Recensione
Suicide Club
6.0/10
Recensione di Alex Stracher
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Cinquantaquattro studentesse si lanciano simultaneamente sui binari d'una metropolitana di Tokyo. Saya Kohta era con loro, ed è l'unica sopravvissuta al suicidio collettivo. Il tragico evento sconvolge Kyoko, migliore amica di Saya sin dall'infanzia: sarà proprio lei a scoprire cosa si celi dietro alla dilagante follia collettiva, nel tentativo di salvare l'amica dal destino ch'ella stessa sembra volersi riservare.
Interessante sguardo sul lato oscuro e deviato della giovinezza che, purtroppo, non è nulla più d'un semplice sguardo.
Premetto che prima di vedere "Suicide club" di Sion Sono, film da cui è tratto questo manga, il mio voto sarebbe stato un 7. Si potrebbe obiettare dicendo che film e trasposizione sono due opere diverse, ma come si fa a non contare il fatto che, se non fosse mai esistita la pellicola, non sarebbe mai esistito il manga? Quest'ultimo si discosta notevolmente dall'opera originale, ma concettualmente non aggiunge alcunché, e ne perde persino.
Ciò che rende il film un capolavoro è la sua capacità di farsi allegoria dell'alienazione di cui sono vittime non solo i giapponesi ma anche molti altri popoli tecnologicamente avanzati. Il manga abbandona lo stile "corale" e si concentra sulla storia di una singola ragazza e della sua migliore amica. Forse a causa della brevità dell'opera, o dello spunto poco elaborato, il disagio adolescenziale ci viene mostrato e fatto scorrere sulle pagine senza che una vera analisi della vicenda venga compiuta, se non per trovare la causa del comportamento autodistruttivo in traumi del passato, cosa che rende la storia più personale ma meno universale.
Tralasciando la (carente) componente concettuale, i disegni sono curati e alcuni rappresentano incredibilmente bene la disperazione dei personaggi, e lo stile generale è apprezzabile. Ciò non toglie che gran parte di essi sia trascurabile, senza particolari trovate.
I dialoghi sono poco profondi e ragionati: vivono unicamente in funzione dello svolgersi della trama.
Menzione a parte per la bellissima e drammatica sequenza finale, capace di farsi rileggere diverse volte anche solo per coglierne tutti i particolari.
In conclusione, lo consiglio? Sì. È un manga capace di far addentrare il lettore nella fragile psicologia dei giovani senza concedersi censure, seppur abbia le sue pecche.
Interessante sguardo sul lato oscuro e deviato della giovinezza che, purtroppo, non è nulla più d'un semplice sguardo.
Premetto che prima di vedere "Suicide club" di Sion Sono, film da cui è tratto questo manga, il mio voto sarebbe stato un 7. Si potrebbe obiettare dicendo che film e trasposizione sono due opere diverse, ma come si fa a non contare il fatto che, se non fosse mai esistita la pellicola, non sarebbe mai esistito il manga? Quest'ultimo si discosta notevolmente dall'opera originale, ma concettualmente non aggiunge alcunché, e ne perde persino.
Ciò che rende il film un capolavoro è la sua capacità di farsi allegoria dell'alienazione di cui sono vittime non solo i giapponesi ma anche molti altri popoli tecnologicamente avanzati. Il manga abbandona lo stile "corale" e si concentra sulla storia di una singola ragazza e della sua migliore amica. Forse a causa della brevità dell'opera, o dello spunto poco elaborato, il disagio adolescenziale ci viene mostrato e fatto scorrere sulle pagine senza che una vera analisi della vicenda venga compiuta, se non per trovare la causa del comportamento autodistruttivo in traumi del passato, cosa che rende la storia più personale ma meno universale.
Tralasciando la (carente) componente concettuale, i disegni sono curati e alcuni rappresentano incredibilmente bene la disperazione dei personaggi, e lo stile generale è apprezzabile. Ciò non toglie che gran parte di essi sia trascurabile, senza particolari trovate.
I dialoghi sono poco profondi e ragionati: vivono unicamente in funzione dello svolgersi della trama.
Menzione a parte per la bellissima e drammatica sequenza finale, capace di farsi rileggere diverse volte anche solo per coglierne tutti i particolari.
In conclusione, lo consiglio? Sì. È un manga capace di far addentrare il lettore nella fragile psicologia dei giovani senza concedersi censure, seppur abbia le sue pecche.