Recensione
Devilman
10.0/10
Questa è sicuramente la recensione più importante che ho scritto fino ad ora su AnimeClick e sono sicuro che resterà fra le maggiori anche in futuro. Se il dio dei manga, il padre fondatore del fumetto giapponese moderno, è Osamu Tezuka, senza dubbio il profeta che lo ha fatto conoscere a noi italiani è Go Nagai: il primo cartone animato dai tratti tipicamente nipponici e il primo manga tradotto in Italia sono figli di questo Genio, a volte sadico e perverso! Ufo Robot, Jeeg, Mazinger, sono le icone che hanno fatto prima avvicinare e poi innamorarsi del panorama fumettistico del Sol Levante più di una generazione.
Il Maestro è infatti riconosciuto come uno dei massimi esponenti della Nona Arte in tutto il mondo grazie ai suoi robottoni e ai personaggi demoniaci che sembrano fuoriusciti da un incubo. Tra questi spicca appunto la figura di Devilman, in un manga che ha fatto scuola, ha dettato molti canoni del manga moderno, ha influenzato numerosi artisti, primo fra i quali Miura; lo stesso Berserk richiama tramite il dualismo Gatsu-Grifis, nei colori e nei pensieri, le figure di Akira-Ryo.
ATTENZIONE! CONTIENE LIEVI SPOILER SULLA TRAMA!
La trama: semplice, lineare inizialmente. Akira Fudo è un ragazzo come un altro, piuttosto timido, impacciato e ha un amico, Ryo Asuka, figura sin da subito contrapposta a Fudo, ribelle, sfacciato, che non esita a usare la forza per imporsi. Proprio Ryo informa l'amico che un pericolo incombe sull'umanità e che è necessaria la sua collaborazione. Nel fornirgli questo aiuto Akira potrebbe incorrere in gravi pericoli, ma forse con un atteggiamento anche infantile accetta in nome del nobile sentimento dell'amicizia. Ryo rivela che il padre aveva scoperto quali fossero i veri abitanti della Terra prima dell'uomo, i demoni, che non sono tuttavia estinti ma bloccati nei ghiacci. E adesso si stanno liberando per recuperare il terreno perduto nell'unico modo che si confà alla loro natura: con la forza! Una forza che può schiacciare il genere umano. Una volta consapevoli di ciò, i due tentano di fondersi con i demoni per poterli affrontare ad armi pari, gesto che darà inizio alle danze, scatenerà l'inferno e ci catapulterà nell'incubo chiamato Devilman.
I personaggi: ben caratterizzati per il tempo ma oggi un po' invecchiati, complice anche l'obbiettivo differente dai manga moderni. Quello che vogliono lasciarci Devilman e Go Nagai non è uno sguardo sulla psiche dei personaggi ma un'introspezione ben più vasta e profonda della natura umana, della sua depravazione, della sua paura per l'ignoto. Se inizialmente i malvagi sono i demoni, col proseguire dei volumi questo confine diventa sempre più labile, e alcune tavole ci dimostrano come spesso la mostruosità umana sia superiore infinitamente alla perfidia di essi.
Il disegno: non ci sono vie di mezzo, il tratto di Nagai o si ama o si odia, e personalmente lo trovo fantastico! Riconosco che non sia un tratto moderno e dettagliato; soprattutto nei primi volumi anche l'anatomia degli uomini è discutibile, ma il meglio del Maestro è nelle scene di violenza e di sensualità, nelle rappresentazioni oniriche dei demoni, nel dipingere la rabbia, la disperazione, l'odio nei volti sia umani che demoniaci. Un disegno, insomma, che nonostante l'età (è un manga del '72) non ha nulla da invidiare per espressività ai tratti dei migliori disegnatori odierni. Per molti costituisce un difetto dell'opera, per chi come me ama Nagai ed è abituato al suo tratto sarà invece un piacere per gli occhi: bisogna “farci il callo”, ma Go Nagai difficilmente delude (se non con alcuni robottoni).
Conclusioni: Devilman è un manga unico, che in soli cinque volumi riesce a racchiudere quello che la maggior parte degli autori non riesce ad esprimere in una carriera. Go Nagai ha i giusti ritmi nella narrazione, ha il tempismo perfetto nell'inserire le varie vicissitudini nella storia: tutte queste caratteristiche, insieme al finale mozzafiato che resterà impresso nella mia memoria molto ma molto a lungo, rendono un capolavoro quest'opera. Consigliato a tutti gli amanti dei manga o del fumetto in generale che ancora non hanno avuto l'occasione di conoscere questo pezzo di storia della Nona Arte. Non lo consiglio ai neofiti poiché credo che per apprezzarlo al meglio oggi sia necessario un minimo di confidenza con questo mondo, un approccio improvviso potrebbe impedire la comprensione del valore di questo classico.
Voto: 9 che porto a 10 per il finale e l'importanza che ha avuto.
Il Maestro è infatti riconosciuto come uno dei massimi esponenti della Nona Arte in tutto il mondo grazie ai suoi robottoni e ai personaggi demoniaci che sembrano fuoriusciti da un incubo. Tra questi spicca appunto la figura di Devilman, in un manga che ha fatto scuola, ha dettato molti canoni del manga moderno, ha influenzato numerosi artisti, primo fra i quali Miura; lo stesso Berserk richiama tramite il dualismo Gatsu-Grifis, nei colori e nei pensieri, le figure di Akira-Ryo.
ATTENZIONE! CONTIENE LIEVI SPOILER SULLA TRAMA!
La trama: semplice, lineare inizialmente. Akira Fudo è un ragazzo come un altro, piuttosto timido, impacciato e ha un amico, Ryo Asuka, figura sin da subito contrapposta a Fudo, ribelle, sfacciato, che non esita a usare la forza per imporsi. Proprio Ryo informa l'amico che un pericolo incombe sull'umanità e che è necessaria la sua collaborazione. Nel fornirgli questo aiuto Akira potrebbe incorrere in gravi pericoli, ma forse con un atteggiamento anche infantile accetta in nome del nobile sentimento dell'amicizia. Ryo rivela che il padre aveva scoperto quali fossero i veri abitanti della Terra prima dell'uomo, i demoni, che non sono tuttavia estinti ma bloccati nei ghiacci. E adesso si stanno liberando per recuperare il terreno perduto nell'unico modo che si confà alla loro natura: con la forza! Una forza che può schiacciare il genere umano. Una volta consapevoli di ciò, i due tentano di fondersi con i demoni per poterli affrontare ad armi pari, gesto che darà inizio alle danze, scatenerà l'inferno e ci catapulterà nell'incubo chiamato Devilman.
I personaggi: ben caratterizzati per il tempo ma oggi un po' invecchiati, complice anche l'obbiettivo differente dai manga moderni. Quello che vogliono lasciarci Devilman e Go Nagai non è uno sguardo sulla psiche dei personaggi ma un'introspezione ben più vasta e profonda della natura umana, della sua depravazione, della sua paura per l'ignoto. Se inizialmente i malvagi sono i demoni, col proseguire dei volumi questo confine diventa sempre più labile, e alcune tavole ci dimostrano come spesso la mostruosità umana sia superiore infinitamente alla perfidia di essi.
Il disegno: non ci sono vie di mezzo, il tratto di Nagai o si ama o si odia, e personalmente lo trovo fantastico! Riconosco che non sia un tratto moderno e dettagliato; soprattutto nei primi volumi anche l'anatomia degli uomini è discutibile, ma il meglio del Maestro è nelle scene di violenza e di sensualità, nelle rappresentazioni oniriche dei demoni, nel dipingere la rabbia, la disperazione, l'odio nei volti sia umani che demoniaci. Un disegno, insomma, che nonostante l'età (è un manga del '72) non ha nulla da invidiare per espressività ai tratti dei migliori disegnatori odierni. Per molti costituisce un difetto dell'opera, per chi come me ama Nagai ed è abituato al suo tratto sarà invece un piacere per gli occhi: bisogna “farci il callo”, ma Go Nagai difficilmente delude (se non con alcuni robottoni).
Conclusioni: Devilman è un manga unico, che in soli cinque volumi riesce a racchiudere quello che la maggior parte degli autori non riesce ad esprimere in una carriera. Go Nagai ha i giusti ritmi nella narrazione, ha il tempismo perfetto nell'inserire le varie vicissitudini nella storia: tutte queste caratteristiche, insieme al finale mozzafiato che resterà impresso nella mia memoria molto ma molto a lungo, rendono un capolavoro quest'opera. Consigliato a tutti gli amanti dei manga o del fumetto in generale che ancora non hanno avuto l'occasione di conoscere questo pezzo di storia della Nona Arte. Non lo consiglio ai neofiti poiché credo che per apprezzarlo al meglio oggi sia necessario un minimo di confidenza con questo mondo, un approccio improvviso potrebbe impedire la comprensione del valore di questo classico.
Voto: 9 che porto a 10 per il finale e l'importanza che ha avuto.