e iniziano a collaborare per la creazione della pozione, ma ogni tentativo risulta in un fallimento. Il padre di Rea, non contento che la figlia si allontani da lui per correre da un ragazzo, le vieta di uscire di casa. Rea, ormai disperata, tenta il suicidio bevendo un sorso della pozione, estratta con il veleno dell'ortensia, ma non riesce ad uccidersi. La ragazza scapperà ancora una volta per presentarsi al funerale di Babu, ma viene scoperta e inseguita dal padre. Mentre i due litigano (sotto gli occhi di Chihiro) compare Babu, resuscitato dall'ultima pozione. Il padre di Rea, allergico ai gatti, prende un frustino e cerca di allontanarlo, ma nel farlo colpisce Rea, che precipita dal burrone, morendo; tuttavia, come risultato per aver bevuto la pozione, la ragazza ritorna come zombie e obbliga Chihiro a "prendersi le sue responsabilità", come gli aveva fatto promettere quando era ancora in vita.
Devo essere sincero: da queste premesse non mi sarei mai aspettato di leggere una storia di alto livello. E mi sbagliavo di grosso, perché la qualità di "Sankarea" è, secondo me, innegabile. La trama non è certo complessa, ma abbastanza innovativa (se non nel soggetto - gli zombie - di sicuro lo è nella trattazione), ben delineata e presenta un discreto numero di colpi di scena. La narrazione ha un ottimo ritmo, mai noiosa, mai ripetitiva, mai banale e tiene incollato il lettore alle pagine. Il mangaka è riuscito a miscelare molto bene scene horror, scene di commedia e scene "drammatiche" senza eccedere su una di queste. Forse la parte sentimentale è stata un po' trascurata, e quindi meno sviluppata rispetto alle altre. Poteva essere interessante vedere gli sviluppi del triangolo amoroso che si crea tra Chihiro, Rea e Ranko (la cugina di Chihiro), ma non mi è sembrata una mancanza pesante.
I personaggi sono caratterizzati molto bene, soprattutto i due protagonisti, Chihiro e Rea. Chihiro ci viene presentato come un ragazzo svogliato, interessato solo ed unicamente agli zombie. Ma quando si dovrà prendere cura della bella Rea riesce a dimostrare una grande maturità (all'inizio impensabile) per cercare di preservare il corpo di lei.
La ragazza, o meglio, il dramma della ragazza, è forse la parte più interessante dell'opera. Da viva è oppressa da un padre troppo amorevole (al limite dell'incesto) fino al non poter vivere la sua vita, cosa che riuscirà a fare soltanto da morta. Questo paradosso mi ha colpito davvero molto: il rinascere da zombie è una sorta di seconda possibilità per vivere la sua vita, cosa che Rea vuole sfruttare appieno, per il poco tempo che le è concesso.
Molto interessante è anche il contrasto tra Rea e Darin, assistente del nonno di Chihiro. La prima, come detto in precedenza, è oppressa da un padre troppo amorevole al punto da preferire la morte pur di allontanarsi da lui. La seconda invece è completamente ignorata dal padre (o dalla madre?) e farà di tutto pur di attirare su di sé la sua attenzione e mostrarsi degna di essere sua figlia.
L'ultima cosa che mi ha colpito è stata la trattazione "anomala" degli zombie. Molto bella l'idea per cui gli zombie sono "vegetariani" nel primo periodo ma, più passa il tempo, e più desiderano divorare le persone che amano. Questa identificazione del "cibo" con la "persona più amata" ha davvero del crudele e segna pesantemente la vita di Rea e, nel passato, di altre persone importati per Chihiro e suo nonno.
I disegni di Hattori mi sono piaciuti davvero molto. Aggraziati e molto curati, anche nei dettagli. Come per la trama, anche con i disegni è stato pienamente in grado di rappresentare sia scene horror, davvero molto cupe (si guardi a quando Rea entra nella fase confusionale degli zombie) sia scene comiche, molto leggere e divertenti. Il fanservice è senza dubbio presente, ma non mi è sembrato volgare o fuori luogo (almeno non quanto quello della versione animata).
In conclusione, "Sankarea" è un titolo che mi ha davvero stupito, divertito e appassionato. Consigliato caldamente.
"Sankarea" è uno shounen manga scritto e disegnato da Mitsuiru Hattori, pubblicato in Giappone tra il 2009 e il 2014 e raccolto in 11 tankobon. En passant, vorrei fare notare agli appassionati del genere zombie (ai profani, come il sottoscritto, di sicuro non interesserà) che alcuni nomi di personaggi all'interno dell'opera sono omaggi a personalità o opere importanti del genere. Giusto per fare un paio di esempi, "Sankarea" deriva da "Sangheria", che è il nome giapponese del film "Zombie 2" del regista italiano Lucio Fulci e il nome della sorella del protagonista, Mero, deriva dal nome del regista George A. Romero.
Il protagonista, Chihiro Furuya, è uno studente delle superiori con una grande passione per gli zombie. Anzi, più che passione, sarebbe il caso di chiamarlo feticismo; infatti il suo più grande sogno sarebbe quello di avere una ragazza zombie. In seguito alla morte del suo gatto Babu, Chihiro tenta di riportarlo in vita cercando di creare una pozione capace di riportare in vita i morti, descritta in un manoscritto in suo possesso. Mentre compie i suoi esperimenti il ragazzo incontra Rea Sanka, ragazza sua coetanea che ogni notte fugge da casa per urlare in un pozzo le sue preoccupazioni e sfogarsi. I due fanno amicizia e iniziano a collaborare per la creazione della pozione, ma ogni tentativo risulta in un fallimento. Il padre di Rea, non contento che la figlia si allontani da lui per correre da un ragazzo, le vieta di uscire di casa. Rea, ormai disperata, tenta il suicidio bevendo un sorso della pozione, estratta con il veleno dell'ortensia, ma non riesce ad uccidersi. La ragazza scapperà ancora una volta per presentarsi al funerale di Babu, ma viene scoperta e inseguita dal padre. Mentre i due litigano (sotto gli occhi di Chihiro) compare Babu, resuscitato dall'ultima pozione. Il padre di Rea, allergico ai gatti, prende un frustino e cerca di allontanarlo, ma nel farlo colpisce Rea, che precipita dal burrone, morendo; tuttavia, come risultato per aver bevuto la pozione, la ragazza ritorna come zombie e obbliga Chihiro a "prendersi le sue responsabilità", come gli aveva fatto promettere quando era ancora in vita.
Devo essere sincero: da queste premesse non mi sarei mai aspettato di leggere una storia di alto livello. E mi sbagliavo di grosso, perché la qualità di "Sankarea" è, secondo me, innegabile. La trama non è certo complessa, ma abbastanza innovativa (se non nel soggetto - gli zombie - di sicuro lo è nella trattazione), ben delineata e presenta un discreto numero di colpi di scena. La narrazione ha un ottimo ritmo, mai noiosa, mai ripetitiva, mai banale e tiene incollato il lettore alle pagine. Il mangaka è riuscito a miscelare molto bene scene horror, scene di commedia e scene "drammatiche" senza eccedere su una di queste. Forse la parte sentimentale è stata un po' trascurata, e quindi meno sviluppata rispetto alle altre. Poteva essere interessante vedere gli sviluppi del triangolo amoroso che si crea tra Chihiro, Rea e Ranko (la cugina di Chihiro), ma non mi è sembrata una mancanza pesante.
I personaggi sono caratterizzati molto bene, soprattutto i due protagonisti, Chihiro e Rea. Chihiro ci viene presentato come un ragazzo svogliato, interessato solo ed unicamente agli zombie. Ma quando si dovrà prendere cura della bella Rea riesce a dimostrare una grande maturità (all'inizio impensabile) per cercare di preservare il corpo di lei.
La ragazza, o meglio, il dramma della ragazza, è forse la parte più interessante dell'opera. Da viva è oppressa da un padre troppo amorevole (al limite dell'incesto) fino al non poter vivere la sua vita, cosa che riuscirà a fare soltanto da morta. Questo paradosso mi ha colpito davvero molto: il rinascere da zombie è una sorta di seconda possibilità per vivere la sua vita, cosa che Rea vuole sfruttare appieno, per il poco tempo che le è concesso.
Molto interessante è anche il contrasto tra Rea e Darin, assistente del nonno di Chihiro. La prima, come detto in precedenza, è oppressa da un padre troppo amorevole al punto da preferire la morte pur di allontanarsi da lui. La seconda invece è completamente ignorata dal padre (o dalla madre?) e farà di tutto pur di attirare su di sé la sua attenzione e mostrarsi degna di essere sua figlia.
L'ultima cosa che mi ha colpito è stata la trattazione "anomala" degli zombie. Molto bella l'idea per cui gli zombie sono "vegetariani" nel primo periodo ma, più passa il tempo, e più desiderano divorare le persone che amano. Questa identificazione del "cibo" con la "persona più amata" ha davvero del crudele e segna pesantemente la vita di Rea e, nel passato, di altre persone importati per Chihiro e suo nonno.
I disegni di Hattori mi sono piaciuti davvero molto. Aggraziati e molto curati, anche nei dettagli. Come per la trama, anche con i disegni è stato pienamente in grado di rappresentare sia scene horror, davvero molto cupe (si guardi a quando Rea entra nella fase confusionale degli zombie) sia scene comiche, molto leggere e divertenti. Il fanservice è senza dubbio presente, ma non mi è sembrato volgare o fuori luogo (almeno non quanto quello della versione animata).
In conclusione, "Sankarea" è un titolo che mi ha davvero stupito, divertito e appassionato. Consigliato caldamente.