Recensione
La mia premessa alla lettura di questo manga e al suo commento è quella di correre nel primo negozio di dvd della vostra città e comprare la trilogia di Mad Max diretta negli anni 80 da George Miller.
Questa è la base da cui Tetsuo Hara e Bronson si sono ispirati per la realizzazione di questo capolavoro made in Japan, la cui mancata visione non può che rendere il quadro di insieme incompleto.
4 ore dopo...
Perfetto ora che il vostro background è finalmente completo possiamo analizzare Hokuto no Ken nel dettaglio.
Una netta distinzione appare evidente a livello di trama tra la prima parte, che arriva allo scontro memorabile tra Ken e il fratello adottivo Raoul, e la seconda ambientata sull'isola dei demoni dopo un lungo salto temporale.
Per quel che concerne la prima metà, da cui poi è stata tratta la prima stagione dell'anime, trovo in essa, lasciatemelo dire, la perfezione.
Personaggi caratterizzati ad opera d'arte dagli autori che con uno stile grafico innovativo e molto caratteristico portano avanti una storia di amore, odio e violenza.
Un mondo oramai devastato in cui la solidarietà si è persa a favore della legge del più forte, ma dove Ken quasi come un profeta sembra riaccendere la speranza nei cuori dei superstiti, sconfiggendo le bande di malintenzionati alla ricerca della amata Julia.
Un Ken che in questo incarna perfettamente il personaggio di Mad Max, desideroso di portare giustizia per la scomparsa dei suoi cari.
Combattimenti e scene memorabili che ancora oggi riescono a farmi venire la pelle d'oca, intrise di quei sentimenti tanto umani che per tutta l'opera vengono decantati e esplorati dagli autori.
Un pathos crescente fino allo scontro tra fratelli che conclude il primo arco narrativo con un voto che non potrebbe essere meno di 10 (con lode).
Veniamo or però al secondo arco narrativo, ovvero quello post salto temporale, nel quale non posso che notare troppa ripetitività.
Questa seconda metà sembra infatti copiare la prima a tavolino, sviluppando elementi di novità scarsamente interessanti.
I co-protagonisti a cui ci eravamo tanto affezionati cambiano volto e lascian spazio a combattimenti sempre più centrali vista la trama tanto più inconsistente della prima. Piacevole comunque la lettura, sebbene non confrontabile alla prima metà, alla quale no posso dare quindi più di 7.
Tirando una media credo che un 9 totale sia in grado di descrivere bene questo manga la cui lettura ribadisco deve essere svolta da qualsiasi lettore di manga, neofita o meno. Una lettura "senza tempo" che rimarrà senza dubbio immortale.
Questa è la base da cui Tetsuo Hara e Bronson si sono ispirati per la realizzazione di questo capolavoro made in Japan, la cui mancata visione non può che rendere il quadro di insieme incompleto.
4 ore dopo...
Perfetto ora che il vostro background è finalmente completo possiamo analizzare Hokuto no Ken nel dettaglio.
Una netta distinzione appare evidente a livello di trama tra la prima parte, che arriva allo scontro memorabile tra Ken e il fratello adottivo Raoul, e la seconda ambientata sull'isola dei demoni dopo un lungo salto temporale.
Per quel che concerne la prima metà, da cui poi è stata tratta la prima stagione dell'anime, trovo in essa, lasciatemelo dire, la perfezione.
Personaggi caratterizzati ad opera d'arte dagli autori che con uno stile grafico innovativo e molto caratteristico portano avanti una storia di amore, odio e violenza.
Un mondo oramai devastato in cui la solidarietà si è persa a favore della legge del più forte, ma dove Ken quasi come un profeta sembra riaccendere la speranza nei cuori dei superstiti, sconfiggendo le bande di malintenzionati alla ricerca della amata Julia.
Un Ken che in questo incarna perfettamente il personaggio di Mad Max, desideroso di portare giustizia per la scomparsa dei suoi cari.
Combattimenti e scene memorabili che ancora oggi riescono a farmi venire la pelle d'oca, intrise di quei sentimenti tanto umani che per tutta l'opera vengono decantati e esplorati dagli autori.
Un pathos crescente fino allo scontro tra fratelli che conclude il primo arco narrativo con un voto che non potrebbe essere meno di 10 (con lode).
Veniamo or però al secondo arco narrativo, ovvero quello post salto temporale, nel quale non posso che notare troppa ripetitività.
Questa seconda metà sembra infatti copiare la prima a tavolino, sviluppando elementi di novità scarsamente interessanti.
I co-protagonisti a cui ci eravamo tanto affezionati cambiano volto e lascian spazio a combattimenti sempre più centrali vista la trama tanto più inconsistente della prima. Piacevole comunque la lettura, sebbene non confrontabile alla prima metà, alla quale no posso dare quindi più di 7.
Tirando una media credo che un 9 totale sia in grado di descrivere bene questo manga la cui lettura ribadisco deve essere svolta da qualsiasi lettore di manga, neofita o meno. Una lettura "senza tempo" che rimarrà senza dubbio immortale.